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Il busto maledetto
Stava salendo le scale con un andatura calma, pacata, come se non avesse alcuna fretta, o cose in sospeso da concludere. Camminava piano un po' per l'età, un po' per quell'incidente domestico accaduto domenica scorsa a casa del suo allievo, mentre cercavano di spostare un vecchio e pesante cimelio preso in qualche villaggio sperduto della foresta amazzonica che, secondo la tribù del luogo, trasformava ogni oggetto in pietra.
Le saliva sempre lentamente, come se nessuno lo stesse aspettando, come se avesse compiuto ogni singola mansione si potesse fare nell'arco di una vita. Sale quei gradini oramai centenari, in ottimo stato, fatte di un marmo pregiatissimo color latte. Come pregiatissime sono le rifiniture d'oro e il legno che adornano il lungo e tortuoso corrimano delle scale del palazzo: "Professore" una voce echeggia nell'androne delle scale.
"Professore presto!" una voce giovane, preoccupata con un misto di eccitazione chiama a gran voce il professore, esortandolo a salire più velocemente le scale: "Forza professore faccia presto, la vogliono al telefono." Il vecchio professore alza la testa e vede il ragazzo appoggiato al corrimano del settimo piano che si dimena in modo frenetico, inducendo al professore di accelerare il passo.
Al telefono il professore parla con l'ispettore di polizia, una sua vecchia conoscenza. ma ora non c'è tempodi dirvi i modi e le circostanze che hanno fatto si che il professore diventasse un loro stretto collaboratore per faccende particolari, diciamo soprannaturali e inspiegabili: "Professore?! Professore?! Ah eccola! C'è stato un omicidio e abbiamo bisogno del suo parere ehm, tecnico".
"Mi dica tutto quello che sa."
"Sappiamo soltanto che la vittima era sola in casa ed è stata brutalmente uccisa e... bhe" esita per un attimo, come se avesse paura di dire qualcosa: " C'è una cosa che deve vedere assolutamente."
Il professore e il ragazzo accorrono sulla scena del crimine, un appartamentino in centro città. Trovano il corpo in un piccolo terrazzino trasformato in un vivaio: sembrava di essere in una piccola foresta. Il corpo della ragazza era riverso a terra in un lago di sangue. il volto aveva un'espressione terrorizzata come se avesse visto la più spaventosa delle creature.
"Come mai ci avete chiamato? sembra un delitto normale, non inspiegabile" domanda il ragazzo al commissario.
"Non vi ho chiamato per la ragazza, ma per questo". Con la mano sposta le frasche di un piccolo albero che nascondono un grande cerchio disegnato sul muro. Sembra essere stato disegnato con il sangue della ragazza".
Il professore esamina da vicino quello strano simbolo, poi si sposta sul corpo della ragazza, per identificare ulteriori tracce che li aiutino a capire chi abbia commesso il crimine. Il ragazzo ha un'intuizione.
Rientra nell'appartamento per capire se la sua sensazione è esatta. Qualche minuto dopo: "Professore presto venga. Forse abbiamo trovato il colpevole". Il commissario con la sua pesante mole si alza di scatto, quasi perde l'equilibrio. Si appoggia rovinosamente su un muretto dietro di se e cade a terra, facendo cadere dei vasi. Viene aiutato a rialzarsi da un poliziotto e assieme al professore raggiungono il ragazzo.
"Dove? Dove? Dove è quello sciagurato?" domanda il commissario agitato.
"Davanti a lei mio rotondo amico" risponde il professore.
Davanti a loro si trova un busto dall'aspetto strano, quasi tribale e misterioso.
Dopo che la polizia ha esaminato l'oggetto, per gentile concessione del commissario, il professore e il ragazzo ritornano nel loro appartamento assieme al busto-omicida.
Mentre il professore esaminava con la sua doppia lente di cristallo blu e un guanto nero, molto curioso che al contatto di un qualsiasi oggetto incomincia a parlarti dell'oggetto appena toccato, del suo passato (l'importante è non toccare esseri viventi perchè ha un effetto collaterale poco gradevole per chi tiene il guanto) il guanto incomincia a parlare:
un busto dall'aspetto soprannaturale, con il volto nascosto da una maschera che sorride sfrontatamente e lunghe corna sulla fronte, di quattro braccia l'essere fa sfoggio: quelle superiori sorreggono i due pugnali e quelli inferiori cambiano posizione di continuo senza che nessuno se ne accorga, prima con le bracca conserte, poi con un braccio che indica qualcosa e così via. Solo quando sei pronto per la tua offerta il busto porge il palmo della sua mano sinistra, sotto le lame dei due coltelli. Qualcosa di non comprensibile alberga al suo interno.
Smette di parlare. Sfila il guanto dalla mano e lo poggia delicatamente dentro una scatola di legno scura.
"Trovato nulla?" chiede il professore al ragazzo, ma lui gli fa cenno con la testa che non ha ancora trovato nulla. Ispeziona ogni sezione della libreria, da oggetti maledetti, burattini maledetti e antipatici, sacrifici insensati ma giudiziosi della tribù di Atlae, come riconoscere una maledizione, trattato sugli oggetti maledetti del Nord, del Sud e degli altri punti cardinali, come costruire una bambola che vi obbedisca e ponga maledizioni e così via.
"Forse ho trovato professore!" urla di gioia il ragazzo. Dal libro "Desideri e maledizioni, tutto quello che c'è da sapere e quello che non vorreste sapere" , il paragrafo due di pagina trentuno parla di un antico e arcano metodo per creare una marionetta dei desideri. Andando avanti con la lettura il ragazzo trova un piccola annotazione nella pagina del libro che dice: "[...]dopo tutto non è possibile creare un oggetto, marionetta, o qualsiasi altra cosa, che possa esaudire i desideri, visto che è materia altamente professionale, arcana e anche incomprensibile per l'essere umano. tuttavia[...]" e sul volto del ragazzo si disegna una espressione misto stupore e paura. Il professore lo incita a continuare a leggere. Scoprono che il busto non esaudisce desideri. È classificato, secondo il volume, come truffatore di desideri; fa credere alla persona di aver esaudito il suo desiderio, quando in realtà la maledice. Le maledizioni sono multiple e quella che ha colpito la vittima dell'appartamento in città viene detta, sempre secondo il libro, la maledizione del plagiato, dove la vittima sotto ipnosi commette un sacrificio su se stesso per la marionetta.
Un rumore nella stanza a fianco fa sobbalzare i due investigatori. Il ragazzo va a vedere cosa poteva essere stato. Entra nella stanza con cautela. Accende la luce della stanza; uno studio inutilizzato, pieno di libri sparsi qua e la. Entra dentro, ma la porta si chiude alle sue spalle lasciandolo in trappola.
"Dimmi" dice una voce "Dimmi..."
Il professore si volta per capire da dove provenisse la voce.
"... dimmi cosa desideri".
Si volta verso il busto. la voce proveniva da dentro la marionetta, come se ci fosse qualcuno al suo interno. Incomincia a muovere la braccia inferiori.
"Dannazione sono troppo vecchio per questo lavoro" dice tra se il professore.
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