C'era una volta un bambino che andava a scuola. L'insegnante di disegno diede un titolo da svolgere alla classe: il carnevale.
I bambini si impegnarono al meglio, ognuno fece il suo disegno ed anche lui lo fece. L'insegnante guardando i disegni dei bambini scelse il suo come il più carino, ma anche perchè, tra tutti era quello diverso, originale.
Il bambino ne fu molto contento e se ne ricordò l'anno dopo, quando l'insegnante diede di nuovo il titolo, lo stesso: il carnevale.
Anche stavolta la classe svolse il compito. Il bambino fece di nuovo quel bel disegno che lo aveva fatto primeggiare l'anno precedente. L'insegnante stavolta, pur riconoscendo la fattura di pregio ed i colori lo ritenne nella media, e scelse il disegno di un altro alunno.
Il bambino ci rimase un po' male. Ma perchè un disegno più curato, con la stessa fattura del primo, era stato valutato meno?
Ci rimase male, certo, ma l'anno dopo, alla riproposizione dello stesso tema, rispose con l'ennesimo disegno con le maschere e i coriandoli, come gli altri due.
L'insegnante, stavolta, lo valutò in maniera pessima, tra i peggiori. Allora il bambino chiese spiegazioni della valutazione dei tre disegni simili tra loro.
L'insegnate gli rispose che nel tempo si sarebbe aspettata qualcosa di diverso, era diventato più grande, mentre lui, solo per non rischiare, aveva riproposto la stessa cosa per tre anni.
Se il primo anno il disegno era originale, il secondo era banale il terzo, poi, era ripetitivo.
Quello che sorprende prima, se riproposto, stanca e poi annoia.
Impararlo con un disegno, da bambini, fu importante per lui.