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Lei mi è sacra (terza parte)

Tornato in redazione volavo. Sorvolavo sulle cose e sulle persone, che erano tutte sparite. E proprio perché neanche le vedevo, quelle cose e quelle persone, le trattavo tutte con un'indifferenza placida e gentile, cosa che le colpiva e le faceva diventare più considerevoli nei miei poveri confronti. Anche le cose mi sorridevano dunque, e ciò voleva dire che ero veramente fuori di testa.
" Lei mi è sacra..." pensavo, e mi sentivo trasfigurato. Io ero un altro ora e praticamente vivevo solo per lei. Il resto non esisteva. Ci passavo sopra. Penetravo attraverso la materia come se avessi annullato la mia fisicità. Ero una specie di angelo e ogni volta che la pensavo, la "sentivo". Ed ero sicurissimo che anche lei "sentiva" me.
Ecco ecco 'sti romantici cosa provavano! E anche 'sti stilnovisti!... E i troubadours... " Si, ora anche i troubadours! - mi dissi ironico - Ci mancavano pure quelli..." Ed ebbi voglia di scrivere delle parole per lei, e poi magari di mandargliele in un messaggio.
Alla fine le scrissi, quelle parole, usando una splendida citazione da Baudelaire: "... così gioielli, mobili, vestiti / s'adattavano in pieno alla sua rara bellezza / niente offuscava la sua luce perfetta / e tutto sembrava farle da cornice..."
Lei naturalmente non mi rispose. Ed io passai un altro pomeriggio di fuoco, timoroso di averla infastidita. Poi, prima di dormire, mi lasciai andare. Mi dissi che ormai avevo varcato il Rubicone della unilateralità e che potevo anche rischiare di disturbarla. Il mio amore valeva per se stesso ormai, e non avevo bisogno neanche della sua approvazione o del piacere che potevano farle i miei complimenti. Godevo solo del mio "sentire", e lei diventava quasi una scusa, una semplice occasione per provare i miei sentimenti più sublimi.
Ma quando il giorno dopo vidi arrivare il suo messaggio, con su scritto "Stasera faccio una serata con amici, puoi/vuoi venire?", capii che il mio "input di autarchia dei sentimenti" era solo un presagio, e che per ora, ancora, dovevo godere della reciprocità, e continuare per forza a interloquire con lei. Era lei che continuava a chiedermelo ed io, intimidito dalla sua "autorità", non potevo certo esimermi.
Fu allora che pensai a Petrarca, più che a Dante, alla sensualità repressa che emanavano le sue poesie, e a quella vera e propria perversione spirituale che rappresentava il suo rapporto con Laura.
Cazzo, mi stavo ripassando tutta la storia della letteratura mondiale! Da Goethe a Somerset Maugham, da Foscolo a Baudelaire, dai romantici a Petrarca e chissà mai dove sarei arrivato.

Intanto però, gira gira, siamo arrivati a quella sera di cui parlavo all'inizio, al "Lei mi è sacra" di Goethe, a quella quinta volta in cui potetti gustarla e declamai dentro di me quel passo de "I dolori del giovane Werther". Era risorto dai più profondi recessi del mio inconscio, quel passo, come se avessi davvero imparato a memoria tutto quel romanzo: "Lei mi è sacra. Ogni desiderio tace alla sua presenza. Non posso dire quello che succede in me quando le sono vicino; mi pare che tutta l'anima si riversi nei miei nervi."

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 09/08/2013 15:33
    Ecco, qui invece sei stato talmente bravo a descrivere nei dettagli tutta la psicologia dell'innamoramento, cosa che io non saprei mai fare, che non posso che applaudirti. Si soffre con te, ci si tormenta nell'attesa, ci si riconosce in ogni palpito: e quindi, complimentissimi!

3 commenti:

  • write il 22/08/2013 16:53
    Scusa, Anonimo, o Romi (non so), non credevo ci tenessi al ringraziamento, davvero... Di solito non rispondo ai commenti, non mi piace l'"io commento te e tu commenti me"... Nel tuo caso ho risposto al commento dell'altra parte, solo per difendere il mio stile e le ragioni del mio stile... Per spiegare a chi legge i motivi per cui uso certe tecniche o certe espressioni... Scusa davvero, non volevo urtarti... Se vuoi chiariamo meglio con messaggio privato... Un sorriso
  • Anonimo il 21/08/2013 19:32
    Vedo che quando la si elogia, caro Write, non si prende neanche il disturbo di ringraziare.
  • Anonimo il 12/07/2013 14:32
    Per me, completamente senza fantasia, mi pare un miracolo leggerti. Continui, sempre in modo versatile, piacevolissimo, originale, a scrivere di un innamoramento: io non ci avrei sprecato più di dieci righe... Mai tedioso, anzi... descrizioni di lei e le tue introspezioni mai banali e quel rifarti a poeti e scrittori è "fantastico". Quel "mi bastavissima... " una perla di trasgressione lessicale che sta lì come un fiore all'occhiello: te lo puoi permettere! Per quante parti ancora avrai in riserbo so che non mi annoierai e... qui sto!

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