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Libero Arbitrio

Mi tradì la lacrima che poco prima era colata sulla guancia creando un piccolo sentiero pallido sul mio make-up.
Lui mi trattenne per un braccio.
Mi voltai, terrorizzata. Sapevo che da lì in poi, tutto sarebbe potuto cambiare.
Non ressi il suo sguardo, in realtà non lo avevo mai retto. Ogni volta che ci trovavamo faccia a faccia a parlare, non ci riuscivo, no, a guardarlo negli occhi. Abbassavo lo sguardo, io che non lo abbasso mai di fronte a nulla. Mentre, di fronte a lui, di fronte a quel suo sguardo senza malizia, io mi sentivo disarmata, sentivo che si mi avesse guardato negli occhi non avrei più avuto nascondigli.
"Non fare così...", mi disse. Non risposi, continuavo a guardare per terra, il respiro corto.
Eravamo come rimasti incantati in quella posizione, io voltata verso la porta della stanza, pronta ad andarmene, lui che mi tratteneva per un braccio. Avremmo potuto essere una statua del museo di arte moderna, il titolo: "l'abbandono" o forse "non lasciarmi".
E poi mi decisi.
Con aria di sfida, mi voltai, e per la prima volta, a pochi centimetri di distanza, lo guardai diritto in volto. Ora eravamo entrambi allo scoperto.
"Che c'è?" dissi, con un tono di voce che voleva essere dolce ma che in realtà colava risentimento.
Non rispose, continuava a tenermi per il braccio, i suoi occhi verdi mi stavano facendo male.
Non rispose. Solo un attimo prima di tirarmi a se, si fermò e disse: "per questo, di certo, andrò all'inferno".
E poi, mi baciò.
Smisi di respirare e per qualche secondo il mio cuore si fermò, in bilico tra il farmi continuare a vivere e il volermi lasciare morire lì, in quell'istante, appoggiata a quelle labbra, aggrappata a quel bacio.
Chiusi gli occhi e, ormai senza più nulla da difendere, come una città fortificata le cui mura siano state irrimediabilmente abbattute, mi lasciai attraversare dal suo odore, che risalì lungo le narici fino a mescolarsi alle circonvoluzioni del mio cervello facendomi girare la testa.
A quel punto mi voltai, senza staccarmi dalle sue labbra, e feci una cosa che avevo desiderato fare sin dalla prima volta che l'avevo visto: gli sciolsi i capelli ed affondai le mani in mezzo a quell'accenno di boccoli biondi, chiaro ricordo del bambino dall'aspetto angelico che doveva essere stato nella sua infanzia.
I capelli erano morbidi ed i boccoli si scioglievano tra le mie dita come onde del mare sulla sabbia calda.
Non c'era più un solo accenno di lucidità nella mia mente, ero sveglia ma era come se la coscienza mi avesse abbandonato. In quello stato avrei potuto commettere il più feroce dei delitti senza rendermene conto.
Mi tirò lentamente verso il bordo del letto e mi mise a sedere. La porta della stanza si era chiusa alle nostre spalle. Al di là si sentivano le voci indistinte dei colleghi di lavoro. Chiunque sarebbe potuto entrare in qualsiasi istante e trovarci lì. Ma non successe.

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Caterina Russotti il 20/01/2014 20:53
    La facoltà di scegliere se rimanere o andarsene... In un racconto letto con interesse poiché coinvolgente e bello da leggere. Complimenti

3 commenti:

  • Chira il 02/01/2015 14:16
    Uno dei racconti più belli letti da me su questo sito. Emozionante, sensuale, intenso... perdere corpo e mente ed essere in pace con il mondo intero... certe esperienze si fermano tra cielo e terra, solo per noi che le viviamo. Magnifico narrare.
    Chiara
  • oissela il 19/01/2014 08:24
    Il brano propostoci sembra essere uno stralcio di un lavoro più lungo. Colgo una doppia sfida, la prima con sé stessa e la seconda
    con il partner. Suggestive alcune pennellate di tenerezza.
    A rileggerti.
    Oissela
  • Anonimo il 19/01/2014 06:55
    Un finale spiazzante, che mi fa ha fatto pensare senza trovare un nesso sicuro fra la bella storia d'amore e quella margherita. Forse, ma posso sbagliare, io il libero arbitrio non l'ho mai avuto... non saprei. Comunque a parte questo spiazzamento che magari è anche la ciliegina sulla torta di questo bel racconto, anche stavolta hai dimostrato di saper "narrare", dote che sicuramente ti appartiene per via naturale, come dire, biologica, e non per mestiere che probabilmente non ti lascia nemmeno il tempo di dedicartici, alla scrittura. Molto piaciuto anche perché pur essendo un uomo sei riuscita a trascinarmi nell'io narrante... e non è poco.
    Per ultimo, in questo racconto mi pare di capire che un zona altamente erogena è il cervello... o sbaglio?... ciaociao

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