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Il calice della vita

Nessuno inizialmente se ne accorge, nessuno inizialmente lo nota, nessuno inizialmente decide di combattere apertamente ciò che la vita prende, concede e distrugge.
Il primo bicchiere di vita scende fresco nella gola, il suo sapore svolazza nella tua bocca come una falena intorno alla luce, hai voglia di bere e afferri a due mani la bottiglia.
Oh quanto sei ingenuo, afferri la bottiglia e non noti ciò che ti circonda: uomini, sdraiati a terra, doloranti e sofferenti. Uomini che rotolano e rantolano nel loro vomito. Uomini ubriachi che hanno bevuto dal calice della vita senza prima diluirne il nettare.
Osservi incuriosito le vittime e ridendo cominci a bere. Sei migliore di quelle persone, sei più forte, sei più intelligente e sei anche più fortunato. Questo è ciò che ognuno crede quando inizia a bere dal calice della vita.
I sorsi che scavano la tua gola in questo momento si fanno sempre più pesanti e putridi, ciò che prima bevevi con piacere diventa lentamente un disgustoso intruglio.
Cerchi di passare la bottiglia a qualcuno ma sono tutti troppo ubriachi per prendere ancora un po' di vita. Speri disperatamente che qualcuno allontani da te quella bottiglia ma allo stesso tempo muori dalla voglia di prendere un nuovo sorso. Così, con lunghe pause, bevi da quella bottiglia. Ogni sorso è sempre più pesante, la testa comincia a girarti e sai bene che se continuerai a bere andrai verso la morte. Ironico, più bevi dal calice della vita e più la morte soffia sulle tue spalle.
Arriva poi il momento più doloroso, la testa è stordita dal tuo bere e appoggi per qualche attimo la bottiglia. Respiri, provi a goderti l'aria notturna e senza una reale ragione, cominci a correre disperatamente. Corri, corri, corri e corri fino a quando non ti ritrovi nello stesso punto in cui hai abbandonato la tua dolce bottiglia.
La vita che hai già bevuto scuote lo stomaco a causa della tua corsa priva di ragione.
Afferri disperatamente la bottiglia, ti appoggi al muro più vicino e vomiti senza preoccuparti del povero uomo che collassa proprio sotto ai tuoi piedi.
Vomiti e tra le lacrime ti accorgi che non puoi smettere di bere dal calice della vita, ormai, la morte giunge con il suo abito bianco, ti osserva, ride ed esulta.
La guardi, la paura blocca le tue gambe ma la tua mente gioisce. Ora non devi più bere, ora puoi abbandonarti alla morte e non sentire più quel marcio sapore che scava e ustiona la gola.
La morte continua a guardarti, dalla tasca della sua elegantissima giacca estrae lentamente una nuova bottiglia e te la porge ammiccando.
Un nuovo conato di vomito ti assale, osservi implorante la morte e con rapidità capisci l'offerta: la morte ti concede ancora un po' di vita.
Osservi la bottiglia, ridi istericamente e offendi la morte. La morte, quella vile puttana che ora ti offre nuovamente il dolore, il vomito e la dipendenza. Ti calmi, la osservi, sorridi con tranquillità e annuendo afferri la bottiglia. Nessuno sa come mai, nessuno conosce la risposta. Ogni giorno accade, la morte si presenta davanti a noi, ci porge sorridente una nuova bottiglia di vita e noi, tra le lacrime e il vomito, siamo pronti ad accettare.

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 17/08/2013 19:25
    Un tema molto personale, trattato tuttavia con originalità e proprietà di linguaggio, sia nella narrazione che nella punteggiatura. Sul contenuto non si può essere perfettamente d'accordo perché io, per esempio, ma molti amici, siamo partitti con piccolissime dosi di vita aumentandone il grado alcoolico man mano che eravamo in grado di sopportarlo. A vent'anni facevo scalate da pricipiante, ora mi arrampico pure sul Cervino... una volta temevo le donne e non ne cuccavo una che era una, poi ho affinato gli artigli, ho fatto lavorare il cervello, ed eccomi qua. Chi va piano va sano e va lontano... non è mia, quindi vorrà pure dire qualcosa. Come vede due vite diametralmente opposte, ergo... un saluto.
  • cadoni angelo il 17/08/2013 17:36
    Un argomento e un tema difficile da trattare. Hai fatto uno spaccato molto particolare che fa riflettere molto. Bravo mi e' piaciuto.
  • Caterina Russotti il 17/08/2013 15:47
    Si vero... In questo momento ho voglia di ubriacarmi perché ho sete di vita e la morte mi fa così paura che non voglio e non posso accettarla; pur sapendo che prima o poi mi rassegnerò e aprirò con serenità la porta che ora tengo egoisticamente chiusa.