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Noir

La micro telecamera che avevo inserito nel foro del soffitto era sprovvista di segnale audio
mi restituiva solo un video a forma circolare, estremamente grandangolare e dettagliato.
Due gambe si materializzarono davanti all'obiettivo, non potevo vedere più in alto, il flessibile che reggeva la telecamera si era incastrato in qualche punto e per quanti sforzi facessi, dovevo accontentarmi di quella visione parziale di tutta la scena. Poteva solo ruotare sul suo asse, avrei seguito gli spostamenti di quelle due gambe senza corpo, tentando di capire cosa stesse accadendo.
Erano gambe di donna, scoperte per quanto potessi vedere fino al ginocchio, lisce, le unghie dei piedi erano tinte di rosso.
La pelle sembrava tesa e i muscoli si muovevano in fretta, era probabilmente una donna giovane, a piedi nudi.
Ora erano ferme davanti ai lembi una coperta, forse un letto, rimasero immobili per un paio di minuti in quella posizione, solo qualche contrazione muscolare interrompeva quell'immobilità. Quella donna sembrava mostrare indecisione oppure stava riflettendo su qualche cosa
Di tanto in tanto arricciava le dita, sembrava uno spasmo di nervosismo, a cosa stava pensando? Quali pensieri potevano tenerla lì davanti a un letto, indecisa, titubante a riflettere? Cosa stava osservando, chi stava guardando?
Spostò all'indietro la gamba sinistra di mezzo passo e ruotò il piede destro nella direzione opposta, si allontanò in direzione di un altro locale del quale potevo solo scorgere la porta socchiusa. Le gambe si fecero largo dopo aver spinto la porta all'interno, forse di una cucina.
Passò un tempo interminabile, la registrazione dell'evento mi restituì cinquantanove secondi netti, un tempo che sembrava non finisse mai, ebbi, visto la staticità della scena, l'impressione che la telecamera si fosse guastata. Quasi due minuti, un tempo ridicolo, estremamente breve ma tutto dipende da quello che stai facendo. Se ti stanno torturando, due minuti sono un tempo interminabile, nel quale potrai svenire almeno due o tre volte e maledire il giorno della tua nascita ad ogni respiro che riesci a fare. Se stai baciando la donna della tua vita, sarà un tempo ancora breve ma sufficiente per farti capire cosa può essere il paradiso. Se cinquantanove secondi sono il tempo che ti separa da un iniezione letale, non farai nemmeno in tempo a passare in rassegna tutte le persone a cui hai voluto bene... Dipende, pensai.
Finalmente si aprì uno spicchio di porta, quella stessa porta dove le gambe della donna erano sparite due minuti prima, l'aveva appena attraversata e si era fermata lasciandola alle spalle socchiusa. Ancora pensieri che colavano lentamente su quelle gambe immobili come il miele dalla sommità di un dito si apre la strada sulle pieghe della pelle.
Si mossero lentamente, cercai di seguirne i movimenti, si avvicinarono al letto e si fermarono appoggiate ad un lembo di coperta che toccava quasi il pavimento. Ancora una pausa poi, uno slancio, la gamba sinistra si spostò velocemente all'indietro come se dovesse bilanciare un movimento repentino nella direzione opposta e poi una seconda e una terza volta, sempre lo stesso movimento, lo stesso impeto.
Non capivo cosa stesse succedendo, le gambe ritornarono quasi ad appaiarsi, solo leggermente scostate le une dalle altre.
Percepii un fremito in quel corpo di cui potevo vedere solo i piedi e le gambe ma ora entrò nell'inquadratura la punta di un coltello, un coltello da cucina, tenuto per il manico senza convinzione, stremato anch'esso per ciò che era stato costretto a fare, sembrava che le stesse cadendo dalla mano, quasi penzolava, poi, gli ultimi fotogrammi, un rivolo di sangue scendeva lentamente dalla lama, concentrandosi in una grossa goccia sulla punta, in attesa di un nuovo fremito che l'avrebbe fatta precipitare sul pavimento.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Samuele il 20/08/2013 11:59
    Un buon racconto.
    Il ritmo è un po' lento per le descrizioni e le riflessioni che rendi molto leggere con l'uso di similitudini davvero carine. A rendere il ritmo più incalzante, comunque, sono le narrazioni minuziose che alternate alle pause contribuiscono a creare un senso di suspense stupendo.
    Ancora complimenti

2 commenti:

  • Anonimo il 14/01/2013 17:08
    Bravo, un resoconto di alta classe, i miei complimenti
  • stella luce il 01/10/2012 08:43
    letto con piacere anche se il finale è molto triste... ma dico che ci faceva lì quella telecamera????

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