racconti » Racconti amore » L'amore che odia
L'amore che odia
"Per essere perfetto mancherebbe solo una cosa.." Le sussurrò all'orecchio dopo una giravolta.
" Una ragazza più carina?" disse lei ridacchiando della proprio battuta.
"Io pensavo più a un ba
"Ciao" Anastasa sussultò quando sentì la voce di un ragazzo che evidentemente evaso dal caos di quella festa non si aspettava un'altra ragazza al freddo della campagna
a farle compagnia.
"Ciao" rispose lei di rimando.
Non si sentiva in imbarazzo, era solo un po' seccata per essere stata interrotta nel bel mezzo del racconto che aveva quasi finito di scrivere.
'TANTO NON LO LEGGERA' MAI NESSUNO ' pensò tra sè.
Non si era accorta che il ragazzo era uscito per fumare.
Era alto poco più di lei, capelli biondi e lunghi tirati all'indietro, e gli occhi di un verde foglia che, ne era sicura, alla luce del sole avevano una sfumatura color miele.
'LEGGI TROPPI LIBRI ' disse la sua vocina interiore.
' È INUTILE CHE FANTASTICHI SU QUANTO POSSA ESSERE BELLO, TANTO NON TI DEGNERA' NEANCHE DI UNO SGUARDO '
Anastasia si morse il labbro.
Ed in effetti era veramente bello.
Ma non di una bellezza come Mr Universo. Diciamo il fascino del misterioso.
Portava una giacca di pelle nera che contrastava molto con la sua pelle chiara, e dei jeans neri eleganti con delle converse bianche.
Aveva una corporatura snella ma anche gracile, cosa che lo faceva sembrare pelle ossa ma si capiva che non era così.
Gli zigomi sporgenti rendevano il volto spigoloso, cosa che aumentava non di poco il fascino dell'uomo misterioso.
E le sue labbra.
Dio che labbra.
Erano ipnotiche.
Erano fine, delicate, di un rosa chiarissimo.
Di labbra non ne aveva ma baciate alcune ( cosa a cui Anastasia non dava la minima importanza ) ma non avrebbe mai immaginato esistessero labbra così.
Anastasia si morse di nuovo il labbro e scoppiò in un violento rossore quando si accorse che quelle labbra si incurvavorono in un leggero sorriso che coinvolgeva solo un
angolo della bocca e mostrava un accenno di denti perfettamente allineati tra loro quando il ragazzo capì di essere osservato.
"CAVOLI, NON COSI' ! FARAI LA FIGURA DELL'IDIOTA!"
"Scusa" disse abbassando lo sguardo sulle sue mani.
"Tranquilla, mi capita spesso ".
Ah sì ? Quindi il ragazzo era il classico so-di-essere-figo-ma-non-mi-sciupare?
Bene, facilitava di molto le cose dal momento che Anastasia non sopportava tipi del genere.
"Davvero? ? E quante ragazze sono svenute con il tuo sorriso supersexy? "
"Parecchie" rispose lui compiaciuto con un sorrisetto quasi diabolico " ma a quanto pare tu sei l'unica che non l'ha fatto ", terminò la frase con un tiro di sigaretta.
Anastasia realizzò che grazie al buio il "ragazzo misterioso" non si era accorto del suo rossore, cosa che la fece apparire ancora più disinteressata della sua bellezza di
quanto in realtà non lo era.
Perfetto.
"Wow, mi sento onorata!" rispose con un falso entusiasmo alzando gli occhi al cielo.
Grazie a Dio Anastasia era seduta sul muretto della piccola veranda dove si trovavano, la schiena poggiata sulla piccola colonna quadrata che ne poneva la fine,
evitandole di farle fare figuracce ( attività in cui era molto abile ). A pochi metri di distanza, appoggiato con i gomiti sul medesimo muretto intento ad inspirare un altro
tiro di sigaretta, il ragazzo. Ci fu qualche minuto di silenzio.
Anastasia ne approfittò per finire di scrivere, ma il suo porposito non andò molto lontano dato che il ragazzo a quanto sembrava non voleva lasciarla in pace.
"Sei mancina " osservò.
"Sì, si vede tanto?" rispose Anastasia seccata. Ogni volta che il ragazzo apriva bocca era sempre più stanca di ascoltarlo. "Hey, se sei tanto invidiosa puoi sempre non
guardarmi!".
"COSA!??" disse sbalordita Anastasia.
"Credo che tu abbia sentito abbastanza bene" rispose lui dandole un'occhiata a mo' di sfida.
"Ah sì ? Quindi io sarei invidiosa? Di te?" ribattè lei incredula. Era sbalordita dall'ego di quel ragazzo.
"Beh non esattamente di me.. più perchè ti piaccio" disse lui.
"Ah certo, puoi giurarci" continuò Anastasia con tono ironico. Conosceva quel ragazzo solo da pochi minuti e già lo odiava.
"Hey guarda che non devi mica vergognarti di ammetterlo, non sei la prima ragazza che incontro che vorrebbe avermi come ragazzo! " esclamò lui.
Per qualche ragione Anastasia sapeva che quel ragazzo non lo diceva per provocarla, ma perchè lo pensava veramente.
"Ma dai? Quindi io vorrei mettermi con te? Certo che sto scoprendo un sacco di cose su me stessa questa sera!" Anastasia stava diventandò cieca dalla rabbia.
"Se non è così perchè non mi dici quello che pensi veramente?" questo suonava tanto come una sfida.
"Vuoi sapere quello che penso veramente? Ah, non credo che il tuo ego enorme possa reggere il peso della verità" ormai era furiosa.
"Provaci, d'altronde se ti sentirai in colpa per avermi offeso puoi sempre consolarmi, non so se capisci cosa intendo con consolare...".
Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Anastasia diventò un toro e cominciò a gridare.
"Che? Lo sai cosa penso veramente? Penso che tu sia così perchè qualche anno fa la figona della scuola ti ha dato buca dopo che tu, quando eri ancora un ragazzino
sfigato hai creduto di poter aver una speranza con lei. Peccato che dopo che hai veramente creduto che sareste stati felici insieme, ti abbia spezzato il cuore e quindi tu sia
diventato un solitario che non parlava con nessuno e andava in giro incappucciato, poi però ti sei evoluto ed hai cominciato a preoccuparti solo di te stesso e alla fine sei
diventato il figo che si scopa ogni ragazza che ha 2 metri di gambe e una quarta di tette! Ma non posso avere ragione perchè sei talmente bello che è impossibile per te
temere un rifiuto vero? ".
Il tempo si fermò.
Gli occhi del ragazzo passarono dall'aria di sfida ad un espressione di paura.
No.
Non paura.
Dolore.
Per un attimo Anastasia credette che stava fingengo. Ma qualcosa le disse che aveva veramente esagerato.
"Si chiamava Kim" guardò l'orizzonte "siamo stati insieme per 2 anni.." fece un respiro profondò "e non mi ha lasciato.." per qualche ragione Anastasia sapeva che non
avrebbe voluto ascoltare il seguito di quella storia.
Ci furono pochi secondi di silenzio poi lui disse: "È morta" .
Anastasia sbiancò in volto. Poi divenne paonazza. Ed infine tornò cerea.
Smise di mordersi il labbro a quando non sentì il sapore del sangue invaderle la bocca e il dolore la fece tornare alla realtà.
La sua espressione passò dall'ira alla vergogna. Negli occhi del ragazzo invece c'era solo disperazione.
Proprio quando Anastasia aprì la bocca per parlare l'espressione di lui cambiò.. non era più addolorata ma furiosa.
"CAVOLI TE LA SEI CERCATA" pensò Anastasia.
Voleva chiedere scusa, ma che chiedere, implorargli le sue scuse, dirgli che non avrebbe mai detto una cosa del genere se avesse saputo, ma le parole erano come annoda
te in fondo alla gola e non volevano proprio uscire. Solo quando Anastasia trovò il coraggio di parlare, il ragazzo la guardò dritta negli occhi risvegliandole un brivido geli
do lungo la schiena e disse: "Quindi, adesso, se permetti, mia cara sapientona, vado ad affogare il mio "ego enorme " nell'alcol fino a quando non farà effetto così eviterò
di pensare a quello che tu, la ragazza che si sente al di sopra di tutti e tutto perchè non fuma non beve e non è capace a divertirsi alle feste e l'unica cosa in cui è capace è
brava è fare l'asociale, me l'ha fatto ricordare! Grazie tante e addio "
E con queste parole diede le spalle e se ne andò.
CI sono stati solo 2 momenti nella vita di Anastasia in cui si era sentita così orribile e stava per scoppiare a piangere.
La prima volta fu in prima elementare quando disse a sua madre di aver fatto tutti i compiti ma in realtà non era così. La seconda invece fu quando aveva perso la collana
della nonna.
Anastasia odiava sentirsi così. Odiava piangere e soprattutto odiava farlo in pubblico. La faceva sentire debole e indifesa.
Non aveva mai pianto davanti a nessuno in vita sua.
Voleva riparare ad ogni costo. Dento di sè sapeva che quel ragazzo si comportava a quel modo solo per evitare di soffrire per qualcosa ma non aveva voluto dare retta alla
sua impressione ed ora si ritrovava seduta sul divano a fissare, dalla parte opposta, il ragazzo.
Stava giocherellando con il cellulare ormai da ore ignaro del fatto che lei, da tutt'altra parte della stanza era rannicchiata in se stessa e si stava pentendo come non aveva
mai fatto in vita sua.
Anastasia sapeva che avrebbe dovuto alzarsi, attraversare la stanza, e imporlargli perdono. Ma qualcosa la bloccava.
Vergogna? Orgoglio? Non lo sapeva nemmeno lei ma proprio non ce la faceva a muoversi.
Così passò gli ultimi minuti della serata a pensare a cosa dire prima che anche l'ultima occasione di parlargli sarebbe scomparsa.
E quasi non la perse.
Notò che il posto dove un attimo prima era seduto quel ragazzo era divenuto improvvisamente vuoto e fu invasa dal panico.
I suoi occhi corsero alla porta a pochi metri dal divano ormai vuoto e videro il ragazzo che stava per uscire.
No. Doveva alzarsi ora o avrebbe avuto il rimorso per sempre.
Così attraversò la porta vicino al suo divano, passò per la piccola e stretta cucina, uscì dalla portafinestra socchiusa e vide che il ragazzo aveva attraversatto il vialetto
della casa e si stava dirigendo verso una motocicletta.
Anastasia cominciò a correre.
Ripensò a tutte le cose che doveva dirgli.
A quanto le dispiaceva, al fatto che si pentiva a more, che era una stupida, una povera idiota e che non pensava mai prima di parlare e tante altre cose fino a quando imp
rovvisamente non si accorse di essere arrivata davanti al ragazzo che la fissava in parte con aria sbigottita e in parte con rabbia.
A quel punto, dopo un bel po' di silenzio imbarazzante, le uniche parole che uscirono dalla bocca di Anastasia fuorono " Hey.. senti mi dispiace tanto ma.."
" Ma se avessi saputo non avrei mai detto una cosa del genere sìsì bla bla bla.. ! Ok accetto le tue scuse " terminò lui seccato montando sulla moto.
Anastasia era scioccata. Cosa avrebbe dovuto fare? Insistere?
Così mentre lui dava gas lei si mise davanti la moto mese le mani sul manubrio e continuò guardandolo dritto negli occhi.
" Dico sul serio. Non voglio chiedere scusa per fare contento te e non voglio che tu mi perdono solo per farmi un favore. Come potevo sapere una cosa del genere?"
"Non potevi " rispose un'altra volta scocciato.
Anastasia fece cadere le bracca sui fianchi e si spostò al lato della moto mentre il ragazzo era indaffarato a cercare il suo casco nel portabagagli.
"Dai sul serio.. " Prese fiato e si fece coraggio "senti, ci sono delle v-olte, quasi sempre, che non connetto il cervello con la bocca e quindi l'unica cosa che faccio è parlare a
macchinetta come sto facendo ora il fatto è che non voglio avere i rimorsi per quello che ho fatto dato che l'unica volta in cui ne ho avuti è stato a sei anni quando mia
madre mi chiese se avessi fatto tutti i compiti ed io mentii dicendo di sì e quando il giorno dopo la maestra vide il mio quaderno degli esercizi completamente vuoto mi
sgridò ed io corsi in bagno a piangere e quando poi tornai a casa mia madre m.."
"Ok ok ti perdono! Ma ti prego, basta! Smettila di parlare a raffica!"
Anastasia lo fissò confusa.
Dalla bocca del ragazzo uscì un accenno leggerissimo di un sorriso.
Anastasia si morse il labbro.
Dopo essersi ricomposta guardando verso il basso, timidamente disse: " Ok.. scusa.. ricominciamo da capo?"
Il ragazzo la guardò pensieroso.
"Anastasia " Allungò la mano verso di lui.
" Logan " strinse la mano con una stretta decisa.
Lei gli fece un sorriso rassicurante.
" Ok, quindi, Logan.. ne deduco che stavi andando via.. " disse Anastasia indicando con tutte e due le mani la moto
" Sì mi stavo annoiando a morte e ho notato che anche tu morivi dalla voglia di scappare.. vuoi un passaggio? " disse abbassanso la testa per guardare prima la moto e
poi lei.
Anastasia fissò la motocicletta ed esitò. Se c'era una cosa che sua madre le aveva espressamente vietato era quella di salire su una moto.. figuriamoci salire su una moto
con uno sconosciuto!
Ma non avrebbe accettato comunque anche se sua madre glielo avrebbe permesso quindi disse semplicemente "No grazie.. devo restare con mia cugina.. "
" Ah quindi è tua cugina la festeggiata?" chiese lui di rimando "Sì.. ma ad essere sincera preferirei puntarmi una pistola contro la tempia piuttosto che stare altri 2 minuti
qui con tutta questa gente che non ho mai visto in vita mia.."
Logan sogghignò " Ti capisco.. Come torni a casa?"
A questo Anastasia non ci aveva pensato. O meglio, lo aveva fatto ma aveva dato per scontato che l'avesse riaccompagnata sua zia quando sarebbero venuti il giorno
dopo a prendere sua cugina, ma solo ora si ricordò che sua cugina avrebbe dormito fuori la notte seguente.
"Cavoli!" esclamò senza essersi accorta di aver parlato a voce alta.
" Come pensavo.. dai salta su! " le allungò il casco e le fece cenno con la testa di salire dietro.
" Ma.. " esitò Anastasia.
" Non ti fidi di me? Beh, posso capirti ma giuro andrò pianissimo e mi fermerò ad ogni semaforo rosso " ironizzò lui sorridendo.
Dio.
Anastasia si morse il labbro per l'ennesima volta da quando lo aveva incontrato.
Era come una droga vederlo sorridere.
Ancora intontita dal quel sorriso disse: " No n-non è questo.. è solo che.. i miei sono partiti ed io non ho le chiavi di casa perchè avevo in programma di restare a dormire
qui e tornare a casa con mia zia domani"
" E non hai nessun altro posto dove andare? " chiese lui. Ad Anastasia parve di sentire una nota di preoccupazione in lui, ma scacciò subito il pensiero.
In fondo però non era poi così male superato lo strato di "autodifesa" di egoismo.
" No.. o meglio, potrei chiedere a mio nonno la copia delle chiavi di casa ma lui è un fornaio perciò fra mezz'ora dovrebbe alzarsi e non sarà a casa prima delle 8.. "
" Capisco.." Logan guardò a terra con fare pensoso poi tornò a guardare Anastasia e disse: " Facciamo così; io stavo per andarmene a fare "il solitario" perciò, se vuoi, puoi
venire con me e dopo posso portarti da tuo nonno.. Altrimenti se non vuoi accettare lo capisco visto che è piuttosto spaventoso uno sconosciuto in moto e giacca di pelle.. "
le fece l'occhiolino.
CAZZO.
Ad Anastasia le si fermò il cuore. Non era mai stata una tipa volgare ma quando era indispensabile anche lei aveva il suo inventario di volgarità. Ed in quell'istante l'unica
parola per descrivere come si sentì quando lo vide farle l'occhiolino era quella.
" Ma tu non hai orari? " Chiese nascondendo lo stordimento.
Lui sorrise.
Mio Dio.
Anastasai boccheggiò.
Se prima Anastasia credeva che la cosa più bella che avesse visto era il suo sorriso era perchè ancora non aveva ancora visto i suoi occhi da vicino.
Quando prima lo aveva visto sorridere si era solo soffermata sulle labbra ma ora poco ci mancava che le cedessere lo gambe quando vide quegli occhi contornati da piccole
rughe d'espressione che gli davano un che di vissuto che ora che lo sapeva, erano proprio meritate.
Erano stupende, e se da una parte lo rendevano più giovane, dall'altra lo facevano sembrare più maturo.
Se c'era una cosa che Anastasia osserva sempre negli uomini era il sorriso, e quelle rughe che non aveva mai trovato in nessun ragazzo.
Solo dopo che Logan disse " Anastasia!" e le passo una mano davanti agli occhi che si accorse che stava quasi per sbavare perciò si ricompose facendo finta di niente e
disse : " Come scusa? Stavo pensando ad altro " era l'unica scusa che le veniva in mente in quel momento.
Le faceva male il labbro per quante volte lo aveva morso.
" Stavo dicendo che ai miei tutori legali non interessa molto quello che faccio.. basta che mi faccio vivo ogni tanto per farmi dare i soldi che mi servono altrimenti chiamo
i servizi sociali e li denuncio e sono apposto per un mese " disse lui svogliatamente.
" Ma.. è orribile.. voglio dire, non hai mai pensato di.. " " Scusa ma non è uno dei miei argomenti preferiti.." la interruppe lui. Ma aveva ragione ed il messaggio era
chiaro: non erano affar suoi.
"Allora che vuoi fare? " Logano usò un tono così ipnotico in quella domanda che Anastasia fece fatica a concentrarsi.
Ma restò abbastanza lucida da esitare. Se fosse stato un maniaco? Se fosse diventata un'altra ragazza stuprata di quelle che sentiva ogni giorno ai notiziari?
Però è pur sempre un ragazzo.. O almeno, Anastasia non credeva che sua cugina frequentasse pervertiti!
Perciò si limitò a balbettare " I-io.. ecco veramente.. "
Logan notò la sua indecisione così intervenne e disse " Hey, ho 17 anni! Pensi davvero che possa rapirti?" un attimo di silenzio e continuò " Senti non insisterò altrimenti
penserai veramente una cosa del genere su di me perciò la mia proposta è questa e se dirai di no non mi offenderò, lo sto facendo solo per salvarti da quei pazzi " disse
indicando la casa alle spalle di Anastasia da cui uscivano urla, luci e fumo.
Anastasia però ancora non era convinta perciò non sapendo che fare esitò per la millesima volta, poi lo guardò e disse " Va bene.. solo.. puoi aspettare un secondo che
prendo la mia roba? " chiese timidamente.
" Certo fai pure" Anastasia si avviò quando venne richiamata da Logan che grido: " E Anastasia! Fidati, non ti pentirai di dove stiamo andando " le disse con un altro sorriso
mozzafiato.
" Certo " disse Anastasia con un finto sorriso.
Corse lungo tutto il vialetto, entrò dentro casa, passò di nuovo attraverso la gente che si dimenava e si ritrovò nel corto corridoio che portava a tre stanze.
Si diresse verso la camera di sua cugina dove prese la borsa sulla scrivania, poi andò in bagno, si chiuse dentro e continuò a scrivere la sua storia.
Non pensava che Logan fosse una specie di depravato però come si dice? Prevenire è meglio che curare, no?
Perciò anche se in cuor suo moriva dalla voglia di salire su quella moto e provare il "brivido dell'avventura " se così si può chiamare una fuga da una festa piena di folli,
pensò fosse meglio rimanere lì.
Peccato che per l'ennesima volta da quando era lì venne interrotta dal bussare della porta.
Cavoli, qualcuno doveva sicuramente vomitare dato che le feste di sua cugina erano famose per l'enorme quantità di alcol. Sbuffò, prese la sua roba ed uscì, ma invece di
trovarsi una qualche anima in pena moribonda si ritrovò di fronte sua cugina, bellissima, con un vestito rosso sangue super scollato, lungo fino alle caviglie e decorato solo
da una cinta sotto il seno. Le scarpe saranno state alte almeno 12 cm ed i capelli rosso scuro erano raccolti in un'acconciatura piena di nodi che le arrivava fino alla schiena.
" Isabel! " esclamò Anastasia fingendo di essere sopresa e contenta.
Si trovava sempre in imbarazzo di fronte a lei.
Isabel era alta, occhi verdi e capelli rosso mattone.
Anastasia aveva occhi nocciola un naso a patata piuttosto imbarazzante e dei capelli indefiniti: sulla cute erano castani poi mano a mano diventavano mano a mano
sempre più color rame e sulle punte erano biondo cenere.
Li odiava. Tutti quanti credevano fosse tinta e od ogni volta che li asciugava sembrava un leone.
L'unica cosa che apprezzava di se stessa erano le labbra di cui tutte le ragazze erano invidiose.
Anastasia non ci aveva mai fatto caso ma col tempo si accorse che aveva veramente delle belle labbra rosse a forma di cuore.
" Ti ho vista con Logan " disse con fare sospettoso Isabel distogliendo Anastasia dai suoi pensieri.
" Sì, aveva dimenticato il portafogli così gliel'ho portato " rispose Anastasia. Era sempre stata un'ottima attrice ma in quel momento non le usciva nessuna scusa credibile.
" Ah sì ? Strano.. di solito Logan non perde mai niente.. beh... è single se vuoi saperlo ".
Isabel cercava disperatamente un ragazzo per sua cugina così ogni volta che dava una festa faceva ad Anastasia una lista dei single invitati, cosa che ad Anastasia non
interessava minimamente. Comunque stranamente Isabel abboccò alla scusa di Anastasia che approfittò per cambiare discorso " Sì.. emm... come mai devi andare al bagno?"
" Devo rifarmi il trucco.. e comununque se vuoi saperlo ti sei proprio scelta un ragazzo d'oro. Logan è l'unico ragazzo che non mi abbia mai infastidito, e pensa che una
volta mi ha persino riportata a casa senza sfiorarmi con un dito dopo che quando ero ubriaca farfugliavo cazzate come che volevo portarmelo a letto.. hai fatto centro
cugina! Non sprecarlo! Però c'è una cosa che devi sapere.. lui stava con una ragazza che beh.. è morta. Non ho mai saputo i dettagli so solo che lei era malata e quando è
successo Logan è impazzito. Non è uscito di casa per 2 mesi e non parlava con nessuno.. ha sofferto moltissimo per essere solo un ragazzo.. anche se sembra scontroso e un
po' stronzo stai tranquilla lo fa solo per allontanare chi non conosce.. Ora sembra che tutte le ragazze gli vadano dietro ma lui non le considera nemmeno"
NON LE CONSIDERA NEMMENO?
Anastasia pensò fosse meglio far finta di non sapere niente così si limito a dire " Isabel so che stai disperatamente cercando un ragazzo per me ma non mi interessa in
questo momento essere fidanzata perciò grazie per il tentativo ma.. sto bene così !" e scomparve dietro la porta m poi si fermò in preda alla vergogna quando realizzò.
Che cosa aveva fatto!? Lo aveva lasciato la fuori!?
" Isabel!" gridò Anastasia affacciandosi di nuovo alla porta del bagno.
" Sì ? disse lei mentre si incipriava il collo.
" Senti io me ne sto andando perchè ho un enorme mal di testa e i miei mi stanno aspettando qui fuori visto che erano sulla strada per tornare a casa perciò.. buona festa!
Ci vediamo!" disse Anastasia.
" Ma come già te ne vai ? Beh io non insisto.. ciao tesoro!" le lanciò un bacio guardandola attraverso lo specchio e tornò a truccarsi.
Doveva sbrigarsi.
Ma come aveva fatto a pensare una cosa del genere? Si vergognò talmente tanto che arrossì in mezzo alla folla. Cominciò a correre per la paura. Se se ne fosse andato non
avrebbe potuto più rimediare a niente. Già non le sembrava abbastanza chiedere semplicemente scusa per quello che le aveva ricordato. Doveva fare in fretta.
Più cercava di sbrigarsi più la folla sembrava accalcarsi e impedirle di passare.
Così si affacciò alla finestra che dava sul vialetto.
La moto non c'era.
Un'ondata di panico la percorse dalla testa alla punta dei piedi.
Che cosa aveva fatto? L'aveva lasciato li al freddo ad aspettarla come un cane!
"DIO SONO UNA PERSONA ORRIBILE"
Cominciò a vergognarsi di se stessa.. prima gli ricorda la ragazza morta e adesso lo lascia solo al freddo!
Quando finalmente uscì, disperata e pentita si sedette per terra con la schiena contro il muro della seconda veranda a fianco al vialetto.
Cominciò a pensare a quanto sia stata stupida a pensare delle cose del genere e a quanto fosse stata fortunata a trovare un ragazzo così gentile e quanto fosse stata
imbecille a trattarlo così !
Ma perchè sbagliava sempre con quel ragazzo? Lui cercava solo di aiutarla e lei continuava ad offenderlo.
Passarono una manciata di minuti nei quali Anastasia sì offese in tutte le maniere che conosceva.
Quando una luce si accese.
Era il farò della moto di Logan.
Sollievo.
Fu la prima cosa buona che Anastasia sentì in tutta la serata.
Era dietro il cancello e i fari lampeggiavano come segno di raggiungerlo.
Anastasia non esitò.
Si alzò in piedi e cominciò a correre fino alla moto su quelle maledette parigine che Isabel le aveva implorato di mettere, per fortuna non si era lasciata convincere a
mettere il vestito. Si sentiva già abbastanza idiota con i tacchi. Per fortuna portava i suoi soliti jeans e la sua solita maglietta degli Aerosmith che la mettevano a suo agio.
Logan scese dalla moto e si diresse verso Anastasia che inciampò non appena si fermò davanti a Logan. Fu abbastanza veloce da afferrarla dietro la schiena con
una mano sola.
CAVOLI" pensò Anastasia. Sentì un calore diffondersi nel punto in cui la mano di Logan poggiava sulla sua schiena.
Si guardarono per un attimo negli occhi.
Lei ansimava, aveva una mano sul suo petto e l'altra sul braccio che l'avvinghiava e lui ora la teneva con tutte e due le mani.
Tutte e due esitarono. Poi Logan abbassò lo sguardo e tossì leggermente, levò le mani dalla schiena e cavalcò la moto dando gas.
"Hey finalmente, perchè ci hai messo così tanto!?" disse fingengo che non fosse accaduto nulla.
" Scusa, dovevo liberarmi di mia cugina " disse ansimando Anastasia.
" Le hai detto che eri con me? " disse Logan.
" No, le ho detto che avevo chiamato i miei genitori perchè non mi sentivo bene ".
" Giusto.. ok.. sei pronta? " disse con la voce che trapelava a stento tutto l'enutsiasmo che Logan tentava disperatamente di nascondere.
Chissa perchè non vedeva l'ora di andare in quel posto.. E chissa che posto era!
"Più o meno.. È la prima volta che salgo su una moto!" Disse terminandò la frase con una risatina nervosa.
"Allora, innanzittutto metti questo " disse Logan mettendole il casco in testa.
Anastasia arrosì ma era decisa a far credere a Logan di sentirsi sicura perciò scherzò dicendo: " Wow, che cavaliere.. tu non lo metti?" .
" Ho solo quello, sai, non faccio salire mai nessuno sulla mia moto ad eccezione di te perciò dovremmo accontentarci di salvare solo una persona in caso di incidente"
rispose Logan sorridendo.
Cavoli quel sorriso.
Cavoli le sue labbra.
Cavoli com'è bello!
Anastasia si morse il labbro.
" Aspetta, quindi sono la prima persona a salire sulla tua moto? " chise lei curiosa.
" Esatto.. ma non farci l'abitudine! "disse lui scherzando.
" Wow.. dovrei esserne onorata?" disse lei nascondendo più a se stessa che a lui lo stupore che provava. Cavoli, meno di un'ora fa stava insultando questo ragazzo senza
nemmeno conoscere il suo nome e adesso sapeva già tanto di lui e si sentiva come un bambino che va per la prima volta allo zoo.
"Tu non dovresti esserne onorata, Anastasia, tu hai l'obbligo di esserlo.. non sai quante ragazze sognano di montare dietro questa vecchia signora " disse dando una
leggera pacca sul sedile di pelle.
"Ok. ora monta " disse con fare autoritario e responsabile.
Anastasia obbedì.
"E poi?"
" E adesso.. beh.. devi reggerti a me " per la prima volta Anastasia sentì la sua voce spezzarsi "così " disse prendendole le mani e abbracciandole ai suoi fianchi.
CAVOLI CAVOLI CAVOLI CAVOLI
Anastasia era emozionatissima sentiva una cosa strana alla bocca dello stomaco che non aveva mai provato prima e uno strano formicolio dove le sue mani avevano
incontrato quelle di Logan.
D'altra parte Logan era in preda al panico.
Non sapeva come comportarsi. Non aveva mai fatto salire nessuna ragazza sulla sua moto ed ora di punto in bianco aveva deciso di far salire una sconosciuta e di portarla
con se nell'unico posto dove lui amava stare solo.
Non sapeva cosa gli fosse preso.
Pensava che l'aveva fatto perchè provava pena per quella ragazza così goffa che tentava di sembrare forte e sicura, ma non era affatto così e Logan lo sapeva bene anche se
non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso.
Aveva il cervello completamente annebbiato e si sentiva confuso. Si sentiva.. bene con le braccia di Anastasia attorno ai fianchi.
Era convinto di essere riuscito a nascondere quello che pensava veramente tranne quando le prese le mani e balbettò. Ebbe un attimo di cedimente quando senti come una
scossa elettrica invadergli il corpo a quel contatto.
Ma era convinto che Anastasia non si fosse accorta di niente perciò diede gas e partirono nel buio della notte.
123456789101112
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- E il buio della notte è spesso complice di storie che promettono bene.
Raccomanderei di postare racconti lunghi come questo in tre o quattro parti.
Un saluto.
Oissela

Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0