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Cervello in bikini
Sospeso.
Un racconto potrebbe trasformarsi in una manciata di minuti, o nel migliore dei casi, di ore in cui si decide di entrare in un mondo a parte, con la sua natura, le sue storie e i suoi meccanismi. Lo scrittore però si ritrova in un continuo dejavù e pensa "Ma qui ci sono già stato!". Questo perché, per quanto ci sforziamo di inventare una storia, tendiamo sempre a raccontare di noi. Anche se noi siamo atei ed il personaggio è cattolico, ci sarà sempre qualche blasfemia pronta dietro l'angolo a rovinare il tutto e depistare il lettore. Perché siamo così, un po' egocentrici, un po' altruisti.
E lo ammetto, il mio sangue è pieno d'alcol, perché è il cibo preferito della mia creatività. Non è un tentativo da poeta maledetto, ma una fottuta necessità. Come schiacciata da un macigno, la mia mente resta lì immobile, finita, limitata. Ma una buona birra, o del vino, o dei buoni cicchetti di Jägermeister rendono la creatività una donna libera.
Forse questa introduzione è solo una giustificazione: "Bevo per una giusta causa: l'arte". Ma no! È solo un modo per dirvi che sono ubriaco, e domani mattina risistemerò la sintassi assurda e la semantica pazza di certe frasi che scriverò.
Ed è così che lo scrittore è ispirato e la storia comincia(ma non prima di fare pipì):
È ora di danzare
Sono seduto all'aria aperta nel balcone di casa Magellano. In realtà non conosco alcun Magellano, ma quel cognome esce dalla bocca di tutti. Lo accetto. Sigaretta tra l'indice ed il medio della mano destra, birra nell'altra mano. Il panorama è terribile: ci sono case popolari di color grigio con spruzzi di colore qua e là, proprio dove il bucato è lasciato ad asciugare sulle terrazze. Da qualche finestra si vede gente seduta a mangiare, altri con il telefono in mano, altri ancora indaffarati nelle pulizie. Nulla di interessante, se non le forme che assume il fumo biancastro mentre fugge dalla mia bocca. Una mano si appoggia sulla spalla:
"Che serata, eh?" mi dice Davide, appena svegliato.
"Ohi, buongiorno! Bella serata si, come ti senti?" rispondo.
"Mattone. Ieri è stato terribile. Quando siamo usciti dal Flower ho vomitato da schifo!"
"A chi lo dici ah ah" in realtà non c'è niente da ridere. Vomitare non è mai troppo piacevole, soprattutto quando sei in pubblico.
Ops, interruzione. Lo scrittore vi comunica: si tratta di una storia di alcol e sballo. Siam tutti informati di ciò che le vecchie generazioni pensano di noi giovani. Ma ricordate, questo è il racconto di una giovane mente ubriaca. Una perversa e folle mente ubriaca che vuole coinvolgervi nel proprio caos.
Il Flower distava circa due chilometri da casa Magellano, ed il sobrio di turno doveva guidare la macchina fin lì. Era il turno di Massimo, con la sua piccola e simpatica Yaris.
Sul viaggio
Come una farfalla che trasporta del nettare,
un'auto grigia conduce noi liberi pollini
verso un local che di nom fa Fiore
ma nulla c'ha che si chiam colore.
Ed il poeta si sente ispirato,
forse per l'alcol appena ingoiato,
e parole vuol raccontare,
ma sol insignificanti fonemi può recitare.
su
E e
giù.
"Scusate!" grida il poeta impacciato.
Oh
oh
Aia! Ho azzoppato!
Non sarà magia questa poesia? Di botto un versetto e adesso nessun capoversetto ( ah ah ah che simpatico). Si torna alla prosa dal vecchio stil, mentre un danzar frenetico rapisce le gambe e non vuol saper di esser elegante. Ma mentre il poeta danza felice, ecco che un tipo grosso e grasso mi guarda assassino. Gli ho appena detto "Bella ragazza eh? Che dici ci sta?" e lui "È la mia ragazza". Con un inchino mi scuso e porto il mio culo lontano da lì. Un tipo alto e con la faccia sbiadita mi passa una birra, sembra un gesto di riconoscenza per l'esibizione di prima. Butto giù un sorso ed esco fuori, freddo cane maledetto. Alex mi ha passato il tabacco, cartine e filtri e tento invano di rollarmi una sigaretta. Accanto a me c'è un gruppo di ragazzi intenti a conversare, mi dispiace disturbarli, ma chiedo loro di rollarmi la sigaretta. Sembro un bimbo che non riesce ad allacciarsi le scarpe, chiedendo aiuto al primo passante adulto che si trova davanti. Mi rispondono di no, mentre Davide mi tira fuori da quel gruppo, scusandosi del mio coraggio da quattro soldi. "Sei impazzito?" "Ah ah ah" Non ridere. "AH AH AH". Rido. Rido felice guardando da lontano, molto da lontano, le carceri dove un'ora prima ho rotto le catene con lo Jägermeister.
Un donzelletto vien dalla campagna
Un donzelletto vien dalla campagna,
solo solo, salta salta,
con un mazzolin' di chiavi in mano,
chiede aiuto, aiuto umano.
WOOOOOOOOOOOOOOSH! Eccolo, arriva il vomito. Come un treno dalle ferrovie remote del mio esofago. Un colore strano, miscelato sulla tavolozza di quel pazzo pittore che è il mio stomaco. Rosa tendente al marroncino. Alex mi mantiene la testa, mentre con una mano mi filma. "Stai filmando?" "No sto solo facendo luce con il flash" Mentiva. C'era troppa luce per aver bisogno del flash. Ma sono dettagli.
Ho l'indice ed il medio impregnati dei miei liquidi, come se le avessi infilati in una calda e accogliente vagina. Un pensiero che non esito a esternare. "Guarda Alex, ho le mani di vagina ah ah ah". Che idiota. Entro in un bar e mi dirigo verso il bagno. Apro la porta, offuscata. Sciacquo le mani, esco. Fuori si materializza una spagnola. È in Italia in Erasmus :O.
P. s. I giovani sono accusati di non saper scrivere in italiano. :O è una faccina che indica stupore per chi non lo sapesse. Lo scrittore può essere libero di far ciò? Eh?
"Non mi toccare! Hai fatto la pipì!" dice la spagnola. Ho solo lavato le mani, le rispondo. È sempre bello conoscere gente che viene dall'estero, sopratutto se sono spagnole, sopratutto se sono spagnole e belle. C'è che poi... c'è che poi... (sbadiglio), c'è che poi... la storia inizia ad essere noiosa ed io ho sonno. Sarebbe divertente se vi raccontassi ciò che è successo dopo, con la spagnola. No no, niente di sporco.
Spagnola di qua, spagnola di la!
Prendo la spagnola per un braccio. Esco dal bar.
No, stavo palesemente iniziando ad inventare una storia con la spagnola. Come se fosse un sogno ad occhi aperti, un sogno lucido.
La spagnola è sempre li, davanti al cesso del bar. Ne esce un'altra dalla porta del WC femminile. Oh, che bella. Io ti amo. È una tendenza perversa innamorarsi così, in pochi secondi? Io ti amo!
Rewind "
Sono seduto all'aria aperta, sul balcone di casa Magellano. Mentre Alex mi racconta le idiozie che ho combinato la sera prima, il buon senso torna a farsi padrone ed a incatenarmi nelle carceri della realtà.
Maggio Abbigliamento si rinnova! Il marchio di moda by John Leen cambia veste al proprio sito web, introducendo novità e nuove funzionalità.
Ah no, questo non è un articolo pubblicitario. Oh no, le catene stringono i miei fragili polsi.
Siate seri, ma non troppo.
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