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Otto Agosto

Oh Santo-Iddio, ma cosa sta succedendo?
Mi ritrovo in questo cunicolo, in alto e si respira ancora bene.
Non posso fare niente, né per me e né per gli Altri.
Li vedo e credo che siano tutti morti.
Non si muovono.
Forse tocca anche a me, speriamo che i soccorritori sappiano riconoscermi.
Ho diritto ad una degna sepoltura, sono un minatore.
Se non fosse stato per la grande nevicata che ha distrutto i nostri raccolti, starei ancora nella mia terra.
È bella la mia terra e si dispiace quando i suoi figli se ne vanno all'estero.
Sono Bolivario Antonino ed ho 23 anni.
Vengo da Gallipoli e sono iscritto all'ultimo anno di lettere e filosofia, appena avrò il denaro necessario, riprendo a studiare.
Sono cinque mesi che lavoro in questo posto e la paga è buona.
Ogni mattina, assieme alla squadra, scendo nel pozzo e poi pala e picco.
Carbone.
Ai Belgi piace il carbone e io li accontento.
A me piacciono i franchi belgi e loro me ne danno tanti.
L'aria si sta facendo pesante e non si sente alcun rumore.
Meno male che la lampada mi fa compagnia.
Stamattina non ho sentito la sveglia ed è stata mia sorella ad avvisarmi che si stava facendo tardi.
Non volevo alzarmi e le ho detto di lasciarmi in pace.
Lei ha insistito e mi ha detto che non potevo rinunciare ad un giorno di paga.
Mi ha preparato il caffè e due tartine spalmate di burro.
Visto che mi aveva svegliato, per farsi perdonare ha messo due fette di jambon nelle tartine.
Sono partito, sperando di non arrivare in tempo pera prendere il treno.
Piovigginava e più volte stavo per tornare indietro.
Una giornata in meno di lavoro, non avrebbe cambiato la nostra situazione.
Non ho voluto deludere mia sorella.
Ti voglio bene, Maria.
Il treno l'ho preso e sono arrivato puntuale come sempre al pozzo.
Abito a Jemappes e la domenica vado a visitare la casa dove abitava Van Gogh.
Faceva il predicatore a Cuesmes, curava i minatori feriti e mangiava patate con loro.
Anche a me piacciono le patate fritte, sono proprio saporite.
Sono brutti i terrils: Le piccole Alpi che abbiamo creato noi.
Se la scampo, mi prendo tre giorni di malattia.
Vediamo se le medecin ha il coraggio di rifiutarmeli.
La lampada si sta spegnendo, ma l'aria è assai pesante.
Se la scampo, giuro che vado a San Giovanni e mi faccio confessare da Padre Pio.
Forse non funziona il pozzo dal quale si estrae l'aria.
Ho voglia di dormire e sarà un lungo sonno.

 

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8 commenti     4 recensioni    

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4 recensioni:

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  • Anonimo il 21/01/2014 18:37
    I pensieri chiusi dentro una cavità, speranzosi della luce...
    Letto con brividi.
  • Vincenzo Capitanucci il 21/01/2014 07:02
    Marcinelle... suona come marci nel.. 8 agosto suona come Nagasaki... dai mangiatori di patate di Vincent... aux pommes frittes... specialità del Belgio... piaciuto moltissimo Oissela ( sembra un nome per incoraggiarsi a salire in sella )mi ha riportato nell'atmosfera di Germinal... uno dei miei racconti preferiti fra quelli di Zolà.. dove lì fu un anarchico... forse uno dei primi della letteratura... a far saltare la miniera... accarezzando un bianco coniglio...
  • Caterina Russotti il 20/01/2014 20:40
    Non conoscevo quella storia, poiché non ero ancora nata. È un bellissimo racconto che narra come a volte il destino gioca le sue carte... È stato bello leggerlo, sei molto bravo. Complimenti.
  • Anonimo il 20/01/2014 16:32
    L'8 agosto 1956, una delle tante date da ricordare. Purtroppo, sono sempre i poveri a dover ricordare, perché costretti dal bisogno ad accettare i lavori più pesanti ed anche più umili. Bellissimo il tuo racconto con vari spunti di riflessione su cui soffernarsi, per crescere e non per rimanere nell'emozione del ricordo.

8 commenti:

  • Anonimo il 22/01/2014 21:40
    Povero ragazzo e tutti quelli che sono morti sepolti (262); povera anche la sorella per essere rimasta a vita col rimorso.
  • oissela il 22/01/2014 08:56
    Per Ellebi, CHiara e Stella: RAGAZZE, VI RINGRAZIO PER LA LETTURA E PER I RELATIVI COMMENTI.
    Queste prime pagine postate in questo mese mi sono care.
    Sto imparando a conoscervi e mi auguro di continuare a dialogare
    lungamente con voi. Ciao.
    Oissela
  • stella luce il 22/01/2014 05:59
    vita e morte... una storia attuale... quante sono le persone che per vivere fanno lavori che sanno possono portare al dolore, alla malattia... anche se qui tu narri il passato... bravo
  • Ellebi il 22/01/2014 01:20
    Condivido gli elogi tutti gli altri per questo ottimo brano. Un saluto
  • Chira il 21/01/2014 12:23
    Chissà quante storie quel giorno... La figura che mi fa più pena è quella sorella vissuta con quel rimorso... la sua vita sarà diventata tutto un "se, se...". Bellissimo, bellissimo Alessio!
    Chiara
  • oissela il 21/01/2014 10:05
    Per tutti gli amici che hanno letto e condiviso questa storia.
    Avevo venti anni, quando venni a conoscenza di questa storia.
    Mi venne riferita proprio dalla sorella un po' in francese e un po'in un dialetto stretto di non facile comprensione.
    Si sentiva colpevole per aver forzato il fratello ad andare a lavorare quel maledetto giorno.
    Piangeva e quasi a volersi giustificare mi spiegò l'aver arricchito le tartine con del prosciutto cotto.
    Mi sono commosso.
    Grazie per la condivisione.
    Alessio
  • Anonimo il 20/01/2014 18:32
    Bellissimo... l'ho letto con commozione perché io avevo uno zio lì... quell'anno avevo 10 anni, e me lo ricordo bene quel dramma...
    sei stato bravo a trattarlo tangenzialmente, con una delle tante storie possibili... ben scritto, come sempre. Ciaociao
  • Anonimo il 20/01/2014 16:59
    Sposo il commento di Salvatore. Racconto interessante, letto tutto d'un fiato.

    Ps:C'è un refuso: "per" prendere, hai aggiunto una a.
    Sono partito, sperando di non arrivare in tempo pera prendere il treno.

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