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Pulp Road

Che i sogni
restino sogni.





Era una vita che desideravo percorrere la Route 66. La mitica Mother Road di Furore. Di Get Your Kicks On Route 66 di Chuk Berry: ... if you ever planned to motor west, just take my way... Delle pompe di benzina solitarie immortalate da Hopper; o quelle sperdute nel deserto, coperte da tre dita di polvere e mille schizzi di fango, che ripetono sempre lo stesso refrain come flipper impazziti : dlin... dlin... dlin... dlin... E giù che la gasolina corre a fiumi negli insaziabili serbatoi di una Eldorado del 53 o una vorace Thunderbird coupé.
U. S. Route 66: sterminato serpente d'asfalto che sfida irridendo la pionieristica strada ferrata trascontinentale, la prima a insidiare la wilderness così cara a Thoreau. Six-six. Sixtysix. Da strada delle opportunità a microcosmo dell'America; da percorso dell'anima a scelta di contestazione ed emancipazione; da passaggio per la libertà a via di fuga dall'omologazione, dal conformismo della società. Mitico richiamo On The Road: Una macchina veloce, l'orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada... Che ti possa andare una canna di traverso, dannato Kerouac, per avermi fatto così amare questo Paese. E reso ancor più bruciante la delusione per tutto quello che ha combinato nel Vietnam. Ho pianto e imprecato di rabbia fino a non avere più lacrime. Fanculo a te!

Mentre gridavo fanculo con quanto fiato avevo in corpo, mi svegliai, distesi le gambe e le stiracchiai così a lungo che se mi fossi alzato in quel momento sarei stato più alto di una spanna. Dopo qualche minuto con un colpo di reni ero in piedi. In un lampo mi ritrovai sulla tazza.
-... well it winds from Chicago to LA more than two thousand miles all the way...
Lo scroscio dello sciacquone evocò, per un attimo, le onde dell'oceano contro le rocciose coste della California. La mia voce non era poi cosi male, pensai, accennando il passo dell'anatra con una immaginaria Gibson tra le mani. D'altronde alle elementari ero entrato nel coro della scuola. Avevo perfino cantato al Regio. Mi sbarbai, continuando a fischiettare fino a che lo specchio non ne poté più della mia faccia, di tutte quelle smorfie, delle vanesie, plastiche pose da Mister Universo e mi suggerì, appannandosi, di abbandonare la scena.

Era una splendida mattina d'estate del '79. Mi sentivo vibrante di energia, pronto ad affrontare quell'esperienza che, anche se arrivata a tempo un po' scaduto, aveva sempre il suo appeal. Appena uscito dalla stanza del Motel, mi accorsi di essere il primo. I miei compagni, tutti ormai over trenta come me, se la prendevano un po' comoda. D'altronde la sera prima, da Madame Dénise, avevamo tenuto molto alta la bandiera. Bussai con forza ad ognuna delle tre porte gridando: - Polizia! aprite! Dobbiamo controllare i documenti. Se non aprite subito... sfondiamo la porta!

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2 commenti:

  • Gabriele Zarotti il 02/10/2012 15:06
    Chira, complimenti per la tua tenuta alla distanza. Resistere a dieci pagine e oltre rivelano doti da fondista, non da net reader. Ma soprattutto complimenti per la tua curiositá e voglia di approfondire. Segno, oggi assai raro, di intelligenza. Risponderò alla tua richiesta appena possibile.
  • Anonimo il 02/10/2012 10:59
    Ho problemi con l'inglese, anzi... lo ignoro quasi totalmente ma dopo questo racconto sono convinta che insieme agli altri potrei trovarli in libreria, raccolti in un bel libro. Lo trovo alla Feltrinelli di p. zza Argentina a Roma? e che titolo ha? aspetto risposta.

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