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L'estate nel villaggio dell'anima
Oggi quando vedo una pietra ascolto una poesia, quando vedo un uomo mi consolo, quando incontro una donna m'innamoro.
Sulla sabbia, divina armonia, nel battito celeste del pianeta ascolto la melodia dei tuoi passi, le dolci azioni dei fiori che come versi di dolcezza e di abbandono esprimono la bellezza della tua esistenza.
Sulla sabbia contemplo il deserto e il dono della sua essenza, il soffio vergine del vento che trasporta l'onda sublime dei tuoi passi per incontrare l'oceano dell'anima.
Dormi ora, se sei stanca tra le mie braccia di vento e di mare e lascia che il mio amore ti trasporti sull'isola perduta del tuo corpo, su villaggi di pietre antiche a conoscere la poesia della tua bellezza.
Stenditi infinite volte laddove non ci sono ricordi, memorie distanti, scene, situazioni di uomini e donne, eventi e destini che ti hanno allontanato dalla tua anima di pietra.
Distenditi laddove il vento soffia con dolcezza e permea di bellezza la soffice tela delle tue labbra.
Scriviamo insieme la nostra poesia sull'onda silenziosa della vita e lasciamo che la primavera nel villaggio non guardi ai doni che la tempesta ha lasciato ma contempli i doni che gli angeli della bellezza e della luce hanno sparso sulla terra.
Doni che contemplo quando cammino in ogni istante della mia vita, che raccolgo come un viandante felice sul suolo fecondo dell'esistenza. Anche il mio respiro per quanto affannato dalle ciccatrici del tempo è un dono, come un dono è il respiro delle piante, della sabbia e di ogni pietra la cui anima misconosco, e di ogni cosa che nel cielo percorre intere distanze come un canto di grazie e di magnifico abbandono.
Ho visto una pietra quest'oggi all'alba, nella quiete delle prime luci. Una pietra ho visto e l'ho salutata con un grazie, con un canto che proveniva da lontano, da un luogo distante e che sembra così accanto al mio corpo, un luogo in fondo così nascosto ma che abbraccia posti inesorabili e mete calde e senza forma e che ci mostra che anche una pietra ha il dono d'interpretare il mondo poiché ogni cosa è sostanza pensante e un dono che proviene dall'alto.
Seduti sulla soffice sabbia possiamo scorgere le medesime cose, illuminare la terra con il nostro amore, che canta la sinfonia della nascita e della creazione, possiamo guardare la terra ed il mare nel contempo, la città illuminata che desta in noi il desiderio di abbracciare l'antica stagione dell'uomo e le notti di luna piena sull'isola deserta dei sogni che silenziosi avvolgono il cuore.
E finalmente condividerli.
Possiamo trascorrere insieme tutta la notte e discorrere sui misteri che il nostro cuore ancor fanciullo canta mentre il grande oceano dell'energia divina si premura a mantenere tutto unito, dal pianto di un bimbo che vede per la prima volta la luce del sole ad un granello di sabbia nel deserto, all'onda del mare che si sdraia soffice sulla riva alla prima alba d'estate.
È divino pensare che nulla in questo universo è separato da un qualcosa, seppur la nostra vista e il nostro modo di guardare al mondo ci inducono a dividere ogni cosa: un uomo da un altro, una pietra dal suolo che calpestiamo e il suono delle nostre parole dallo spazio che continuiamo a credere vuoto.
Lo spazio non è vuoto, ma è ricco di suoni e canti di energia che intersecano il pianeta in una melodia di battiti lontani e vicini e uniscono la terra sulla quale ogni uomo vibra di gioia o di tormenti, vibra d'Amore o di paura, di compassione o di agonia.
Provo ad immaginare me stesso avvolto da um'energia senza tempo né spazio, senza forma né posa, una città in rovina e un'altra nel suo splendore, un villaggio saccheggiato e un altro in cui i semi dell'Amore germogliano silenziosi all'alba della sua gloria.
Eppure siamo solo un piccolo puntino immerso nello spazio che sembra allontanarsi in dimensioni sempre più lontane, in luoghi inimmaginabili al cuore dell'uomo, diretta nell'anima celeste dell'universo, spinta da un immane soffio di vento quasi dantesco e si allontana diventando un minuscolo puntino blu sospeso nello spazio.
È bella nonché divina questa immagine, una fotografia che ritrae l'esterno della nostra casa, il luogo nel quale condividiamo gioie e dolori, abbondanza e carestia, doni di natura diversa, sorrisi e pianti, abbracci e lunghi baci sulle dune dell'unica anima che ha sempre immancabilmente unito l'uomo sul pianeta terra. Eppure ci stanchiamo così facilmente della pace che basta poco per iniziare un conflitto. Ci stanchiamo così facilmente dell'Amore che entriamo quasi inconsciamente nella buia dimora della paura e senza pena nel cuore alimentiamo il suo piacere e ci vestiamo dei suoi averi, nuotiamo senza sosta nei suoi fiumi che ardono pena e abbandono, perdita e sconfitta, è come una sabbia mobile che ci avvolge interamente fino al capo ed è la paura anch'essa energia, un'energia bassa che produce tenebre e disarmoniche onde nel corpo e nel cuore del pianeta, nell'acqua di mille mondi che vivono e condividono gli stessi sentimenti. La paura contagia persino i lontani uccelli che volano liberi nel cielo fino a provocare la caduta di un cammello che si avventura nel deserto alla ricerca di un'oasi.
Eppure abbiamo alimentato di questa paura i nostri corpi, le nostre case, la nostra grande e unica casa, ricordate? Quel puntino sospeso nello spazio, in continuo movimento.
Abbiamo alimentato di paura il nostro mondo, lo abbiamo reso schiavo di un destino che dobbiamo cambiare e lo possiamo fare solo con una mutua condivisione e collaborazione tra più cuori che si uniscono in un canto armonico di pace e di sguardi che cercano il dono dell'Amore nel suolo fecondo del nostro pianeta.
Collaboriamo e usiamo i doni segreti e nascosti che ci sono stati conferiti all'inizio della creazione, quando ancora le strade non erano così colme e i sentieri ancora deserti erano luoghi d'incontro, di pace, di strette di mano e abbracci pieni di luci che si espandevano nelle nostre dimore fino a raggiungere luoghi distanti, eterni confini nella muta consapevolezza della grandezza di noi stessi e dei nostri giorni.
Tutto vibra come un suono che si espande e dilaga le sue note verso universi lontani e paralleli.
Ogni cosa vibra nell'eterno avvenire come una nota costante e armonica che dilaga come una canzone immemorabile nell'animo dell'uomo affinchè tessa il corredo della pace e lo distribuisca ai quattro mondi.
Mentre aspetto che i colori dell'alba dipingano la scena del silenzio e dell'attesa assisto ad uno spettacolo di due fiumi che Dio unisce in un unico atto chiamato l'incontro delle acque, una chiara ed una scura, che bellezza! I miei occhi hanno scorto un'azione di Dio che come un bimbo si è divertito ad unire due strofe d'acqua davanti ai miei occhi, due rime di luce per ricordarmi dei miei giorni di gioia e dirmi con fervore di padre che la felicità risiede nelle piccole cose. Oltre, il mio sguardo non va. Siedo sulla riva e osservo l'incontro d'amore tra due fiumi, Negro e Solimoes, nella città di Manaus, estremo nord del Brasile. Poi le luci dorate dell'alba, il ponte oltre il quale il cielo terso dei ricordi è un immenso paesaggio che ospita il sole e i suoi raggi che tendono alla terra il suo angelo di Luce e lo esaltano e lo festeggiano con canzoni di sorrisi e danze sulle rive, di uomini donne e fanciulli che si premurano a correre con un calice pieno d'amore tra le sue braccia di quiete e di supremo abbandono. Canto per la gioia che albeggia nel mio cuore e nel mio sguardo. Canto per la nave che sopraggiunge dall'oceano e che attendo da lunghi mesi. Canto per l'onda che veste il mare con i suoi rumori e i suoi tormenti e che porta il silenzio fuori dalle mura della grande città. È un giorno grande di festa, poiché nella semplicità delle cose risiede la grandezza di un uomo che veleggia con la mente lontano e veste il suo corpo degli abiti antichi e intatti di un sogno. E quando l'amore giunge dall'oceano e vi consegna il suo segreto accoglietelo a gran voce e con gioia benchè il suo mistero vi ferisca e vi scuote nel timore e nel dubbio. Accogliete l'Amore che giunge come un'onda silenziosa sulla riva ricca o desolata della vostra anima poiché il vento che da qualche parte cantava le sue rime è giunto ai vostri piedi e vi ha consegnato un dono. Accoglietelo come un sogno al quale non avevate pensato e ringraziate l'angelo dell'aria vestito di bianco che si è premurato di farvelo avere benchè la bontà del vostro sogno si dilegui all'istante insieme al vento che soffia nella direzione opposta. Quando questo accade fidadeti delle mani dell'amore e delle sue braccia che avvolgono i quattro continenti e i mille mondi ed esaltate la sua forza senza mai dire: Dio mi ha ingannato. L'amore voleva solo mostrarsi pronto ai vostri sentimenti ed elegante nel cedervi la sua essenza, poiché l'errore non risiede mai nell'amore ma nel pensiero di cui lo vestiamo. L'amore non è nulla ma In fondo conserva il segreto di ogni cosa. È un'altissima energia che scuote il mare e ciò che esso contiene. Scuote la terra e i suoi eterni doni. Ma non è indipendente dal pensiero che lo interpreta liberamente talvolta con dubbio e timore, talvolta con passione e frammenti di luce che avvolgono il cuore dell'uomo. È da come sentiamo di appartenere all'amore che dipende la direzione da cui esso giunge con i suoi segreti e i suoi misteri.
Mi piace guardare l'oceano. Ma ho appena iniziato il mio viaggio e voglio intraprendere questo cammino che mi incuriosisce e nel contempo mi affascina, che mi coglie quasi di sorpresa per tutta la bellezza che mi chiama per nome da ogni lontana direzione. Mentre dò appuntamento al mare mi dirigo verso il teatro, un teatro famosissimo, il teatro di Manaus. Lo guardo com amore reverenziale ed esalto la sua imponenza e il suo apice di colori, di terra, di mare e di cielo, è il battesimo della bellezza la sinfonia dell'amore che lo esalta.. E dalla piazza mi viene da pensare a quale uomo sia mai venuta l'idea di architettare così tanta eleganza? È una poesia che scrive se stessa e quando questo accade la sua bellezza è inevitabile. Ecco il dono della grandezza che giunge dal cuore quando l'autore e la sua opera diventano uno, un'unica energia, quando colui che scrive il suo testo diventa il suo apice pieno di colori e di simboli che descrivono la storia di uomini e terre che si incontrano. E non si puo' fare a meno anche nelle notti più scure, di non scorgere la sua profonda eleganza. L'architetto della sua opera ha eretto con gli strumenti della bellezza e della pace il teatro più famoso del mondo. E questo puo' accadere in ogni occupazione. L'attore con la scena che interpreta, lo scrittore con il testo che redice, il motociclista con la pista che percorre e il calciatore con la palla sul campo.
Tutto è energia e imparare a giocare con lei significa dirigire la propria scena sul teatro del mondo affinchè l'opera completa esalti la sua unicità, senza lasciarsi dominare dalla paura del tormento e del rischio e lasciare che ogni cosa avvenga senza affanni o finte pretese ma in modo del tutto naturale, spinto da un Amore che non conosce confini, da una ripetizione costante della scena che desidero vivere e incarnare, con il pensiero, mille volte e una di più se è utile per la riuscita dell'impresa.
Ho incontrato questa mattina un maestro di capoeira, che è una danza afro-brasiliana misto a lotta, e i suoi movimenti in aria, rapidi e armonici, un perfetto contatto con la terra e il corpo, cosi veloci che sembravano abbracciare la legge universale dell'amore e della fede, erano un canto quei movimenti in aria, una melodia del corpo alla terra, una perfetta danza del cuore in cui si diviene uno con il tutto, la propria mente ed il proprio corpo. Avanti e indietro, veloce, di lato tagliando l'aria con la mente e conquistando l'attenzione dei turisti nella piazza del teatro di Manaus. Mi avvicino e mi congratulo con lui mentre i suoi compagni accanto suonano ancora il birimbau e cantano, cantano e sorridono poi si fermano e continuano a cantare. Melodia della strada della terra e di tramonti sul mare. Una perfetta quiete avvolge l'istante. Qual'è il segreto di quei movimenti e della velocità che impieghi quando danzi e lotti, quando lotti e danzi? Gli domando mentre il sole scende piano all'orizzonte e la terra entra nello spazio sacro in cui termina il giorno e la notte non è ancora giunta sulle strade.
"per compiere un azione così intensa e ripeterla con precisione prima di portarla sulla scena del corpo la invento sul palco della mente ed è li che avviene realmente il mio autentico allenamento".
Lo guardo per pochi istanti e credo di aver capito il suo messaggio. Dobbiamo creare la scena sul palco della mente e rivestirla d'amore e ripeterla infinite volte finchè non diviene naturale. Solo cosi quando incontro la stessa scena all'esterno saprò riconoscermi io l'autore che l'ha creata. E scoprire finalmente che ogni cosa si muove e s'agita in noi proprio come l'onda si muove e s'agita nell'oceano.
Avevo compreso che lo spettacolo doveva continuare e che i turisti attendevano con impazienza l'istante in cui avrebbe ripreso a danzare. Compresi che l'aria e la terra celebravano le nozze tra il corpo e la mente dell'uomo e guardavo l'oro della danza e il trionfo della lotta in un intimo segreto del movimento. Il cielo terso dell'istante mi affascina e il movimento della danza m'incuriosisce e mi accorgo che la mia vita procede tra fascino e curiosità proprio come i bimbi quando rincorrono una palla o come Dio che si sveglia al mattino presto ed inizia a tingere il cielo con i suoi colori preferiti e si reca sul mare per scoprire come sarà un altro giorno sulla terra.
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