Ibn Hamdis rappresenta un'antichissima voce di poeta, dischiusa in Sicilia, nel periodo arabo-islamico di quest' isola. Egli, di cultura araba, nacque a Siracusa nel 1055, quando oramai i Normanni cominciavano a conquistare la Sicilia. Ibn Hamdis ha lasciato un canzoniere molto ricco, circa seimila versi, per i quali egli primeggia in quella forma che è chiamata " wasf", ossia poesia descrittiva nata nell'Andalusia araba. Lo " wasf" canta non solo particolari della natura e del paesaggio nel senso più ampio, ma anche dell'amore, con l'esaltazione della bellezza femminile, del vino e della notte; del sentimento guerresco ( vedasi i versi sulla spada, sul cavallo, o sulla cotta di maglia per affrontare le lance), delle varie età della vita dell'uomo.
In Italia è pubblicata la raccolta " La polvere di diamante" , che rappresenta una scelta antologica di wasf creati da Hamdis, accompagnata da una interessante introduzione di Andrea Borruso, che ben spiega la complessità della poetica del tempo, nata dagli intrecci culturali del mondo arabo/ andaluso in Sicilia.
Vi propongo alcuni wasf, ricordando che si tratta di una poetica risalente all'XI secolo, la qual cosa rende la loro eleganza ed intensità veramente uniche.
- LA LUNA NUOVA NEL MESE DI RAMADAN-
Mentre la gente osservava lo spuntare della luna nuova, simile a lucertola per la magrezza del corpo, dissi:
O voi che digiunate, ecco il ramadan: la prima lettera del suo nome è per i fedeli scritta con la luna.
(n. d. s.: qui si fa riferimento al fatto che la prima lettera della parola " ramadan ", in scrittura araba, assomiglia ad una esile, piccola luna).
- LA SICILIA -
Un paese a cui la colomba diede in prestito il suo collare ed il pavone rivestì del manto delle sue penne.
Par che quei papaveri sian vino e i piazzali delle case siano i bicchieri.
- LE PLEIADI -
Di notte, sto ad osservare le stelle: lucignoli accesi o punte brillanti di lance.
Vedo le Pleiadi sorgere, e sembrano un vezzo di sette perle, di cui hai fatto collana.
- IL FIORE E L'ESILIO -
Vedi una ninfea dalle foglie rotonde, tra le quali si schiudono i fiori,
come si presentan dinanzi i verdi scudi, fra cui spuntan le lance dalle cuspidi rosse.
Essa è figlia del mio paese, al par di me in esilio; entrambi lungi dalla patria ci sbattè la sventura.