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Coccige
Sandro si trovò per l'ennesima volta dal medico, una lunga fila di anziani lo precedeva tanto che decise di andarsene quasi subito. Non ne poteva più di quei dolori però, andavano e venivano e man mano diventavano sempre più forti. Tornato a casa e dopo essersi sparato l'ultima dose di antinfiammatorio si rilassò sulla propria poltrona preferita tanto da addormentarsi. Alcune ore dopo si svegliò con i dolori al loro apice tanto da dover pensare a qualcosa di alternativo per lenire le proprie sofferenze. Andato distrattamente su un motore di ricerca in internet digitò "dolori colonna vertebrale" e nelle migliaia di risposte cliccò una a caso. Era un link sponsorizzato che pubblicizzava la casa di cura "New Lumbar" che si prometteva con tecniche alternative di affrontare in maniera diversa i problemi alla colonna vertebrale tanto da essere invogliato a proseguire. Migliorò la sua ricerca notando con interesse che una sede si trovava anche nella propria città. Non passò molto tempo e si decise di telefonare al numero che aveva trovato e, con un appuntamento in mano per il giorno successivo, se ne andò a letto felice.
Il mattino seguente si recò alla sede con un largo anticipo per studiare meglio il posto e farsi un idea se si trovasse di fronte all'ennesimo impostore o meno. il palazzo si trovava in periferia e ospitava gli ambulatori in mezzo ad un giardino incantevolmente immerso nel verde. Come entrò dalla porta principale fu accolto da un canto celestiale che veniva trasmesso da delle piccole casse d'alta qualità occultate alla vista. Fu ricevuto addirittura in anticipo e l'infermiera carina che lo accompagnò dallo specialista si poteva definire veramente educata e tranquilla, a differenza di quelle a cui era abituato negli ospedali pubblici.
Fu visitato da una dottoressa di mezza età ma ancora in gran forma che lo fece spogliare ed iniziò a tastargli le vertebre una ad una individuando i punti di maggior dolore segnandoli poi su di un block notes, quindi fu condotto in un'altra sala dove fu sottoposto ad un sacco di radiografie e quindi gli fu dato un appuntamento per la settimana successiva per una diagnosi definitiva. Gli fu consegnato intanto un flacone con un nome strano, diverso da quelli a cui era abituato, gli spiegarono che agiva direttamente sul dolore colpendo selettivamente le zone cervicali, toraciche lombari o pelviche a seconda della necessità dell'organismo.
Se ne andò a casa soddisfatto anche perché non vollero essere pagati perché gli spiegarono che loro erano un centro di ricerca e che ci sarebbe stato il tempo anche per i soldi se tutto fosse andato nel verso giusto.
I giorni successivi si sentì decisamente meglio e, continuando a prendere la medicina ebbe dei grossi miglioramenti tanto da farlo uscire nuovamente per brevi passeggiate. La settimana dopo tornò al centro di studi e fu accolto da un'altra infermiera ancora più bella che lo condusse dalla dottoressa che lo aveva già visitato.
Gli fu spiegato che il suo problema stava nell'ultimo osso della spina dorsale, nella zona pelvica, il coccige per essere esatti e questo piccolo ossicino l'avrebbe, se non curato in tempo, portato a dolori sempre di più intensi fino ad una possibile invalidità permanente se non avessero agito subito.
Lui ovviamente accettò e gli fu consegnato un nuovo tipo di farmaco con all'interno un nuovo tipo di antinfiammatorio basato sulle nanotecnologie che gli avrebbe risolto i problemi completamente. Avrebbe solo dovuto ricordarsi di prendere sempre la medicina agli orari riportati nella posologia e quindi in un tempo sufficientemente breve si sarebbe accorto da solo dei propri miglioramenti.
Ringraziò la donna e se ne tornò a casa con la scatola cartonata azzurra contenente i farmaci. Non perse molto tempo a leggere le avvertenze e iniziò subito a mandar giù la dose giornaliera indicata. Dopo alcuni giorni si sentì decisamente meglio tanto da iniziare anche a muoversi più speditamente e riuscire addirittura a fare qualche breve corsa, cosa che da anni ormai non riusciva ormai a fare.
si sentì talmente migliorato da aumentare la propria dose per finire prima la cura, da due pastiglie passò a quattro, poi a sei, tanto da risentirsi giovane e agile. Solo un problema sentiva, un ingrossarsi dell'ultimo ossicino della schiena, al tatto lo sentiva e si preoccupò un pochino ma non quel tanto che sarebbe servito visto che ormai i dolori erano quasi scomparsi del tutto. Con quelli ricomparvero anche i sensi da un'altra parte e si svegliò più volte nelle notti successive con delle erezioni poderose tanto da risentirsi un ragazzino. Tra sé gridò al miracolo e decise quindi di frequentare un night dove si potevano trovare delle giovani interessanti a prezzi non esagerati.
Gli sembrava di avere vent'anni in meno o anche più e la sua vita cambiò radicalmente tornando ad essere interessante. Le medicine erano quasi finite ma aveva esagerato con le dosi e non andò quindi alla visita di controllo per paura di essere sgridato, intanto ormai stava bene. Al tatto solo il coccige sembrava sempre più grosso e ciò gli fece pensare a qualche strano tumore che stava crescendo nel suo corpo ma non gli interessava più di tanto, meglio divertirsi ancora un po' e poi finire nel mondo dei più che continuare la propria misera vita precedente.
Poi iniziarono i mal di testa.
Il mattino, specialmente, dei dolori abbastanza forti gli interessarono la zona delle tempie e tutto l'osso frontale del cranio tanto da ricominciare a preoccuparsi, ma non andò subito alla clinica, aveva da fare con le ballerine del night che ormai iniziarono anche a frequentarlo a casa dicendo che il loro "nonno" era il miglior amatore che avevano conosciuto, molto meglio dei mosci giovani che frequentavano.
Era diventato più giovane, ma nel vero senso della parola, anche i capelli erano ricresciuti riprendendo magicamente colore tanto da definire quella cura "il miracolo".
Poi sentì due protuberanze crescere sull'osso frontale del cranio e, spaventatissimo, decise di recarsi alla clinica per farsi visitare.
Lì però non trovò più quello che cercava.
Lo stabile era stato appena demolito e ci trovò i muratori che stavano costruendo un residence, intanto su quel vecchio terreno nessuno avrebbe voluto costruirci tanto da dover radere al suolo le vecchie mura e ricominciare da capo.
"Vecchie mura?", non capiva, ma la clinica? Le nanotecnologie? Non poteva aver sbagliato indirizzo era strasicuro di essere nel posto esatto, eppure...
Fece la ricerca su internet, ma non trovò traccia del sito, ma cosa stava succedendo?
Intanto il coccige aveva ormai raggiunto le dimensioni di un uovo e le protuberanze sulla testa erano sempre più evidenti tanto da rinchiudersi in casa per paura di essere scambiato per un mostro.
Poi riprese il male alla schiena, fortissimo, insopportabile alla zona pelvica tanto da passare delle giornate intere nell'oblio fino a che una mattina vide una macchia rossa tra le gambe che gli sporcava il pigiama. Si spogliò per vedere meglio e davanti allo specchio vide che dal gonfiore del coccige stava emergendo qualche cosa, una piccola punta bucava la pelle. Andò a stuzzicare con le dita il punto dolorante ed ecco che una piccola coda (!) si fece largo.
Ma cosa stava diventando?
Anche in testa le cose non stavano andando meglio anche se la schiena ormai non gli faceva più male dopo che quella protuberanza si era aperta la strada.
Poi un mattino, tra i capelli ormai diventati lunghi e nuovamente neri sentì un forte dolore e si accorse che un paio di corna gli stavano crescendo sul cuoio capelluto...
Oddio! Che cosa gli avevano fatto?
La coda oramai era lunga mezzo metro e i due cornetti un paio di centimetri, non mangiava più cose cotte, aveva bisogno solo di carne cruda, ma che c'era in quelle nanotecnologie?
Anche i piedi stavano trasformandosi diventando sempre più simili ad un paio di zoccoli con una pianta ossea che gli cresceva ogni giorno sempre di più.
Una sera si guardò allo specchio, cos'era diventato?
Indossò un paio di pantaloni extra large per farvi entrare la coda, poi, con un cilindro in testa per coprire le corna di cinque centimetri e un paio di scarponi di alcune taglie più grandi ai piedi si recò ciondolando verso la campagna dove stava un fiume sempre carico d'acqua perché affluente del Po, era ora di farla finita.
Mentre le onde lo inghiottivano la sua mente andò nuovamente a quella clinica di cui non sapeva nulla e che proprio non riuscirà a scoprire mai a quale scopo gli aprì i cancelli.
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