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SOTTO IL CARRUBO (la panchina)

Carlo arrancò sul breve pendio. Si sentiva sotto una cappa di calore che aveva dell'incredibile.
La stradina sterrata attraversava una spianata spoglia di alberi, solo viti.
Un caldo così afoso da quelle parti non si era mai sentito.
Il sole implacabile donava alla campagna quella cortina tremolante da far sembrare il mondo immerso in un acquario.
Solo un nuovo attacco del frinire monotono delle cicale fece scattare in lui una molla, e aprì bocca per urlare: "Fermate il mondo, voglio scendere!" per poi dirsi che c'entrava quel vecchio carosello del Cynar con la sua luna di traverso, e si sentì un povero cristo!
Che ci facesse in quel posto, Carlo spesso se lo chiedeva.
Ormai era cosa fatta.
Aveva trasferito famiglia e interessi in campagna: per un suo bisogno si era dato alla nobile professione del contadino. Possiamo dire con molto impegno. Anni e acciacchi avevano avuto la meglio.
Carlo cercò di dimenticare con un certo dispiacere una vita trascorsa molto liberamente.
A lui erano sempre piaciute le belle donne: il corteggiamento e la capitolazione erano stati la sua fonte di vita e il lavoro che aveva lasciato lo aveva ben fornito di occasioni.
Con quel mondo aveva chiuso o forse lo credeva. La stanchezza sulle spalle la sentiva tutta.
Mancava poco alla curva e alla agognata sosta sotto un grande carrubo. Qualcuno aveva posto tempo prima una provvidenziale panchina.
Qui, Carlo leggeva il giornale, appena comprato, in santa pace; chiudeva anche il cellulare, e quando faceva molto caldo, si levava la camicia che appendeva a un ramo, per lui quei piccoli refoli che accarezzavano la sua schiena erano una goduria.

Giunse alla meta e scostò le cortine dei rami dell'albero che arrivavano quasi a terra ed ebbe un moto di sorpresa.
la sua panchina aveva già un intruso, o meglio, un'intrusa che si girò.
Carlo non la riconobbe subito, ma quando due dolcissimi occhi neri lo guardarono, sussurrò: - Irene, sei tu?
La donna sorrise e gli tese le braccia come fa un bambino.
E lui? Lui la prese e se la strinse al petto, la sentì più piccola e fragile di come la ricordava, era stato il suo ultimo angelo biondo. Forse la sua ultima conquista.
Carlo con il suo dolce peso si sedette sulla panchina, e guardandola cercò di sciogliere l'ampio foulard di seta blu che le copriva la testa e scendeva sulle spalle. Non capiva.
Come le tolse lo scialle comprese, il maledetto male l'aveva colpita. Un senso di repulsione lo invase.
Odiava le malattie in generale, affrontava anche i suoi problemi con molte difficoltà.
Ma ora con Irene ebbe uno slancio inconsueto, e non chiedendo nulla, se la strinse fra le braccia e la baciò avidamente, assaporando ancora quel profumo che non aveva mai dimenticato e quelle labbra piene.

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6 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • vincent corbo il 11/02/2014 07:45
    Una storia intensa, struggente, raccontata con leggerezza e con un "tocco" molto personale.
  • oissela il 10/02/2014 16:37
    Penso che sia un bel giorno.
    Un'affascinante maniera di riferire e una dolcezza senza pari.
    Una storia senza pari, un incontro... la sorpresa e diciamo la chemioterapia. Splendido il comportamento dei protagonisti
    e splendido il messaggio veicolato.
    Mi sono commosso?
    Sì e sfido gli altri a dire di no.
    Permettimi un abbraccio.
    Alessio.
    '

6 commenti:

  • elisa sala il 11/02/2014 18:18
    Ringrazio tutti, devo riprendermi un pochino per poter dare il meglio. Comunque eccomi: Il racconto nacque da una poesia di un amico, Non la storia ben diversa, presi solo l'idea, e, poi, viaggiai con la fantasia, che senza quella noi tutti non saremmo qui.
    Ho visto che c'è spazio anche per i libri editi... Vi aspetto tutti a curiosare. Buona cena
    Elisa
  • Caterina Russotti il 10/02/2014 19:08
    Meraviglioso racconto pieno d'amore. Un'amore eterno... Mai dimenticato e che mai dimenticherà. Una storia che commuove. Complimenti sei molto brava, è un piacere leggerti.
  • gianni castagneri il 10/02/2014 17:43
    letto di corso ma apprezzato molto! forse non ho capito, ma... lei era malata? magari faceva kemio... se cosi' fosse e' bellissimo pensare che Carlo abbia voluto dare alla sua amata un ultimo momento d'amore e di passione!... complimenti bellissimo racconto, pieno di sensibilita'!
  • loretta margherita citarei il 10/02/2014 17:00
    molto apprezzato complimenti
  • oissela il 10/02/2014 16:50
    Intanto bentornata e va da sé che questo racconto va nei miei preferiti.
    Alessio
  • Anonimo il 10/02/2014 16:49
    Che bello... quanta delicatezza in questa storia d'amore d'altri tempi, una carezza al cuore leggere queste pagine. Mi sono sentito leggero, ma anche molto colpito dalla bellezza di quell'incontro, commosso per l'epilogo naturale... una chiusa stupenda che suggella l'intero brano con un messaggio che credo sia anche la cosa più bella dell'intera vicenda. ciaociao, che bello saperti qui su PR... mi pare quasi di riuscire a ricostruire con Alessio i vecchi tempi... ciaociao.

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