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Un grande amore comincia in silenzio 2 parte
Quella sera volutamente misi la lettera in una cassetta. Non mi andava di leggerla... non sapevo che fare con quel tipo. Mi intrigava questo fatto di leggere i suoi pensieri, mi sembrava più bello perchè scriveva in un italiano semplice ma perfetto, poetico e non sdolcinato... io al confronto ero una sciapa da paura!!!
Aprii la lettera verso mezzanotte, quella sera ero tornata più presto del solito.
Il tono delle parole era più dolce ma risoluto fu il suo rifiuto alla mia richiesta di amicizia.
Ne aveva tante di amiche, non gliene serviva una in più.
Ammazza che tipo pensai... Mi lasciò in calce il suo numero di telefono. Non c'erano i cellulari ed era quello di casa.
In pratica mi invitava a telefonargli per vederci, se però pensavo di provare a stare insieme a lui altrimenti...
Bella roba e mò? Che faccio?
A questo punto dovevo incontrarlo decisamente ma dove? Certo che no a Villa Pamphili... chi lo conosceva e se mi saltava addosso?
Mi venne l'idea di recarmi vicino Piazza Barberini a presentare la mia documentazione al CTS, una organizzazione che forniva alloggio e lavoro all'estero.
Ero decisa ad andarmene per un po' da casa e dall'Italia, dovevo imparare l'inglese e volevo vivere per fatti miei. Mi ero trovata un lavoro a Londra come dattilografa e dovevo organizzare con loro l'alloggio e la partenza.
Pensai di chiedergli di accompagnarmi, avremmo passeggiato per il corso, in mezzo a tutta quella gente che mi avrebbe mai fatto?
Già mi era capitato di dover fronteggiare una situazione incresciosa e vi assicuro che in mezzo alla campagna non è molto facile.
Povero Enzo a chi lo paragonavo!!!!
Ci incontrammo a Piazza Irnerio, un bel sole caldo ci dava coraggio.
Arrivati a Piazza Venezia, scesi dall'autobus ricordo che mi volle offrire da fumare... A ripensarla oggi a Piazza Venezia a fumare ahahah mi viene da ridere... oggi che ci sono le telecamere pure dentro i bagni pubblici... Bei tempi!
Quel pomeriggio mi innamorai perdutamente di lui e ancora non mi è passata, pensate!!!.
Voi penserete che è stata l'erba... no, non ha quel potere. Era la sua intelligenza, la sua grazia, il suo parlare gentile.
Al CTS non andammo perchè rimanemmo incantati a guardare il tramonto dietro all'altare della patria. Avevamo un mondo di cose da dirci e sicuramente la mia produzione verbale era tale da lessare le orecchie del più ben intenzionato. Ma Enzo aveva la pazienza di ascoltarmi... ero una nevrotica, accendevo una sigaretta dietro l'altra e non stavo ferma un secondo.
Lui mi sembrava un illuminato, faccia al sole, fermo e immobile con quella voce rassicurante, serio ma morbido e dolce.
Il primo bacio casto e soave ce lo siamo dati per salutarci alla fermata dell'autobus.
Lui doveva tornare a casa, mentre io andavo a prendere a scuola la mia amica Carla e poi come al solito avevamo i nostri appuntamenti letterari o sedicenti tali.
Quella sera rimbambii Carla con questo Enzo. Era contenta, lei era stata quella che più mi aveva convinto a conoscerlo meglio, in quanto colpita dalle lettere che mi aveva scritto, in cui era evidente che si trattava di un ragazzo dolcissimo.
Poi se devo dirvela tutta non mi ricordo che cosa feci nei giorni successivi. Certo è che lo vidi, di sicuro tutti i pomeriggi, andai in biblioteca e poi in giro di preciso non so però ricordo bene che con lui non volli commettere l'errore che avevo fatto in passato, volevo un impegno preciso, volevo capire se era il mio uomo o se avrei dovuto spartirlo con chissà chi altra, cosa assolutamente improponibile per me.
Ora c'è da premettere che io venivo da altre storie, brutte, corte, avvilenti ed insignificanti.
Storie che mi avevano visto avvilire la mia personalità, pur di sbocconcellare quel pane d'affetto, che in realtà si rivelava ogni volta muffo e maleodorante.
A quell'epoca inoltre, i maschietti stronzi utilizzavano la scusa dell'amore libero per scopazzarsi un po' tutte quelle che si rendevano disponibili e questo non lo sopportavo proprio.
Ogni approccio che avevo avuto con l'altro sesso, si era rivelato un fiasco, sia per la mia vistosa goffaggine, sia perché non manifestavo la mia personalità per paura di non piacere.
Tutto questo patire per avere come risultato di essere mollata, senza preavviso. Infatti di solito mi capitava di incontrare quel che credevo fosse il mio ragazzo abbracciato con qualcun'altra.
La scusa più in voga di fronte ad eventuali pretese era: " Non stiamo mica insieme sai? "
" A no? Non stiamo insieme e allora ieri che mi sembravi un polipo?" ma era inutile e mi si smorzavano le parole in bocca. Sapevo perché mi mollavano... sapevo che avrei dovuto trattarli come meritavano.
Mi ritenevo però una perdente bacchettona con le movenze e la sicumera di una puttana, magari pure drogata, tale era ciò che pensavano le beghine della borgata, che spiavano dietro le imposte i miei orari strani e i miei strani vestiti.
Da quelle delusioni ne ero uscita incattivita e decisa ad usare gli uomini come fazzoletti di carta da usare e buttare via.
Certo molto vero... infatti questo fazzolettino lo riciclo da trentadue anni ma va bene così.
Tante volte non è quello che facciamo ma è la sicurezza in noi stessi a farci sembrare più belli, più forti...
Ma ritorniamo a quel nove di maggio del millenovecentottanta, una data per noi memorabile, che festeggiamo forse più del nostro matrimonio, fatto per le famiglie, per farli contenti via...
Allora come vi dicevo, avevo preso sempre fregature con la scusa dell'amore libero. Io non amo spartire le mie cose con il mondo intero, soprattutto il mio uomo e così con Enzo decisi di essere sincera anche a costo di perderlo. Avevo deciso che il prossimo ragazzo avrebbe conosciuto Silvia nel bene e nel male.
Così visto che con questo tipo la cosa sembrava funzionare presi l'iniziativa e partii con un'aggressività che mi appartiene ma non è che irruenza motoria e verbale:
" Senti, chiariamo una cosa io e te " lo vidi che mi guardò smarrito, che cucciolo, continuai risoluta, decisa a non farmi fregare, prima di impelagarmi con un sentimento più profondo: " Visto che ci vediamo da qualche giorno vorrei capire ma io e te stiamo insieme? " gli si illuminò il volto e sorridendo timidamente: " Se vuoi.." con una vocina quasi sottile... Ah questi uomini teneri... sono affascinanti, ti fanno sentire la padrona del vapore, quella che ha in mano il loro cuore fragile come una pagliuzza ma saldo come un diamante.
Una felicità accese tutte le mie terminazioni nervose e gli saltai al collo con l'irruenza selvaggia dell'amore, che, a dispetto dei tempi moderni, pieni di rapporti sfasciati e rancorosi, è ancora smagliante... nonostante tutto...
Sono convinta che un grande amore comincia in silenzio. Quel silenzio fatto di volti inaspettati, di forme impensate. Quel silenzio da scuotere come la polvere per vedere dietro se l'altra parte della nostra mela è lì che ci occhieggia.
Ascoltare il silenzio con l'umiltà della paura e poi lanciarsi come un paracadutista in alta quota.
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