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Breve racconto di ordinaria amministrazione

Il figlio di puttana del mio amico si rifiutò di tirare fuori il danaro e tutti che improvvisamente erano al verde - ed io ero li, seduto con una coppia di picche in mano al tavolo vincente di soldi inesistenti. Il mio amico era un bravo ragazzo alla fine dei conti, certo, mai fidarsi di nessuno, ma vai a pensare che proprio un amico te lo può tirare nel culo cosi.
Aveva i suoi problemi Renzo - sposato troppo presto - un matrimonio durato pochissimo - e il peso di un divorzio da portare sulle spalle, aveva i suoi problemi - aveva bisogno di soldi, e chi poteva biasimarlo?.
Matthias! ecco - Matthias lo biasimava eccome - Matthias non era affatto contento del suo atteggiamento - Matthias voleva il danaro - cosi lo colpi in pieno viso con un gancio degno di nota. Renzo cadde a terra stordito portando giù con se il copritavolo verde con tutte le stronzate che erano poste sopra tipo: posacenere con mozziconi di canne e sigarette aperte - una bottiglia di vino rosso della peggiore marca e altro materiale che si disperse per terra in un fracasso generale. L'altro che giocava con Renzo si alzò di scatto e tirò un pugno a Matthias (aveva detto qualcosa che non gli era andata giù) e mentre tutti erano intenti ad azzuffarsi ebbi il tempo di prendere i pochi soldi che erano nel piatto per cercare di portarli in un posto sicuro ma, ahime, qualcuno mi urlò qualcosa contro - qualcuno mi avevo visto. Matthias mi si scaraventò addosso tirandomi i capelli - offendendo le mie generalità - bestemmiando Iddio, Lapo cercò di tirarmi un pungo in faccia - e fortunatamente mi prese solo di striscio, ma riusci ugualmente ad infilarmi un dito nell'occhio. Iniziai a tirare pugni alla cieca - urlando a più non posso - cercando di buttar giù Matthias che aveva fatto della mia schiena la sua momentanea dimora - cercando di colpire qualcuno o qualcosa, ma avevo la vista annebbiata e riuscii solo a prendere una lastra di marmo appoggiata su di un muro (e non so per quale motivo era là).
Il male fu atroce, lancinante, a tal punto che svenni dal dolore.
Quando mi svegliai il sole era già alto nel cielo - la mia mano era fasciata da una garza appiccicosa fatta sicuramente da qualcuno che non sapeva cosa stava facendo - la vista era ancora un po'fuori uso - avevo un gran mal di testa - mi ricordavo poco della serata precedente ma arrivai alla conclusione che il pokerino delle ventitre tra amici era di nuovo saltato.

 

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  • Raffaele Arena il 30/11/2012 22:13
    Ritmo incalzante, stile Boukowlskiano (scusa il neologismo spero di averlo scritto bene. Ti lascia senza fiato. Piaciuto davvero. Unico suggerimento, anche se racconto breve uno stacco in due parti, per dar respiro alla lettura. Grande Stefano, a ripoetare!!!
  • Lavinia Pini il 30/09/2012 21:22
    ahahahahahah!
    un tranquillo poker che diventa un delirio!
    mi piace! scritto bene! l'unica cosa, sei andato subito dritto al punto.. mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa in più.. che ne so tipo sviluppare un po' di più la parte dell partita.. comunque se volevi dare il senso del caos della lotta ci sei riuscito benissimo! bravo

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