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Eleman ( capitolo 3: Eleman e la maggioretà)
3. ELEMAN E LA MAGGIORETA':
Era il ventotto di Settembre. Eleman e Alfio scoparono dicendosi, quasi promettendosi, che quella sarebbe stata la loro ultima volta, perché ormai erano diventati troppo grandi per quel genere di cose, e per questo volevano solo lasciarsi alle spalle i loro rapporti "infantili" con un bel ricordo. Anche perché in teoria ad Alfio piacevano le ragazze... ed Eleman, sempre in teoria, mirava a costruirsi un rapporto "duraturo" con un ragazzo. Era il ventotto, il giorno del diciottesimo anno di vita di Eleman- Valentino.
*
A diciannove anni Eleman si sentì finalmente pronto a incontrare Alessandro, l'amico di tanti Sms intimi e non, e glielo comunicò con il seguente messaggino: "Domani sarò a Milano e vorrei incontrarmi con te..."
Alessandro non poteva crederci, non stava più nella pelle! Così quel giovedì di Novembre alle sette e cinquanta del mattino, Alessandro era già preso da un entusiasmo febbrile, sul suo bel diretto per Milano centrale.
Il suo treno arrivò al binario 16 e lì Alessandro scorse subito Eleman che gli sembrava tanto un fighettino da cartellone pubblicitario, tanto: carino, pulitino, perbenino...
Il ragazzo come aveva preannunciato era in compagnia di una ragazza, una sua amica, e della di lui coinquilina Tina, coinquilina che li avrebbe raggiunti tutti e tre più tardi.
Alessandro divertito scrisse questo messaggio all'amico: "Tu sei per caso quell'emo col ciuffo e tutto vestito di nero che mi dà le spalle?"
E davvero Valentino sembrava sentirsi perfettamente a suo agio nella sua "nuova pelle" da emo con un lungo ciuffo castano scuro e abiti dark- dark come quelli, del resto, indossati dall'amica che lo accompagnava.
A quel messaggio i due si girarano sghignazzanti. Alessandro ed Eleman, davano l'impressione di conoscersi da una vita intera, quando in realtà quello era il loro primo incontro "reale". E il fatto di essersi "riconosciuti" era dovuto al fatto di essersi scambiati in precedenza, durante i relativi viaggi in treno, dettagliate descrizioni su com'erano fisicamente e su com'erano "agghindati".
Eleman che da quando erano saliti sulla metro si divertiva a scimmiottare Alessandro, che prima, a sua volta, si era messo a scimmiottare il suo mito di sempre Britney Spears, improvvisando una lap dance con uno dei tanti pali del mezzo di locomozione sotterraneo, alla sua amica Laura di come lui e l'amico si fossero veramente conosciuti- non aveva proprio detto niente- e di questo Alessandro se n'era accorto eccome. La versione ufficiale che pareva le avesse dato in pasto doveva essere quella che loro si erano conosciuti qualche annetto fa al mare. Come se conoscersi in chat fosse una cosa da sfigati... e poi per chi? Per una come Laura che così a vederla, di primo acchito, sembrava una donna di mondo?
Per prima cosa il programma della giornata prevedeva una visita a Palazzo Reale, in piazza Duomo, per vedere una mostra delle creazione dell'eccentrica stilista inglese Vivienne Westwood, e poi sempre all'interno dello stesso, si sarebbero "sparati" una mostra di foto e videoclip portanti la firma di David Lachapelle.
Prima di entrare però i tre dovevano aspettare l'arrivo di Tina e del suo nuovo uomo che secondo Eleman non era nient'altro che: "Una larvona quarantenne, neofascista che pesa più di duecento chili!"
Per ingannare l'attesa Laura si mise a contare ad alta voce fino a ventiquattro e facendo poi il countdown. Oppure si mise a narrare dei suoi leggendari "rave-party col morto", o di quando una volta, facendo un pic-nic con le amiche si misero a giocare a "CSI- La scena del crimine" una volta rinvenuto, casualmente, il cadavere di una rana.
Eleman invece di punto in bianco confessò che le canzoni di Renato Zero lo commuovevano oltre ad ogni dire. Non l'avesse mai fatto! Alessandro che odiava Zero, per questa sua confessione, non la smetteva più di sfottere l'amico. E per farlo usava frasi del tipo: "Eh, certo, a ben pensarci canzoni come "Il triangolo" o "Mi vendo" sono di un'intensità infinita!"
L'atmosfera venutasi a creare era stranamente fiabesca. Con Laura che sembrava una sorta di versione moderna di Biancaneve ed Eleman una strana rivisitazione di Alice nel paese delle meraviglie... poi come se nulla fosse iniziarono a fioccare fior fiori di citazioni della "Carica dei 101". E Alessandro quindi chi era? Crudelia Demon?
Ad un tratto, inaspettatamente, come un'invasione nata dal nulla, si fece avanti all'interno dell'immensa piazza un corteo di scioperanti, sventolanti le rosse bandiere di un noto sindacato. E da quella fiumana rossa di gente, altrettanto inaspettatamente, spuntò la giganteggiante figura di Big con a fianco la sua "piccoletta".
Tina aveva la stessa età di Eleman. La sua figura si poteva tranquillamente dire bassa e tracagnotta. Era avvolta completamente da un enorme cappottone di lana nera fatto a mano. I capelli erano ricci, raccolti in una sorta di buffo codino. E aveva, inoltre, dei piccoli occhiali quadrati.
Alessandro mentre lei si presentava prontamente a lui non poteva fare a meno di trovarla simpatica. Lei gli disse tendendogli la mano come d'uso in quelle occasioni: " Tina... felice di conoscerti e... e lui è Big, anzi Cris..."
"Ah, ecco!" Esclamò Alessandro un po' in soggezione.
E, invece, Big tutto brioso alludendo alla professione da lui svolta disse : " Sì perché ho anche un nome, perché uno mica può fare il Dj tutta la vita..."
Big in quella mattina nella realtà dei fatti appariva come un omone molto alto e ben piazzato, ma con il grasso piuttosto ben distribuito e più che un naziskin sembrava una sorta di versione nostranotta di Ozzy Osbourne... certo che quelle croci celtiche appese al cappotto di ecopelle erano davvero grosse come noci!
Big con una scusa disse che purtroppo non poteva proprio accompagnarli e quindi lasciò i quattro giovani, orfani della sua presenza, dirigersi verso l'ingresso di Palazzo Reale.
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Alessandro dei quattro era il più "anziano". Ed era anche l'unico dei quattro a non frequentare alcun corso universitario. Alessandro non lavorava nemmeno. Alessandro si "faceva portare a spasso" da se stesso con mezzi di fortuna. Con i suoi, non certo foltissimi, capelli arancioni, la sua borsa un po' diciamo "discutibile" che lui chiamava "Bitch-bag", unghie lunghe da strega e occhialini da intellettuale che certo col resto non c'entravano niente, ma che non guastavano neanche nel complesso.
Osservando le magliette "tettute" e quelle stile cow-boy gay alla Ang Lee Alessandro non poteva far altro che pensare che Vivienne Westwood ha segnato un'intera generazione di esibizionisti!
E tra un abito iperaccessoriato e l'altro, Tina pensò bene di intrattenere il resto della comitiva narrando della sua notte, appena trascorsa, di "sex & love", con Big.
Una volta passati alla seconda "mostra" al piano di sotto Laura incrociò Kia una sua amica e le due si misero a far coppia da sole per i cazzi loro.
E anche Eleman e Tina si appartarono per i cazzi loro, visto che lei, i dettagli più "sconci" voleva riservarli solo al suo caro amico del cuore, lasciando di fatto solo e spaiato il "povero" Alessandro. Allora il ragazzo rimasto solo non poté far altro che perdersi nel mondo d'immagini grafiche del signor Lachapelle.
Poi tornò Tina scusandosi a modo suo: "Scusate ma così, almeno, vi ho risparmiato i dettagli più scabrosi!"
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David Lachapelle era famoso per aver fotografato, in fotografie cosiddette artistiche, diverse celebrità. In alcuni casi anche in pose e atteggiamenti "blasfemi". Celebri anche le sue foto di Britney Spears che forse nel modo in cui era stata da lui immortalata, contribuirono a darle quell'immagine da "lolita-americana" che per tanti anni l'hanno contraddistinta.
Mentre per i videoclip forse quello più rappresentativo firmato dall'artista era quello di "Dirrty" di Christina Aguilera; un bizzarro mix tra eleganza e volgarità.
Ogni riproduzione-formato cartolina- delle opere del buon David veniva un euro e cinquanta l'una.
Solo una cartolina di quelle era riuscita a catturare l'attenzione di Alessandro ed era quella raffigurante una donna nuda sospesa sopra una piscina stracolma di uomini nudi anch'essi, tutti in contatto fisico tra loro. Ma non la prese. Ne era rimasta solo una copia che era pasticciata con un pennarello nero!
Laura invece si prese, per quanto riguarda le cartoline, l'universo! Seguita a ruota da Eleman che certo non voleva essere da meno. Un'altra che non prese niente invece fu Kia. Kia che era di una bellezza disarmante: faccia pulita e solare diluita in sommario look manco a dirlo dark anche se soft.
Laura invece si prese, per quanto riguarda le cartoline, l'universo! Seguita a ruota da Eleman che certo non voleva essere da meno. Un'altra che non prese niente invece fu Kia. Kia che era di una bellezza disarmante: faccia pulita e solare diluita in sommario look manco a dirlo dark anche se soft.
A mangiare andarono allo "Spizzico", in zona Buenos Aires. Laura e Kia erano già andate a prendere posto ai tavoli di sotto.
Eleman, mentre stavano facendo, la fila sospirava e si lamentava come una vera e propria checca ricercata, e inoltre si mise a fare la "civettuola" sulla bitch-bag dell'amico.
Venne interrotta dalla coriacea e improvvisa risata di Tina. Si mise a guardare prima l'amico-coinquilino, poi Alessandro, e poi il tipo che al bancone li stava servendo. Così anche i due ragazzi lo guardarono e si accorsero che il tipo sul cartellino che doveva portare il suo nome c'era scritto su "Patrizia"!
Ovviamente anche gli altri due si misero immediatamente a ridere e Alessandro commentò: "Anch'io voglio quel meraviglioso nome da battona!"
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Eleman in quel periodo era stato da poco lasciato dal suo "ragazzo", che tra le altre cose era un amico di Tina. Eleman descriveva questo ragazzo come una sorta di adone: moro, alto, atletico; per giunta tenero. Tra loro, insomma, per farla breve, tre giorni d'idillio, il ragazzo in questione disse a Eleman: " Tra noi c'è una buona intesa fisica, ma non mentale, mi dispiace!"
Per molti questa sarebbe stata una doccia fredda, invece Eleman sembrava l'avesse presa pure bene, con filosofia.
Per Alessandro una frase del genere sarebbe stata di sicuro una doccia fredda. Lui in quel periodo era un po' in crisi per via di un incontro pseudoromantico che aveva avuto con un ragazzo afro-portoghese che era rimasta però in sospeso. E, infatti, Eleman, più o meno ironicamente gli chiese: " ... e niente finale romantico?..."
No, niente finale romantico.
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Tutto allo "Spizzico", dalla pizza margherita alle patatine fritte, perfino la coca, sapeva di plastica! E mentre i quattro più Kia stavano degustando queste loro "squisitezze" Tina riprese a raccontare le sue porcherie con Big. E così il quintetto venne a sapere che Big a volte orgasmava in tedesco... e, insomma, Tina sosteneva : "Io ho visto cose che voi umani?!!!" - affermazione che le diede lo spunto per rivangare il passato- e così si mise a raccontare di quando stava con un bel biondo dagli occhi azzurri peccato solo che avesse i peli a macchia di leopardo sulla schiena!!!
E ancora tornando a parlare del suo Big: " Giuro che quando mi ha abbracciata temevo di soffocare!"
A quel punto s'intromise Eleman: " Infatti noi avevamo fatto varie ipotesi... ma la più plausibile di tutte ci sembrava appunto che ti soffocasse... oppure che ti avrebbe accoltellata con il pugnale...".
E così Alessandro venne a sapere che Big, per questioni di sua sicurezza personale, dormiva con un pugnale sotto il cuscino!
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Quando tutti si alzarono per andare a buttare i loro rispettivi vassoi Alessandro fu l'unico a non farlo. Tina se ne accorse e l'apostrofò divertita: " Bravo! Tu non ti alzi? Non butti? Teppista!"
"Teppista" era uno degli appellativi preferiti da Big. E solo quella mattina mentre lui e Tina si stavano dirigendo alla volta di Piazza Duomo per incontrarsi con gli altri fece tutta una tirata del tipo: "Quei giovani teppisti delle scuole dovrebbero essere mandati ai riformatori, e venir svegliati al mattino a pane e ceffoni." e detto ciò si meritò l'applauso di una vecchia seduta di fronte a loro.
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Il pomeriggio i quattro orfani di Kia si recarono al "Disney Store" in corso Vittorio Emanuele II. Alessandro e Eleman cinguettavano giulivi ; con il primo che rideva dell'accento bresciano del secondo. Laura giusto per dimostrare che aveva le mani bucate, e per non uscire a mani vuote, si prese un set di palline natalizie di "Nigthmare Christmas".
Una volta usciti dal negozio disneyano siccome Tina doveva vedersi ancora con il suo "grande amore" l'accompagnarono in un posto in culo a Milano!
E mentre si aspettava per ammazzare il tempo Laura si lasciò andare al seguente dotto discorso: "Ah, la mia Vanni! Più che una migliore amica!!!"
Praticamente 'sto Vanni era la "migliore checca" di Laura.
Tina che non voleva certo essere da meno disse: "Anch'io ho la mia!"
Ed Eleman tutto eccitato: "Sono io? Sono io vero?" Per poi girarsi verso Alessandro e dire: "E tu sei la mia!"
E Alessandro: "Oh, bella! E poi io rimango spaiato!!!"
Tina, invece, dopo un attimo di riflessione aggiunse: " Bè io ne avevo due... Valentino e Claudio... ma quell'altra la devo cacciare..."
Tina disse questo dimenticandosi che non bastava essere gay per essere definite delle checche. E così pazientemente Laura si mise a spiegare le debite differenze.
Poi venne il momento dei saluti. Tina se la "portò via" Big. Alessandro accompagnò gli altri due a Centrale per prendere il treno per Parma - città nella quale Eleman studiava "Fisica" all'università.
Sul punto di lasciare i suoi due nuovi amici Alessandro disse: "Ele è stato entusiasmante conoscerti, anche se credo che tu sia la persona più lagnosa e lamentosa del mondo!"
"Oh, non sai che piacere! Questi per me sono solo complimenti... "
"Però ti dirò, un po' sono rimasto deluso... mi aspettavo una qualche crisi, un piantino, per via della storia con Claudio."
"Nooo?! E perchè?"
"Ma perchè la vita è un show e gli show che comprendono un qualche bel pianto isterico sono quelli che fanno più audience!"
"Bè allora vorrà dire che la prossima volta... "
E così i tre si separarono. Alessandro iniziò a vagare per Milano, il suo obiettivo: troieggiare!
*
Si può dire che i due in definitiva si erano fatti una reciproca buona impressione. Sembrava proprio che Alessandro, l'amico Eleman e le due ragazze avessero formato una sorta di affiatato quartetto a distanza. Era tutto un continuo: "Tina ti saluta"; "Laura ti dice buongiorno e che al suo prossimo piagiama party sei invitato anche tu."
La borsa da battona di Alessandro sembrava aver fatto colpo. Le sue unghie lunghe e ben curate, invidia! Ed Eleman e le altre a continuare a dirgli che era un vero peccato che non le smaltasse di nero.
Ormai Alessandro era diventato la "checca" e anche un po' troia. Mentre Eleman era diventato una sorta di cortigiana dalla rigida morale vittoriana.
Quando Alessandro si mise a uscire con un uomo di trentasette anni, ovvero di sedici anni più grande di lui, Eleman e Tina gli diedero la loro benedizione dicendogli che se non superava la differenza d'età che c'era tra Tina e il suo Big allora se la meritava!
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1 recensioni:
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- Il racconto lo considero una lunga passeggiata in questa nebulosa giovanile che a noi vecchi appare un luogo strano ed indecifrabile, per tanti versi pericoloso. Umori e rapporti tipici dell'eta giovanile, oggi vissuti secondo le nuove mode, figli deboli del post benessere e quindi crudeli a volte indifferenti, incapaci di vere svolte. Vera lezzi pennella questo mondo, ma evita, forse per timore di riconoscervisi, per cui non entra nel dramma vero che i vari protagonisti vivono.

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