racconti » Racconti brevi » L'ex principe azzurro (squilibri emotivi 2)
L'ex principe azzurro (squilibri emotivi 2)
Avevo passato l'intera giornata del venticinque in famiglia come da tradizione. E strano ma vero, nonostante la mia naturale repulsione per le tradizioni, c'ero stato pure bene. Dicevo, rimasi fino all'ora di cena. Dopo cena mi precipitai in fretta e furia alla stazione dei treni per prendere il treno delle 20:00. Secondo i miei calcoli partendo a quell'ora, considerando pure la fermata a Monza per la coincidenza, sarei riuscito ad arrivare dal mio moroso esattamente entro l'orario prestabilito.
Ovvero per le 23:00, orario in cui lui finiva di lavorare. Non mi sono mai fatto problemi nel viaggiare la notte. Perché "frequentandola" ho capito ben presto che le cose brutte ti possono succedere, se proprio devono succedere, pure in pieno giorno.
Devo ammettere che, pur considerando Valentino il grande amore della mia vita, ci sono momenti in cui, come dire, me lo dimentico. Giuro, non so perché! Forse è colpa della precarietà della mia vita, boh!
Tutto ciò per dire che nei momenti in cui io mi dimentico che Valentino è il grande amore della mia vita s'impadronisce di me una voglia incredibile di vivermi una trascinante storia passionale con qualcun altro. E così accadde con Sirio, per l'appunto, quel 25/12/2011.
Ero appena salito sul treno quando lo vidi. Faceva avanti e indietro per il vagone sul quale io era casualmente salito. Indossava dei pantaloni di uno strano colore appariscente e aveva alle orecchie delle auricolari.
Il volume era talmente alto che io potevo chiaramente sentire cosa stesse ascoltando, ovvero un pezzo della truzzissima cantante americana Ke$ha, dell'anno precedente.
Sembrava un buffo ma quanto mai sexy mix tra Collin Farrell e quella strafiga checca pseudo cantante nonché web-star di Chris Crocker. Insomma già a prima vista mi piaceva da impazzire. All'inizio cercai di distrarmi scrivendo un bigliettino di auguri e poi appiccicandolo sul pacchetto regalo del mio moroso, e leggiucchiando un po'. Ma in realtà non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. Mi sembrava di aver già inquadrato il tipo: gay-fighetto di Milano-city.
Quando lui a un certo punto sparì. Io spaventato, ma nello stesso tempo galvanizzato dall'idea di un'avventura più che mai imminente, mi alzai di colpo e diedi immediatamente il via all'"inseguimento". Iniziai a seguire la scia di profumo che lui aveva lasciato dietro di sé. Era uno strano profumo. Ricordava l'aroma del limone, ma più dolciastro. Con mia enorme sorpresa e gioia notai che la scia di profumo mi conduceva al cesso più vicino. Questo voleva dire solo una cosa: lui era lì dentro. E molto probabilmente lui era lì apposta per me. Con la paura di trovarla chiusa, afferrai la maniglia, per aprire la porta e... era aperta! E così, davanti a me vidi quel bel ragazzo con i pantaloni semiabbassati e un paio di boxer rossi ben in vista.
Entrai nel piccolo cesso. Non ci fu nulla di prestabilito o imposto. C'era solo lui. Il suo cazzo. E c'ero io che mi inginocchiai, perché così mi suggeriva l'istinto del momento. Glielo presi in bocca. Lui ad un certo punto tentò di rialzarmi per ricambiarmi il favore. Ma io volevo continuare a spompinarlo e così feci. Lui mi stupì e molto quando mi chiese: "Vuoi che venga?" e alla mia risposta affermativa mi tolse il suo cazzo di bocca per farlo "eruttare" nel vicino lavandino.
Lo stupore era dovuto al fatto che io ero e sono abituato a tipi stronzi che mica ti dicono niente. Ti vengono in bocca e basta, anche se tu gli avevi appena chiesto di non farlo. Ero commosso. E quando tornai al mio posto di prima avevo davvero le lacrime agli occhi.
Lui ci mise un po' a tornare ma tornò. Pensavo che se ne andasse via subito, verso un altro vagone senza degnarmi di uno sguardo. E invece andò solo avanti di qualche posto a dove stavo io. Si fermò. Si mise a trafficare con la sua borsa da viaggio dalla quale tirò fuori una confezione di "Ferrero Rocher"- classici cioccolatini che uno è solito regalare in quel di natale- e una volta aperta la scatola si girò verso di me per offrirmene uno. A quel punto io ero UFFICIALMENTE commosso!
Me lo porse dicendo: " E Buon Natale!"...
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
1 recensioni:

Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0