Sono uno che sa che la strada che divide i marciapiedi del bene e del male è larga, senza semafori, e con un traffico bestiale. So anche che tutti vogliono convincersi di stare sul lato del bene e io pure lo ero, fino a quando il bene, dall'altra parte della strada, mi ha salutato. All'inizio ho fatto finta di niente, non mi andava di guardarlo dritto negli occhi, tanto più che non ero così sicuro guardasse me, ma quello insisteva. A un certo punto mi sono convinto che quello non poteva essere il bene: mica è così sfacciato lui. Lui è garbato, suggerisce con consigli lievi, e non ti scruta importuno come faceva quello. Ma quello insisteva ancora e non mi mollava. Così mi son detto:— Adesso vado di là e gli spacco la faccia! —
Sono arrivato di là praticamente dopo una serie di rimbalzi da un cofano all'altro di situazioni che, vedendomi attraversare, non hanno nemmeno accennato a rallentare e anzi, parevano quasi volermi impedire di arrivarci. Ma ci sono arrivato, finalmente. Scassato, ma di là.
Il bene, intanto, dall'altra parte della strada salutava imperterrito.
Chi non si sarebbe incazzato a quel punto?
Riattraverso deciso, quattro rimbalzi e son di là, senza neanche aver perso troppo sangue, ma lui non c'era. Era ancora dall'altra parte.
— Fanculo a lui, se crede di pigliarmi per il culo, io riattraverso! —
Ormai sono diventato uno specialista dell'attraversamento, i cofani fanno sempre più fatica a centrarmi, mi rialzo sempre più rapidamente e pure il bene ha smesso di salutare. Mi guarda attraversare. Sa che non mi deve più chiamare, ha capito che ho capito di non avere scelta. Scusatemi ora, ma devo proprio attraversare...