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La Boheme (riduzione teatrale)
LA BOHEME (COPIONE)
I QUADRO
In soffitta
(Una finestra grande scopre un panorama imbiancato dalla neve di dicembre al Quartiere Latino a Parigi del 1830: vigilia di Natale, un camino spento, una libreria, un quadro "Il passaggio del Mar Rosso" largamente incompleto, il pittore Marcello con le idee confuse sul da farsi e carte sparse mentre il poeta Rodolfo si alza dal povero scrittoio e guarda fuori)
MARCELLO: Questo Mar Rosso mi rammollisce e dà un senso di gelo come se le sue gocce gelate mi venissero addosso!!! Ora dipingo un faraone che affoga e mi vendico! Tu Rodolfo che fai?
RODOLFO: Tra questo cielo grigio della Parigi imbiancata dalla neve vedo comignoli che emanano fumi e vapori e penso a quel caminetto inoperoso come un vecchio signore che ozia. Le foreste prosperano sotto la neve, niente legno per noi, da ardere.
MARCELLO: Rodolfo ti suggerisco un pensiero poetico che puoi utilizzare: FA UN FREDDO CANE.
RODOLFO: Neanch'io credo esista più il sudore che imperla la fronte.
MARCELLO: Ho le dita ghiacciate come le avessi intinte nel cuore della mia amata Musetta che non mi vuole più.
RODOLFO: Anche l'amore arde ma come il nostro caminetto i suoi tizzoni si esauriscono in fretta.
MARCELLO: Sì. Basta un soffio a far bruciare un uomo
RODOLFO: ... mentre le donne rimangono solo a guardare.
MARCELLO: Stiamo gelando, non possiamo stare senza far nulla.
RODOLFO: Bruciamo il mio dramma che sto scrivendo, lo sacrifico per un po' di fuoco che ci scaldi. Atto primo, prendi e accendi.
Entra Colline filosofo in ambasce con al braccio alcuni libri.
COLLINE: Ho cercato di pignorare qualcosa ma al Monte di Pietà oggi non si accettano: è vigilia di Natale!
RODOLFO: Altro fuoco, serve calore, atto secondo, brucia!
MARCELLO: La fiammata si attenua già, abbasso l'autore!!! (Colline annuisce vigorosamente)
Finalmente giunge un quarto amico, il musicista Schaunard e li salva portando loro legna da ardere e provviste di ogni genere con l'aiuto di un paio di garzoni.
SCHAUNARD: Ho portato anche soldi, la Banca di Francia, per voi si sbilancia! Questo denaro proviene... (lo interrompono, non interessa)
RODOLFO E MARCELLO: Mangiamoooo!!!!
Bussano alla porta: visita sgradita, il padrone di casa Benoit vuole che gli si paghi l'affitto arretrato.
SCHAUNARD: Si sieda Benoit (fa il gesto di scaraventargli la sedia in testa)
MARCELLO: Vuol bere dell'ottimo vino?
BENOIT: Voglio il trimestre di arretrato!
MARCELLO: Ne parleremo, ma mi dica, quanti anni ha? È stato visto con una bella donna!!!
BENOIT: Ho molti anni, assai più di voi, la donna dite? No, un caso.
SCHAUNARD: Briccone!!!
COLLINE: Seduttore!!!
BENOIT: Eh sono vecchio ma ancora valido, in gioventù assai timido e ora mi prendo la rivincita con qualche donna prosperosa, le donne magre sono sofferenti, per esempio... mia moglie!!!
MARCELLO: Orrore!!! Quest'uomo ha moglie e desidera anche altre donne!!!
(TUTTI INSIEME): Qui si attenta all'onorabilità di questa casa (lo cacciano via a viva forza, l'affitto non viene pagato). Andiamo a festeggiare il pericolo scampato al Quartiere Latino!!!
RODOLFO: Andate io rimango ancora un po', il tempo di terminare l'articolo che scrivo per il giornale "Il castoro"
TUTTI INSIEME: Accorciagli la coda a quel castoro!!!!
Rodolfo resta solo
RODOLFO: Non sono in vena, non mi va di scrivere.
Si sente un colpo di tosse, entra una vicina.
VICINA: Permesso? Si è spento il lume.
RODOLFO: Entrate. Non vi sentite bene?
VICINA: Mi manca il respiro... (riesce a raggiungere la sedia ma sviene).
RODOLFO: È pallida, sembra malata però è tanto bella, la faccio rinvenire con un po' d'acqua, si avvicini prenda del vino.
VICINA: (rinviene): Gra... Grazie!!! Che sventata ho perso la chiave
(la porta si apre e il vento spegne il lume)
RODOLFO: Buio pesto.
VICINA: Sono una vicina importuna.
RODOLFO: Ma no, non si preoccupi. Adesso la cerco.
nel buio le due mani si incontrano e si stringono.
RODOLFO: CHE GELIDA MANINA SE LA LASCI RISCALDARE, INUTILE CERCARE CI RISCHIARA LA LUCE DELLA LUNA, SONO POETA MI SPIEGO IN DUE PAROLE, PER MESTIERE SCRIVO E QUESTA VITA VIVO, LIETO DELLA MIA POVERTA', SPERPERO IN RIME E CANZONI D'AMORE, NON HO COLPA SE I MIEI SCRIGNI VENGONO TRAFUGATI DA OCCHI BELLI E SINCERI. COME LO SONO I VOSTRI CHE MI DERUBANO MA NON NE HO DISPIACERE, HO RIACQUISTATO SPERANZA. Qual è il vostro nome?
MIMI': MI CHIAMANO MIMI' MA IL MIO NOME È LUCIA, LA MIA STORIA È BREVE, RICAMO GIGLI E ROSE PER ME E PER CHI LI CHIEDE, MI PIACCIONO DOLCI INCANTESIMI CHE SANNO DI PRIMAVERA E PAROLE CHE FANNO SOGNARE: SI CHIAMANO POESIE!!! Capisce?
RODOLFO: Sì!
MIMI': MI CHIAMANO MIMI' IL PERCHÈ NON LO SO, MI PREPARO IL PRANZO DA SOLA, NON VADO A MESSA MA PREGO SPESSO, SONO SOLA, ADESSO SOFFRO IL GELO MA QUANDO TORNERA' IL SERENO, IL PRIMO SOLE SARA' PER ME (sorride radiosa dissimulando la sofferenza della gran tosse). SE LE ROSE GERMOGLIANO NON SARANNO LE MIE CHE NON HANNO PROFUMO, SONO SOLO RICAMATE.
TUTTI GLI ALTRI (da fuori): Rodolfoooo, poetucolo, vieniiiii?
RODOLFO: Cominciate ad andare, tenetemi il posto al caffe' di Momus, non sono solo.
TUTTI GLI ALTRI (da fuori): Andiamo, il poeta ha trovato la poesia.
RODOLFO (rivolto a Mimì): Sei il sogno che vorrei sognare!
MIMI': Sono lusingata ma gli amici vi aspettano. Posso venire con voi?
RODOLFO: (La bacia). Meglio restare qui, fuori fa freddo.
MIMI': Rimaniamo vicini, ci scalderemo.
RODOLFO: Dammi il braccio, mio amore.
MIMI': Obbedisco mio signore.
II QUADRO
Al Quartiere Latino
(Botteghe, venditori e da un lato il caffè Momus, sera della vigilia di Natale, una gran folla)
VENDITORI: Datteri, caramelle, dolci, fiori alle signore!!!! Giubbe, caffè!!
SCHAUNARD E COLLINE: Compriamo una pipa e un corno.
MARCELLO: Donne a me!
RODOLFO: Mimì, ti compro una cuffietta, presa, ti sta benissimo, andiamo al caffè, ci aspettano gli amici. Io sono poeta, Mimì sarà poesia, sappi che all'uomo lieto la gelosia sta accanto.
(tutti gli altri amici ridono, Mimì, sorride)
MIMI': Prendo crema per me, vi piace la cuffietta che mi è stata regalata? La desideravo e chi me l'ha data mi ha letto dentro.
SCHAUNARD (Cambia discorso): Un toast!!!
TUTTI INSIEME: Beviamo!!!
Improvvisamente arriva Musetta vecchia fiamma di Marcello, accompagnata da un vecchio danaroso di nome Alcindoro.
ALCINDORO (Porta decine di pacchetti): Come un facchino, ho fatto tanti regali non ne posso più!!!
MUSETTA: Vieni Lulù siediti!!! (lo tratta come un cagnolino).
ALCINDORO: Per piacere, i tuoi nomignoli conservali quando siamo in privato!!!
Tutti notano Musetta ma è Marcello che chiede la parola:
MARCELLO: Di lei chiedete a me, io la conosco di nome fa Musetta cognome Tentazione cambia sempre idea, fa la civetta e mangia tanto i cuori altrui, io, il mio l'ho perso e datemi il ragù!!!!
MUSETTA: Marcello mi ha vista ma non mi degna di attenzione, cameriere questo piatto puzza, non mi piace (lo butta per terra)
ALCINDORO: Non facciamoci conoscere.
MUSETTA: Non seccarmi!!! Faccio quello che mi pare!!!
Gli altri commensali lodano il buon cibo.
MUSETTA: Marcello tu non mi guardi!!!!
ALCINDORO: Ti richiamo all'ordine (ignorato).
MUSETTA: Sappi Marcello che quando sono sola tutti mi guardano (si agita).
MARCELLO: Legatemi alla sedia!!!!
ALCINDORO: Taci Musetta, ci guardano tutti!!! (cerca di tapparle la bocca suscitando ilarità generale).
MUSETTA: Marcello tu fuggi da me ma soffri, io so bene cosa senti dentro il petto!!!
Gli altri commensali guardano divertiti la scena mentre Rodolfo spiega a Mimì la situazione, un tempo Marcello e Musetta si amarono.
MUSETTA: So bene cosa senti Marcello, ti ho vinto, tu Alcindoro non mi seccare faccio il comodo mio!!! Devo liberarmi di questo vecchiaccio (sottovoce) Il piedeeee, mi duole il piedeeee!!!! (si toglie la scarpa scoprendosi un poco).
ALCINDORO: Pazza cosa dirà la gente, tutti ci stanno guardando!!!
MARCELLO: Musetta mi hai fatto soffrire e soffro ancora ma se bussassi alla mia porta ti aprirei.
TUTTI GLI AMICI: Sono finiti i soldi come facciamo a pagare?
MUSETTA: Date a me, cameriere per tutti quanti paga il signore anziano che stava con me.
Tutti scappano e Alcindoro resta solo ed affranto e gli tocca pagare il conto al cameriere.
III QUADRO
La Barriera d'Enfer
Mese di Febbraio nel Boulevard di Enfer nella zona di Orleans, sinistra un'insegna del Boulevard Saint-Jacques, fa ancora freddo, si vede un cabaret con l'insegna il dipinto di Marcello che aveva chiamato "Il passaggio del Mar Rosso" ma ha un altro titolo ed alcune modifiche, l'insegna del dipinto reca la scritta "il porto di Marsiglia", ci sono doganieri e gente che brinda, ozio, la cancellata della barriera è chiusa, solo gli spazzini lavorano intirizziti dal gran freddo. Panorama coperto di neve.
Arriva Mimì, non conosce la zona, chiede indicazioni ma è dilaniata dalla tosse, incontra una passante.
MIMI': Buona donna, sapete indicarmi l'osteria dove lavora un pittore, è da queste parti?
DONNA: Eccola.
MIMI': Potete chiamare il pittore? Ditegli che Mimì lo aspetta fuori.
In quel momento Marcello esce.
MARCELLO: Mimì!!!
MIMI (tossisce forte): Speravo di trovarti
MARCELLO: Ci hai trovati, siamo tutti qua da un mese, io dipingo, Musetta insegna canto, anche Rodolfo è qua.
MIMI': (tossisce forte): Non posso entrare, Rodolfo mi ama ma è geloso. Abbiamo litigato, meglio lasciarsi.
MARCELLO: Rodolfo è qui, dorme ma lo sveglio.
MIMI' (tossisce sempre più forte): Stanotte è scappato, una fortuna che sia venuto qui. Non voglio farmi vedere, mi nascondo. (Va nell'angolo del cabaret per non farsi vedere ma sente tutto).
Marcello va a svegliare l'amico e gli parla.
MARCELLO: Che hai?
RODOLFO: Voglio separarmi da Mimì, si è stancata di me!
MARCELLO: La pensavi diversamente poco tempo fa, sei tu un lunatico geloso!!!!!!
Mimì, non vista, ascolta e freme.
RODOLFO: Ho ragione ad essere geloso, Mimì fa la civetta con tutti, si scopre e dà confidenza.
MARCELLO: Non ci credo, dici sciocchezze, non sei sincero.
RODOLFO (Affranto): È vero non lo sono!!! La verità è che Mimì è molto malata ed io ho PAURA!!!!!!! Non posso salvarla è condannata, ha la tosse e io vivo in una casa fredda e squallida, l'amore non basta quando si è troppo poveri!!!!
MARCELLO: Cosa farai?
Mimì ha sentito tutto ed esce allo scoperto. Rodolfo la vede.
RODOLFO: Mimì, tu qui? Mi hai sentito? Vieni a ripararti, mettiti al caldo (la abbraccia e la porta al coperto verso il cabaret)
MIMI': No, si soffoca là dentro.
All'interno del cabaret si sente una risata: è Musetta che ride sguaiatamente. Marcello la sente e si allontana indispettito.
MIMI': Addio Rodolfo!
RODOLFO: Non andare!
MIMI': Torno da dove son venuta, mandami le mie povere cose, quel che mi serve per ricamare, un libro di preghiere e, se vuoi, la cuffietta rosa che mi hai regalato, metti tutto in un grembiule e fammela pervenire, addio, non ti porto alcun rancore.
RODOLFO (Pieno di rimpianto): Addio sogni d'amore!!! Tenerezze.
MIMI' (con amara dolcezza): Sì, ma anche gelosie ed amarezze.
RODOLFO: Sono poeta fanno rima con dolcezze. Non lasciamoci ora, aspettiamo la primavera, il nuovo sole ci accompagnerà.
Le due coppie si lasciano, poco più in là all'interno del cabaret si sente il fracasso di bicchieri rotti, Marcello e Musetta litigano in modo irrimediabile, l'uomo contesta la civetteria della sua compagna, lei reclama la sua indipendenza, voci confuse, un litigio, qualcosa finisce.
IV QUADRO
In soffitta
Stessa scena del primo quadro con Marcello che dipinge e Rodolfo che scrive ma è solo una scusa per fare due chiacchiere fra amici
RODOLFO: Ho incontrato Musetta non ha più voglia di innamorarsi, ha detto che il suo cuore non batte o non lo sente più.
MARCELLO (Cercando di ridere): Mi fa piacere. Anch'io ho visto Mimì, in carrozza, no scherzo dai lavoriamo!!
RODOLFO (con nostalgia): Mimì, non tornerai mai più, mani piccole, capelli profumati che coprii con questa cuffietta rosa dono d'amore felice ma non eterno, ora senza te mi muore il cuore!!!
MARCELLO (con nostalgia): Io non so se dipingere mi piaccia come sempre: ogni paesaggio, ogni raffigurazione di stagione mi parla di te Musetta, dei tuoi occhi del tuo viso, della tua bocca, e del tuo viso ancora che mi ha saputo vincere e imbrogliare e che vigliaccamente desidero ancora.
Si commuovono entrambi ma cambiano discorso nascondendosela l'un l'altro.
RODOLFO: Che ora è?
MARCELLO: L'ora del pranzo di ieri!!!
Finalmente proprio in quel momento rientrano Schaunard e Colline e portano da mangiare. (Mangiano e danzano fra loro tutti e quattro con allegra malinconia improvvisando un finto duello).
Si spalanca la porta ed improvvisamente entra Musetta agitatissima.
MUSETTA: C'è Mimì con me, non si regge in piedi, sta molto male
Marcello e Rodolfo (ha un lieve mancamento) accorrono, Schaunard e Colline predispongono un letto in tutta fretta.
MIMI' (con un filo di voce): Mi vuoi qui con te?
RODOLFO (La adagia delicatamente sul letto e le sistema il cuscino): Sempre, sempre!!!!!!!!
MUSETTA (rivolgendosi a tutti gli altri e chiamandoli in disparte): Ho saputo che era fuggita da dove stava e l'ho cercata dappertutto poi, per caso, l'ho trovata in strada, in fin di vita e mi ha chiesto di accompagnarla qui.
MIMI: Come si sta bene qui, mi sento un poco meglio, Rodolfo non lasciarmi più!!
RODOLFO: Son felice di sentire la tua voce che ancora parla con me!!!
MUSETTA: In casa c'è del vino, caffè?
MARCELLO: Niente, porca miseria!!!!
SCHAUNARD (sottovoce rivolto a Colline): È alla fine, poveretta!!!
MIMI' (tossisce forte): Vorrei un piccolo paio di guanti, chissà che possano scaldare un poco queste mie mani!!! Ho freddo!!!!
RODOLFO: Non affaticarti, non parlare, prendi le mie!!!
MIMI (tossisce ancora forte e si rivolge agli altri facendoli avvicinare): Siete gentili, tutti vicini a Mimì. E tu Marcello sappi che Musetta è buona.
MARCELLO (commosso): Lo so.
Musetta chiama in disparte Marcello, tutti si allontanano affranti ma discreti.
MUSETTA: Marcello, prendi i miei orecchini, impegnali in cambio di un cordiale, qualcosa di forte e cerca un dottore.
RODOLFO: Riposati Mimì.
MIMI': Tu non mi lasci?
RODOLFO: Resto qui.
MUSETTA: È un desiderio, forse l'ultimo, Marcello accompagnami e cerchiamo un paio di guanti.
MARCELLO: Sei buona Musetta.
COLLINE (si apparta): VECCHIA ZIMARRA IO RESTO QUI, TU VAI, SEI STATA DIGNITOSA, NON HAI ACCETTATO COMPROMESSI E LUSINGHE DI POTENTI E RICCHI SIGNORI ED HAI ACCETTATO TRANQUILLA LA COMPAGNIA DI POETI E FILOSOFI, VERI AMICI, ORA CHE LA SPENSIERATEZZA NON C'È PIU' CI SI DEVE SALUTARE, TI DICO ADDIO, GRAZIE PER LA TUA FEDELTA'.
(Poi rivolto a Schaunard): Schaunard separiamoci prendiamo le nostre cose (mostra la zimarra) e trasformiamole in oggetti di pietà.
SCHAUNARD: Filosofo, ragioni!!!!! Usciamo, lasciamoli soli!!!!
MIMI': FINGEVO DI DORMIRE, VOLEVO STAR SOLA CON TE RODOLFO, VORREI DIRTI TANTE COSE, TI HO AMATO SEI TUTTA LA MIA VITA, TI SEMBRO ANCORA BELLA?
RODOLFO: SEI BELLA COME UN'AURORA.
MIMI': HAI SBAGLIATO IL PARAGONE, FORSE SON BELLA COME UN TRAMONTO
(Persa nel ricordo): MI CHIAMANO MIMI' E IL PERCHÈ NON LO SO...
RODOLFO (Le porge la cuffietta rosa) : ECCO PER TE TORNA LA RONDINE AL NIDO E CINGUETTA.
MIMI': LA MIA CUFFIETTA. (La guarda come un desiderio appagato e Rodolfo gliela mette dolcemente sulla testa)
TI RICORDI LA PRIMA VOLTA SONO ENTRATA DA QUELLA PORTA E SI SPENSE IL LUME, POI PERSI ANCHE LA CHIAVE, TU LA TROVASTI E ME NE ACCORSI MA NON DISSI NULLA.
RODOLFO: AIUTAVO IL DESTINO.
MIMI': RIMANEMMO AL BUIO, PER FORTUNA NON SI VEDEVA IL ROSSO DELLE MIE GUANCE, CHE GELIDA MANINA DICESTI E MI PRENDESTI LA MANO NEL BUIO: (Tossisce convulsamente e ricade sul letto sfinita).
RODOLFO (spaventatissimo): Mimi!!!!!
MIMI': Sto bene, cerco di riposare, sto buona.
RODOLFO: Zitta, non affaticarti.
Intanto Musetta e Marcello rientrano si sono procurati qualcosa da bere ed un paio di guanti e lo porgono con cautela a Mimì.
MIMI (si risveglia bevendo il cordiale ma ha un filo di voce): BELLI QUESTI GUANTI, FARANNO BELLE ANCHE LE MIE MANI LIVIDE DAL FREDDO, LE ABBELLIRA' IL CALORE. È UN TUO REGALO MUSETTA?
MUSETTA: SI'.
Rodolfo piange sconsolato.
MIMI: PIANGI MA PERCHE'? ORA CON QUESTO TEPORE STO MEGLIO E PROVO A DORMIRE
RODOLFO (rassicurato si allontana per un attimo): E IL MEDICO?
MARCELLO: VERRA' GLI HO DETTO DI ARRIVARE IN FRETTA.
MUSETTA: MADONNA BENEDETTA FATE LA GRAZIA A QUESTA POVERETTA, NON FATELA MORIRE, MANTENETE LA FIAMMA RIPARATENE IL CALORE, MADONNA FATELA GUARIRE, NON SONO DEGNA DI ESSER PERDONATA MA LEI MIMI' POSSA STAR BENE, È UN ANGELO DEL CIELO.
RODOLFO (Agitato): HO ANCORA SPERANZA, VI PARE GRAVE?
MUSETTA: NO, BUONO.
Schaunard va ad osservare Mimì e si accorge che è morta e avvisa Marcello.
RODOLFO: CHE VUOL DIRE QUELL'ANDARE E VENIRE? QUEL GUARDARMI COSI'? MIMIIIIIIIIIII' (Piange senza consolazione e poi insieme tutti gli altri).
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