Adoro correre. Mi dà la sensazione di volare. Approfitto della pausa
a metà giornata per farlo.
Cerco di non andare sola, c'è un collega che lo fa con me.
Oggi se n'è andato avanti, ha visto che arrancavo e non voleva perdere il ritmo.
Non lo vedo più , sarà dopo la curva.
Meglio che mi muova se voglio raggiungerlo.
Con questa luce e questo sole non corro pericolo, anche se gli alberi mi opprimono un po'.
C' è qualcuno lì , dietro la siepe, mi insegue e corre più forte di me.
È arrivato, mi sta strattonando, ma che vuole?
Ho frequentato il corso di autodifesa personale e voglio reagire.
Non me ne starò ferma e indifesa.
Ma cosa tiene in mano quello? Gli ho dato due cazzotti, ma non sono serviti a nulla. Mi ricordo il monito del maestro: "Se vieni aggredita, la prima cosa è fuggire." E invece io mi sono difesa... cos'è quella cosa che luccica tra le sue mani? Fa male, tanto male e non riesco più a muovermi, e' la fine della mia corsa.
Ora sono in un altro mondo, in un'altra dimensione e lo vedo, quello sprovveduto animale che mi ha colpito.
Perché, gli vorrei chiedere, perché non sono stata libera di fare quello che amavo di più?
Io volevo solo essere libera di correre.