La famiglia, sicuramente l'istituzione più importante e da salvaguardare nella nostra società. Ma oggi come funziona? Da che parte la facciamo andare tra giornali che parlano di successi facilissimi tra copertine pettegole di attricette in carriera e televisioni che ci spiattellano la puntata odierna e i possibili sviluppi del reality di turno? Non mancano i riferimenti ai talent-show: tutti sono bravi, tutti possono provare: a cantare, a recitare, a creare opinione. Quanta confusione! Mi sono chiesto se questo disorientamento sia di oggi oppure abbia radici più profonde. Ebbene già nel 1955 Eduardo De Filippo ne parlava (il '68 era di là da venire). Il grande drammaturgo napoletano aveva messo in scena "Mia famiglia" commedia in tre atti che parla delle vicissitudini di Alberto Stigliano, speaker di professione che tenta, senza successo, di tener testa alle smanie di sua moglie Elena che non lavora ma ama la vita comoda e agiata, fatta di belle macchine che guida e sfascia e circoli di canasta per "un poco di svago di cui una signora maritata ha diritto". Alberto Stigliano perde la fiducia nella famiglia come istituzione e cerca una vita per conto suo nonostante abbia due figli: Beppe e Rosaria entrambi alle prese con le stesse insoddisfazioni espresse in modo diverso: il ragazzo si sente bello (o glielo fanno credere) e tenta il successo nell'ambiente cinematografico. Nulla di male ma cresce il contrasto generazionale con il resto della famiglia che critica aspramente rivendicando la voglia ed il diritto di "farcela da solo". La sorella ha invece atteggiamenti spavaldi e controcorrente che, al contrario, nascondono una fragile ingenuità. La commedia si snoda e velocemente la situazione precipita: la moglie Elena contrae un forte debito di gioco, il figlio Beppe viene coinvolto in un omicidio (è innocente ma la difficoltà è dimostrarlo) e la figlia Rosaria a causa dei suoi atteggiamenti (solo apparenza) trasgressivi viene lasciata dal marito appena sposato. Di fronte ai dispiaceri Alberto rinuncia a guidare la famiglia e finge di perdere la parola costringendo tutti gli altri a rimediare da soli, riacquistandola in seguito per denunciare il figlio che, se innocente, non corre rischi. Segue una chiarificazione vera sul ruolo di ognuno in famiglia non per diritti e doveri quanto per ciò che concerne speranze ed obiettivi, in seguito alla quale si intravede un filo che porterà ad una risoluzione della vicenda.
Fin qui la commedia. Eduardo ne fece una risposta al Neorealismo: secondo me volle provare ad uscire da un disorientamento creato dalla guerra entrando e scavando nella sacra istituzione familiare senza utilizzare i consueti canoni della morale cattolica (pur essa valida, certo, ma non esauriente). A mio giudizio due sono gli aspetti da affrontare partendo dall'opera e si può effettuare un paragone anche col mondo attuale: il primo si riferisce all'esigenza di creare qualcosa di importante nella nostra società. Tutto parte dal nucleo familiare già formato o ancora da creare ma non ci sono dei punti cardine da seguire per renderlo funzionante poi la crisi che perdura e che non ha sbocchi fa il resto anche se il problema non è quando finirà la crisi ma come e quando è iniziata.
La persona nella sua vita è sempre persona pubblica (non come inteso oggi personaggio famoso a vario titolo) ma nel senso che compie azioni di cui rendere conto sia a chi gli sta vicino come pure nella vita professionale ed etica. In più si aggiunge, come secondo punto, la questione, attualissima, dell'incomunicabilità, la difficoltà di comprensione pur nel proliferare di mezzi che dovrebbero agevolarci e nei quali, al contrario, ci rinchiudiamo per creare nuove insicurezze che mezzi come web, social network e mass media acuiscono invece di risolvere.
Non è intenzione in questa sede di fare un'analisi sociologica del problema. In realtà basta molto meno: riscoprire i racconti di un tempo, le saggezze del passato e i ritmi più lenti che forse aiutano a produrre e a riflettere di più cogliendo i vantaggi del nuovo che porterebbe l'esaltazione delle idee e dello spirito di pura iniziativa ed una diffusione delle stesse assai veloce in "tempo reale".