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Eleman (capitolo1: Valentino)
Valentino era solo un bambino di dieci anni che correva libero e lontano da quella realtà provinciale nella quale era nato e che nonostante tutto l'aveva anche cresciuto, lontano da sua madre, da se stesso, anche se ancora non lo sapeva, non poteva saperlo.
Un bambino spensierato, come tanti, ancora ignaro di quello che potrà accadergli nell'intero arco della sua vita.
Spesso gli capitava di giocare presso un ampio campo pieno di erba alta e fiori selvatici, quando il tempo era quello tipico delle stagioni di una volta, ovvero quando la primavera era ancora la primavera.
Il gioco consisteva nel cercare di prendere, rincorrendolo, il suo affascinante vicino di casa Alfio, suo coetaneo.
Doveva riuscire ad acciuffarlo in un tempo massimo ben prestabilito. Ma Valentino non ce la faceva quasi mai e per questo era costretto a subire punizioni che di volta in volta cambiavano. Un giorno Alfio lo portò, a tale scopo, in un angolo discosto del campo, sotto una pergola carica di foglie d'uva neonate, e si lasciò cadere a peso morto contro le umide parati odorose di un muro di sassi.
La punizione riservata a Valentino consisteva nel fare all'amichetto una di quelle cose che Alfio aveva visto sui suoi giornaletti porno, in altre parole Alfio doveva solo tirarlo fuori e aspettare che il suo giovane amico s'inginocchiasse ai suoi piedi per prendergli in bocca il sesso. Al contrario di ogni previsione la punizione si trasformò in un "dolce" premio per entrambi.
*
Di Alfio si poteva assolutamente dire, senza timore alcuno di sbagliare, che era un ragazzo modello. Bello, slanciato, atletico, bravo a scuola quanto bastava, a sentir lui pieno di donne, un tipo "fico" insomma. Quando era a corto di materia prima, di "femmina", però amava ricorrere a quel suo strambo ed efebico vicino di casa, a Valentino.
Valentino e Alfio una volta, nella camera da letto di quest'ultimo si ritrovarono a sperimentare i primi "innocenti" piaceri del sesso, per questo Valentino si fece, di buon grado, cavalcare da quel suo amico che in quelle "robe lì" sembrava già tanto grande ed esperto e che mentre era dentro di lui gli sussurrava: "Sei burroso!" E tutto questo per festeggiare i loro quattordici anni.
*
A parte questo Valentino amava leggere, in genere poesie di autori inglesi del '700, anche se di tanto in tanto leggeva: Dan Brown o Tracy Chevalier e/o altri per tenersi aggiornato.
A diciassette anni Valentino frequentava il quarto anno del liceo scientifico. Dopo non sapeva cosa avrebbe fatto; Medicina, Lingue, Chimica, le strade gli sembravano molteplici e tutte percorribili.
Giocava anche a pallavolo e gli piaceva molto, per questo era molto bravo. Quello di pallavolo era uno degli appuntamenti settimanali che aspettava con più ansia e trepidazione, e anche un pizzico di timore, perché era sì vero, che si ritrovava a giocare con ragazzetti scemi, però di tanto in tanto nella "maglia" qualche figo assurdo passava e come accade spesso con le cose ruotanti attorno all'eccitazione, appunto era un po' spaventato da tali incontri.
Non era un grande appassionato di musica, che del resto non ascoltava molto, anche se adorava gli "Euroritmichs".
Per fare nuove conoscenze frequentava spesso delle chat-line telematiche e on-line.
Lo faceva per cercare un rapporto sincero e intenso con un ragazzo colto e interessante, qualcuno con cui fare coppia, ma anche, per semplicemente, fare nuove amicizie. E proprio tramite una chat telematica che Valentino conobbe Alessandro. Un ragazzo di quasi due anni più grande di lui, che come lui però frequentava la quarta superiore e che viveva in Valtellina che secondo molti aspetti era una valle, montana e provinciale come la sua Valcamonica.
Anche Alessandro come lui era un gran sognatore, che sognava di iscriversi poi a psicologia. Anzi in tal senso Valentino l'aveva anche incoraggiato scrivendogli: "Le beghe famigliari non dovrebbero fermarti... e poi psicologia è una bella scelta secondo me!"
Con Alessandro Valentino sentiva che poteva parlare di tutto ciò che gli piaceva: "La ragazza con l'orecchino di perla" o le poesie di Thomas Gray e Shakespeare e del suo scetticismo verso il "fenomeno" Melissa. P., che Alessandro, invece, apprezzava con entusiasmo, mentre Valentino considerava il primo libro dell'autrice catanese poco più che bellino e superficiale per come parlava di sesso. Mentre entrambi avevano un'autentica venerazione per Virginia Woolf, che Valentino considerava: "Una donna liberale, colta, di grande umanità e fragilità... così com'era forte nei suoi libri e che si è suicidata per non far soffrire chi le stava accanto!" Anche se su questo punto Alessandro differiva un po', convinto che la Woolf si fosse suicidata semplicemente perché aveva capito che la società non l'avrebbe mai accettata così per com'era.
Spesso i due si scambiavano tra di loro citazioni letterarie, ad esempio una volta Valentino gli aveva mandato un estratto da "I Sepolcri" di Foscolo. Mentre Alessandro parlava entusiasticamente della sua recente scoperta di Joyce e Pasolini. Ma per quanto Valentino amasse chiacchierare virtualmente con il suo nuovo amico che considerava "interessante e stimolante" per il momento non se la sentiva di andare oltre gli sms. E gli scriveva: "Lo so, ti sembrerà strano ma per ora preferirei continuare con gli sms... starai pensando che ti voglia nascondere qualcosa ma non è così, è solo un mio timore!" Inoltre, anche volendo Valentino, aveva un "cell" vecchio stampo uno di quelli che non ricevono né inviano foto.
Anche se a Valentino era alto uno e sessantadue per cinquantadue chili di peso, occhi verde scuro, capelli castani con frangia lunga fino al naso, e si potesse considerare a tutti gli effetti un ragazzino carino, lui non si vedeva così.
Era, si può dire, un tipo piuttosto solitario che amava la montagna con tutti i suoi boschi, l'aria fresca e le rocce umide.
E a parte il fatto che Alessandro, invece, odiava la montagna, per il resto si poteva dire che i due condividessero gli stessi sogni, le stesse lacrime e le stesse speranze.
Se non parlavano di letteratura o dei loro progetti per il futuro, ovviamente, i due parlavano di ragazzi, ma come potevano farlo le loro coetanee, o ragazze ancora più giovani, ovvero non parlavano delle loro esperienze dirette- esperienze che Alessandro non aveva ancora avuto e che Valentino aveva già avuto ma di cui un po' si vergognava a parlarne-, ma parlavano di ragazzi come se parlassero di modelli da riviste patinate di gossip e infatti, in quel senso, Valentino passava spesso i suoi pomeriggi sulla rete a caccia di immagini omoerotiche, che poi andava a commentare con Alessandro.
Si mandavano così migliaia e migliaia di sms al giorno sul prof Gallo di Alessandro, così masculo, siculo e sanguigno, o sui sexy compagni di pallavolo o di scuola di Valentino.
E a volte scendevano di più nei dettagli: "È una bella sensazione se ne trovi uno bello duro, dritto e caldo... lo senti pulsare tra le dita... lo senti gonfiarsi poco a poco, quando si eccita di più" diceva con tono da adorabile maestrina Valentino al curioso Alessandro, o ancora : "A me piace, non ha un cattivo sapore... anche io a volte assaggio la mia, ma preferisco quella degli altri, soprattutto dopo un lungo pompino o una bella sega!"
*
Passarono mesi e mesi prima che i due si sentissero, perché Valentino aveva paura che gli si sarebbe messa a tremare la voce una volta sentita quella dell'altro.
E i punti che avevano in comune continuavano a unirli nonostante tutto. Entrambi, ad esempio, guardando alcuni film, si mettevano a piangere come due bambinelli. Valentino giustificava tale "fenomeno" nel seguente modo: "Non credo sia deprimente questa cosa di piangere davanti ad un film commuovente, anzi, è sincero e spesso la sincerità ferisce l'animo più profondamente di quanto possa fare una spada conficcata nella carne!" Inoltre entrambi amavano lamentarsi delle proprie madri, anche perché quella di Valentino era davvero apprensiva.
Una volta i due invece ebbero un piccolo diverbio, partito da una confessione di Alessandro: "Mi piacerebbe cambiare sesso!"
Valentino proprio non riusciva a capire perché il suo amico volesse cambiare il corpo con cui era nato. E per quanto Alessandro asserisse che si sentiva "intrappolata" in un corpo sbagliato; Valentino sosteneva che non fosse vero, che bisognava apprezzare quello che si ha, che se era nato maschio come tale sarebbe rimasto per sempre, perché i cromosomi non si possono cambiare, perché bisogna essere consapevoli di se stessi, accettandosi per quello che si è, senza dover ricorrere a cambiamenti artificiali. "Non potrai dimenticarti di essere un maschio, anche se con le tette", continuava a dirgli, e poi la questione morì lì.
O altre volte parlavano, ancora, della loro profonda ammirazione verso la perfezione delle statue greche, raffiguranti nudi maschili.
*
Poi il caos! Una questione che si esaurì solo dopo una montagna infinita di messaggini, per via del fatto che Valentino era stato invitato da un suo amico ventitreenne a una grigliata. Il problema era che questo suo amico era fidanzato con un altro uomo, di trentun anni! Per questo la madre del ragazzino, già piuttosto allarmata da quella sorta di coming-out del figlio di qualche anno fa, che lei si ostinava a credere solo uno stato di momentanea confusione dovuto all'età dello sviluppo, non voleva lasciarlo andare, convinta che chi va con lo zoppo impara irrimediabilmente a zoppicare. Per farla breve Valentino non andò alla grigliata ma anche l'incazzatura gli passò nell'arco di pochi giorni, come solo le incazzature degli adolescenti possono passare senza lasciare traccia alcuna all'interno del proprio vissuto.
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