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Pane e mortadella
Zio Lidio, un caldo pomeriggio d'estate, pensò bene di calmare la mia esuberanza colpendomi, in perfetto stile gladiatorio, al costato con la punta di una grossa canna, alla quale aveva appena fatta la punta acuminata.
Evitai di essere infilzato solo perché con un guizzo riuscii a schivare in parte il colpo, restando però ferito seriamente.
In quella occasione si levarono fiere urla da parte di mia madre e mia zia, ma la legittimazione al maltrattamento del sottoscritto era ormai fatto compiuto e tutti, quando potevano sfogarsi, facevano del loro meglio per prendersela con me impunemente.
Era un omaccione basso e peloso come una scimmia.
Era sposato con la zia Iolanda, la sorella di mia madre.
Aveva pure la faccia da gorilla, piena di verruche scure, col naso largo e dotato di due enormi narici.
La sua corporatura era tozza, la statura bassa.
Sembrava ed era solido come una roccia.
Aveva una dentatura massiccia e la mascella squadrata.
I suoi capelli erano fitti e ispidi come rovi, sembravano fatti col filo di ferro.
L'attaccatura arrivava sin quasi alle sopraciglia.
In seguito potei constatare che quei capelli non erano cambiati neppure quando arrivò a ottant'anni.
Uno studioso di antropologia, interpretando correttamente quel fenomeno, secondo i canoni ortodossi dell'evoluzione darwiniana, avrebbe sicuramente rinvenuto in lui i tratti dell'ultimo anello mancante tra i primati e l'uomo.
Tranne me, il fossile vivente non lo rinvenne mai nessun'altro.
Era un sottufficiale di marina che quando metteva la tenuta estiva bianca, coi pantaloni corti e i calzettoni, diventava un'autentica macchietta. Se qualcuno avesse avuto l'idea di disegnare una sua caricatura, non avrebbe potuto sfotterlo meglio di quanto la natura avesse già fatto.
Tentò di passare al ruolo degli ufficiali ma, fatto il concorso, venne scartato.
Ho sempre sospettato che sia stato fottuto principalmente dalla sua bruttezza in quanto non era del tutto privo d'ingegno.
Guidava una Rumi bianca modello Scoiattolo, con la quale qualche volta, d'estate, portava sua figlia e me al mare.
L'ultima volta che mi fu concesso di salire sulla Rumi per andare al mare, fu quando persi la sua fede matrimoniale.
Accadde una tragica giornata di luglio.
Il mare era bellissimo e la giornata assolata e calda.
La spiaggia affollata.
Dopo reiterati bagni mi venne una gran fame.
Solitamente portavamo per lo spuntino dei panini imbottiti con la mortadella, pomodori e frutta.
Cercai la busta, mi presi una rosetta, la aprii e schiacciai dentro un pomodoro.
Io, seduto sulla sabbia calda, mi godevo beato il mio appetitoso panino, quando sentii una manata calare violentemente sul mio collo e vidi un'ombra minacciosa che si proiettava su di me, mentre il panino volava via e vagava roteando nell'aria, come un boomerang, perdendo in volo le fette di mortadella e i pezzi di pomodoro, atterrando miseramente, dopo una lunga parabola, sulla sabbia bianca.
- "Mammaaaa" . Gridai con quanto fiato avevo in corpo.
Che botta!
Ero stordito mentre i miei occhi si riempivano di lacrime e di mille lucette sfregolanti.
-"Ma cosa hai fattooooo!!!????"
"Ma come? Il cazzotto lo avevo beccato io e questo mi chiedeva cosa avevo fatto!!". Anche se ero in stato confusionale non mi tornavano i conti.
Mi sono rivisto anni dopo in quella scena come in un film di Alberto Sordi, quando lui, imputato della morte di un tedesco, si arrovellava per ricordare quale tedesco avesse mai conosciuto in vita sua e infine gli veniva in mente di aver davvero conosciuto un tedesco durante la guerra.
Con orrore ricordava che questo militare tedesco gli aveva rubato la bicicletta, mollandogli anche una sonora sberla.
Il dubbio atroce che lo assalì fu che il tedesco fosse morto per la sberla che gli aveva mollato!!
Analogamente io interpretavo allo stesso modo il casino infernale scatenato dal peloso; non sapevo d'essere un antesignano involontario delle storie che sarebbero state poi raccontate al cinema nella commedia all'italiana.
Zio Lidio strillava come un ossesso saltellando sulle gambette da macaco e con gli occhi iniettati di sangue.
Ci sarebbe stato da ridere a crepapelle, in condizioni normali.
-"Hai fatto cadere la mia fede, la mia fede matrimoniale nella sabbia, l'hai persa e adesso... chi la ritrovaaaa!!!?????"
Mi minacciava con le mani davanti alla mia faccia, mordendosi la lingua come a voler reprimere il desiderio sfrenato che aveva di voler mettere fine alla mia breve esistenza terrena. Io stupefatto, impaurito, dolorante e intontito per il cazzotto, e per di più all'oscuro del fatto, stentavo a capacitarmi di cosa stesse succedendo, mentre intanto si era radunato un capannello di bagnanti, che intuivo essere non proprio disinteressati, i quali si offrirono subito volontari per la ricerca della fede persa.
La fede persa non fu mai ritrovata, non l'avrebbero trovata neanche se avessero fatto un voto e organizzato tutti insieme un pellegrinaggio in Terra Santa, ma io odiai talmente quello sgorbio peloso di mio zio che sperai, segretamente, fosse stata rinvenuta e fregata da uno dei volontari in mutande da bagno.
Ho sempre pensato che in realtà lo scemo avesse fatto tutto da solo ma che, per crearsi un alibi e per non apparire in tutto lo splendore della sua coglionaggine, avesse premeditatamente scaricato sberle e colpe su di me.
Mi pare di non aver mai più sentito di qualcuno che si sia sfilato la fede nuziale e, per non perderla, l'abbia messa al sicuro tra i panini con la mortadella.
Da allora, a dispetto di tutti tentativi per farmeli odiare, trovo comunque, ancora oggi, deliziosi i panini con la mortadella e i pomidoro.
Delle volte sono colto da uno sfrenato desiderio, da una fame di pane e mortadella, per cui mi organizzo con delle buone rosette, mi faccio tagliare alcune fette di quella col pistacchio e non troppo salata, con uno spessore particolare; schiaccio dentro un bel pomodoro maturo e poi mi divoro i favolosi panini.
Questo rituale è quasi un atto di ribellione, un manifesto ideologico contro la prepotenza di tutti i farabutti pelosi del mondo, responsabili dei miei stati d'ansia.
Penso che il desiderio di mortadella sia ancora oggi per me un benefico riflesso condizionato, ed il consumo di questo alimento un efficace antidoto contro le mie angosce.
Trovo sempre delizioso il mare, mentre devo ammettere di aver conservato una certa diffidenza per la sabbia, preferendo di gran lunga gli scogli che considero più sinceri.
Ho continuato, non ostante tutto, anche ad amare la Rumi.
L'uomo peloso, in arte zio Lidio, divenne oggetto di presa in giro da parte degli amici che, la sera, si rinfrescavano seduti sulla panca del sarto, dirimpetto alla casa di mio nonno in Via Crimea.
Egli fu, da allora e per sempre, bollato ironicamente da tutti col soprannome infamante di " uomo senza fede".
Giustizia era stata fatta.
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