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Tutto sembrava ingiusto, si guardava intorno; mesto. Cosa si era costruito? A cosa andava incontro? Non lo sapeva nemmeno lui. Era seduto sul banco da lavoro; sistemato con dizionari e copie di raccolte di poesia impilate. Trascorreva le sue giornate in uno scantinato, un bugigattolo dove le pareti aprivano delle masse di aloni grigio verdi di umidità. Seduto ad una scrivania, o meglio un pianale di lavoro alto preso da un rigattiere, dove trascorreva intere giornate a scrivere poesie, riflessioni e tra una breve pausa l'altra a sfogliare i suoi passi preferiti. La casa era un lusso per chi come lui si trovava sotto il giogo dei figli, nulla tenenti e della moglie, fuoriclasse di infamia.
Non si faceva illusioni sul futuro, seppur breve che gli rimaneva; la famiglia era stata una parentesi breve nella sua esistenza. Si era abituato a questo scorrere lungo una via consolidata, ben conosciuta; fin troppo, che non aveva mai avuto cambi di direzione. Ma nella percentuale di individui che si trovava a dover valutare mestamente; ma anche con un margine di consolazione per sé stesso attraverso un giudizio veritiero; arrivava ad una imparziale ed inequivocabile conclusione che, la realtà difficilmente si poteva cambiare; i casi in cui una persona poteva avere una svolta nella vita erano una rarità.
Si era abbarbicato su una torre solitaria, non chiedendo carità o partecipazione altrui alla disgrazia che gli era piombata addosso. Aveva un dono, però, che aveva reso tutto questo meno gravoso, ed ogni giorno ringraziava il fato che si era potuto servire della materia poetica per giungere alla soluzione di problemi con maggiore giudizio, impeto; e valutare gli insuccessi, come i fatti spiacevoli di un'esistenza grama attraverso la materia letteraria, mediandoli come sua fonte, personale, unica ed intoccabile di ispirazione.
Da ragazzo evitava la vacuità di pensiero, straniarsi divenne un recesso nascosto, da seppellire. Ma la cura al veleno di una intensa lotta quotidiana alla sopravvivenza, doveva reggersi mediante una propensione istintiva, per lui, attraverso un modo d'essere...


Si profilava un cambiamento di un pensiero, covato a lungo, che l'avrebbe forse risvegliato dal torpore metallico che inscenava la tragedia. Aveva riflettuto sull'onestà di cui sarebbe stato rivestito il suo proposito.
Aveva preso un tabulato telefonico ( ne era venuto in possesso all'ufficio centrale di una sede di un importante compagnia telefonica, dove lavorava suo figlio, e gli era venuta la stravagante idea di portarselo a casa di soppiatto).
La vecchia lampada alogena a basso consumo con un'intelaiatura bianca, si incurvava come il becco di un uccello sui suoi quaderni di appunti; ci metteva un po' ad illuminare.
Aprì l'elenco a caso, fece scorrere il dito grinzoso, si fermò, scorse l'indice da sinistra verso destra per non perdere il nome. Ecco il numero; era di una donna, Rebecca, avrebbe scelto solo questa categorie di utenti. Si sarebbe firmato come L'anonimo poeta, per non equivocare, l'avrebbero potuto prendere per un maniaco, e lui era tutto tranne quel tipo di persona. La mattina era ispirato e scrisse un sonetto breve e coinciso:

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8 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 04/05/2014 09:32
    Ti ho letta tutta di un fiato!... Sei bravissima! Coinvolgente al massimo, efficace e sobria al tempo stesso... Come nella chiusa che, per i miei gusti, è un vero capolavoro di "eleganza letteraria": quella che, secondo me, dice tutto, e in modo straordinario, usando il minimo di parole veramente, profondamente efficaci. Perché non solo dense di senso, ma anche pittoriche.

8 commenti:

  • Paola il 09/05/2014 18:20
    Ah non l'avevo capito. Scusa se ci ho messo tanto q riaponderti ma stavo fuori Roma!! Grazie ancora, a risentirci!
  • Anonimo il 04/05/2014 18:36
    Paola, forse ti è sfuggita la nota: l'anonimo sono sempre io, Vera Lezzi. Meglio sempre firmarsi, con queste macchine che non funzionano!
  • Paola il 04/05/2014 16:07
    A Vera Lezzi: grazie mille per il commento e i complimenti, aiutano ad andare avanti nella scrittura, appena ho un attimo di tempo... Vado a leggere anche i tuoi! 😉😉
  • Paola il 04/05/2014 16:04
    Ad Anonimo: grazie mille, fin troppo generosa, ma fa bene non sai quanto un apprezzamento fatto di buon cuore e con sincerità!! Non sai quanto... mi ha fatto un enorme piacere leggere il tuo commento! Ancora grazie 😃😃
  • Anonimo il 04/05/2014 09:42
    Quanto insegna questo Brano! Passione per lo scrivere -per il <viversi>- ed amore altrui, generoso e sensibile, possono far risorgere perfino una Vita, apparentemente finita!
  • Anonimo il 04/05/2014 09:35
    Il commento del 04/05/2014, ore 09. 32 è di Vera Lezzi.
  • Anonimo il 04/05/2014 09:34
    Il commento del 04/05/2014, ore 09. 32 è di Vera Lezzi.
  • Anonimo il 04/05/2014 09:34
    Il commento del 04/05/2014, ore 09. 32 è di Vera Lezzi.

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