racconti » Racconti su sentimenti liberi » Magalà
Magalà
Al tempo dei maghi e delle fate, Magalì era una giovane ninfa dei boschi. era bionda, graziosa, gentile e amava molto le piante alla cura delle quali era preposta. Se i raggi del sole colpivano violentemente una pianta giovane e tenera, Magalì le faceva un ombrellino utilizzando un rametto spezzato e una larga foglia caduta dal ramo.
Se una pianta stentava a crescere perché non riceveva abbastanza luce, la ninfa potava con grande competenza le piante che la soffocavano, facendole arrivare i caldi raggi del sole. Istruiva tutti gli animali che si cibano di erbe perché lo facessero nel modo giusto, senza arrecare danno alle piante.
La regina delle fate da molto tempo si era accorta dello zelo e della competenza di Magalì e un giorno, incontrandola nel bosco, le annunciò, senza tanti preamboli, la sua decisione di promuoverla al rango di fata. "Vieni domani al mio castello- le disse- alla presenza di tutte le fate riceverai l'investitura ufficiale". Magalì ringraziò con voce tremante per l'emozione e l'indomani si recò al castello dove, nel corso di una cerimonia solenne, la regina la proclamo fata e le consegnò la bacchetta magica. " Con questa bacchetta-le disse- potrai compiere tutti i prodigi che ti saranno richiesti e quelli che tu giudicherai utili e necessari".
Finita la cerimonia, Magalì tornò al suo bosco un po' frastornata ma molto felice e soprattutto desiderosa di mettere la sua bacchetta magica a disposizione di chi ne avesse bisogno. Impaziente ma stanca, raggiunse la sua casa e andò subito a dormire. All'alba si svegliò, si vestì in fretta e aspettò che qualcuno bussasse alla porta. Non dovette aspettare molto: tutti, nel villaggio che sorgeva ai margini del bosco, avevano saputo della sua nuova condizione. La prima a presentarsi fu una vecchiettache, appena entrata, si mise a supplicare." Oh, Magalì! Tu conosci la mia casa. È piccola, brutta e cadente. Ti prego, fa che io possa avere una casa comoda e sicura". Magalì fece roteare la bacchetta in direzione della casa della vecchia che, ringraziando, se ne andò sicura. Infatt, quando fu sul luogo dove si trovava la sua vecchia casa, trovò una graziosa villetta circondata da un piccolo giardino. "Ora finalmente potrò vivere da signora" -si disse la vecchia Cercò di raddrizzare la sua schiena cura ed entrò con passo signorile nella nuova casa.
Da quel momento Magalì ebbe un bel da fare, Tutti gli abitanti del villaggio vollero una casa più grande e in poco tempo il vecchio paesino scomparve e al suo posto si poteva vedere un grande, moderno paese che stava per congiungersi al verde del bosco. Magalì cominciò ad essere preoccupata. "Se continuerà a venire gente per chiedere nuove case, che ne sarà del bosco?". Proprio come temeva. si presentarono delle persone provenienti dalla città. Anche loro avevano saputo dei poteri magici di Magalì e chiedevano villette per trascorrere le vacanze. "Case non se ne possono fare più-disse Magalì-come avrete visto il paese ormai è a diretto contatto con il bosco. Non vorrete distruggerlo!". "Distruggerlo no- risposero i nuovi arrivati- ma tagliare qualche albero per costruire nuove case si può fare benissimo" Nei loro sguardi c'era la ferma determinazione di ottenere ciò che avevano chiesto." Tagliare alberi? -disse Magalì - ma è il primo passo per distruggere il bosco perché dopo di voi verranno altri e poi altri ancora e tutti chiederanno la stessa cosa". "Vuoi dire che ti rifiuti di darci una caetta per le vacanze?" "Si - disse Magalì, decisa- mi rifiuto". "Staremo a vedere - dissero i forestieri. la cosa non finirà così". E se ne amdarono con aria minacciosa.
Il giorno successivo passò senza incidenti. Magalì accontentò un gruppo di bambini che volevano un aquilone, una coppia di vecchietti che vollero ritornare giovani e una contadina che ottenne che le sue galline facessero uova d'oro. Subito ricominciò la gara. Frotte di bambini vollero gli aquiloni e tutto il cielo ne fu coperto. Ah, era uno spettacolo proprio bello! Aquiloni di tutti i colori volteggiavano nell'aria, leggeri come farfalle. I vecchi fecero la fila davanti alla porta di Magalì. aspettando il loro turno per ridiventare giovani. Insieme ai vecchi si misero in coda decine di contadine che volevano galline dalle uova d'oro.
Dopo due giorni di lavoro estenuante, Magalì uscì di buon mattino diretta al bosco dove contava di stare tutto il giorno nel verde e nel silenzio. Ma appena uscì i accorse che molti alberi erano stati tagliati e squadre di operai stavano già al lavoro per costruire nuove villette. Magalì si ricordò delle minacce dei forestieri e, piena d'ira, corse a prendere la bacchetta magica. Quando fu di fronte al cantiere agitò decisa la sua bacchetta e,,, tac, tac, tac, tutti gli alberi tagliati si eressero alteri spazzando via gli operai e i loro attrezzi. Molto adirati gli operai assalirono Magalì."Ah, è così! Ami tanto i tuoi alberi che non ti sei nemmeno preoccupata della nostra incolumità. Lo sai che siamo vivi per miracolo? E non è stata certo la tua bacchetta magica a salvarci" Magalì, molto contrariata, corse a casa, vi si chiuse e per giorni e giorni non volle vedere nessuno. Tutti quelli che si recarono da lei trovarono, sulla porta, un cartello con la scritta: "Si prega di non disturbare".
Molti ritornarono amareggiati a casa loro ma altri non si rammaricarono molto. Considerato quello che stava succedendo in paese e in campagna molti avevano cominciato ad avere delle perplessità sulla validità degli interventi magici di Magalì. I bambini si erano presto stancati dei loro aquiloni. Li avevano ammucchiati nelle loro case dove presto diventarono povere carte sbiadite, stracciate e polverose. Quando i bambini ebbero di nuovo il desiderio di lanciare aquiloni si vergognarono di tornare da Magalì e, del resto, avrebbero trovato la porta chiusa), né ebbero voglia di farseli da sè, come una volta. I vecchi che erano ridiventati giovani capivano di non avere più la spensieratezza e l'allegria di tanti anni prima: la memoria della loro vecchiaia non li aveva abbandonati e il pensiero della morte che, quando erano vecchi non li turbava, ora che erano giovani li angosciava.
Quanto alle contadine, non avendo avuto l'accortezza di lasciarsi almeno una gallina che facesse uova normali, continuarono a raccogliere, con sempre minore gioia, le uova d'oro con le quali non potevano farsi nemmeno una frittatina.
In tutto il paese le cose non andavano affatto bene. Gli abitanti del luogo che avevano avuto dalla bacchetta di Magalì case comode e nuove non riuscivano a mettersi d'accordo con gli abitanti della città. Questi volevano abbattere una parte del bosco per costruirvi case per le vacanze, quelli volevano conservare, tutto intero, il loro bosco.
Magalì, dopo un mese vissuto barricata in casa, si decise ad andare dalla regina per chiedere un consiglio. Nel lungo mese di clausura si era chiesta come mai la nuova condizione di fata le creasse tanti problemi. Passando per il paese si accorse che la gente non era felice. Le poche persone che camminavano per le strade erano silenziose e tristi o corrucciate. Quando la riconobbero la fermarono e, in pochi minuti, i paesani che credevano ancora nella bontà della magia di Magalì, avvertiti della sua presenza, le furono intorno. "Magalì - dicevano molte voci - i forestieri vogliono abbattere il nostro bosco. Finora siamo riusciti ad impedirlo, ma quelli vengono sempre più numerosi ed aggressivi. Solotu puoi aiutarci. Stendi un incantesimo sul bosco e rendi gli alberi inattaccabili dalla scure".
"Questo si può fare" - disse Magalì. Tac, ta,, tac... il bosco divenne magico inattaccabile da qualsiasi strumento tagliente. Magalì, in cuor suo, non fu affatto felice dell'0perazione. Le sembrava di aver pietrificato le piante. "Se avranno bisogno di una potatura - pensava tra sé . non potranno averla e se qualche ramo morirà dovrà restare tristemente attaccato all'albero vivo". Intorno a lei ipaesani erano di nuovo allegri perché qualcuno di loro era andato a verificare, con una scure, l'incantesimo e si era potuto accertare che funzionava benissimo.
Risolto il problema del bosco, la gente assalì di nuovo Magalì con le richieste personali. "Magalì - le sussurrava una donna che l'aveva afferrata per un braccio ed era riuscita ad appartarsi con lei in un angolo -Magalì, rendi la mia famiglia ricca, così mio marito non dovrà faticare tanto per andare a lavorare in città".
"Magalì - le sussurrava un uomo che l'aveva strappata alla donna - vorrei un cane più bravo, a cercar tartufi, di quello del mio vicino". "Magalì - diceva una donna che la tirava da un'altra parte - rendi mia figlia più bella della Luisa che ha tanti corteggiatori, uno più ricco dell'altro". La folla seguiva Magalì in tutti gli spostamenti che le faceva fare che riusciva ad afferrarle il braccio. Ad un tratto un uomo dagli occhi spiritati le afferrò il polso e la trascinò di corsa dietro un portone. "Magalì - sussurrò piano con la voce carica di odio - il mio vicino mi ha fatto gavi torti. Fallo morire". Atterrita, Magalì si sottrasse di colpo alla stretta dell'uomo e corse a perdifiato in direzione del bosco. La gente stentava a tenerle dietro. Quando finalmente arrivò al bosco, Magalì gridò alla gente che la insegiuva: "Fermatevi tutti! Il bosco, ora, è impenetrabile" Qualcuno cercò di raggiungerla ma, giunto al limitare del bosco, una forza irresistibile lo respinse indietro.
Magalì continuò ad addentrarsi nel bosco, carica di tristezza. Si sedette in riva al fiume, piangendo. "Questo è il potere che mi è stato dato? -si chiedeva fra le lacrime- la mia bacchetta ha reso la gente avida, infingarda, egoista, violenta."
Si alzò decisa e liberò il suo bosco dagli incantesimi. "Tornate alla vostra vita normale - disse agli alberi - lasciate che la gente vi tagli un po' per scaldarsi d'inverno davanti al camino. Lasciate entrare chiunque cerchi, tra voi. pace e
riposo o semplicemente la bellezza dei vostri colori e del vostro profumo. Gli uomini non vi taglieranno per costruire al vostro posto una foresta di cemento. Non saranno tanto pazzi! E comunque dovranno assumersi la responsabilità delle loro decisioni. Le conseguenze, buone o cattive, li faranno riflettere, li aiuteranno a diventare più ragionevoli, più solidali, più liberi. Speriamo che arrivino a capire che non possono costruire le loro vite sulla falsa speranza del prodigio. Quanto a me ho capito quanto sia difficile fare buon uso di un potere incontrollato e voglio disfarmene subito". Prese la bacchetta, la spezzò contro il tronco di una forte quercia e ne buttò ipezzi nel fiume che li trascinò verso il mare.
In quell'istante il mondo dei maghi, delle fate, dei folletti, degli gnomi e delle ninfe cessò di eistere. Magalì non lo sapeva, ma bastava che uno solo di loro rinunciasse al potere magico perché tutti lo perdessero.
Maghi, fate, folletti, gnomi e ninfe non morirono. Tornarono a vivere nella mente e nei sogni degli uomini dai quali erano nati. Etutti insieme, negli uomini, si trasformarono nella Fantasia che serve al poeta, allo scienziato, all'operaio, al contadino, a chi è allegro e a chi è triste, agli adulti e ai bambini.
1234
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Grazie, Alberto. Scrivere favole è una delle mie passioni. Ciao. Franca.
- il tema fondamentale della responsabilità umana nei confronti dei propri simili e della natura è trattato con grande delicatezza ed estrema scioltezza.

Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0