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Di padre in figlio
Recensione e riflessioni sul tema dell'educazione.
Il libro di Franco Nembrini "Di padre in figlio" avente per sottotitolo: conversazioni sul rischio di educare, è un testo che consiglio a tutti, un utile manuale per il papà e non solo.
Quando si parla di educazione spesso si pensa che il problema riguarda principalmente i genitori e i figli, o al massimo qualche operatore specialistico, quale: lo psicologo, l'educatore, l'insegnante, mentre l'emergenza educativa coinvolge ogni persona che vuole trasmettere qualcosa di buono, di bello e di positivo.
In questo senso l'educatore è il primo "testimone" di quel che egli è e delle virtù in cui crede.
L'accoglienza, l'ascolto, la fiducia sono elementi imprescindibili per qualsiasi educatore, lo slancio motivazionale che ci sostiene mentre stiamo a casa con i nostri figli, oppure quando stiamo facendo qualche rinuncia, sono il nostro banco di prova.
Possiamo provare a mentire, ma la verità non può mai essere ingannata! Se sappiamo essere dei portatori di speranza, allora supereremo le nostre prove e il presente acquisterà un significato più permeante.
L'autore ricorda il padre, i suoi insegnamenti, il desiderio di volergli somigliare. Il valore della paternità dunque, viene trasmesso di padre in figlio e quando da figli si riceve un'educazione superficiale e improvvisata, senza regole certe, senza un'adeguata attenzione e protezione, una volta che si diventa padri si incontrano mille difficoltà.
Mio padre ad esempio è stato un uomo che ha lavorato molto, conseguentemente a casa stava poco e il tempo che passava in famiglia delegava mia madre per qualsiasi esigenza o problema.
Una volta che sono diventato padre, mi sono trovato a dover gestire i conflitti, le provocazioni e le sfide di un ragazzo che al contempo è timido e ribelle, cresciuto senza alcun timore paterno. Davanti a tale difficoltà, associate alle incomprensioni con mia moglie sul modello educativo da perseguire ho iniziato a delegare, prendendo mio padre come modello educativo.
Così facendo ho firmato la mia resa.
Ora in base alla mia esperienza posso tranquillamente affermare che gli errori, la superficialità, gli egoismi dei genitori ricadono sui figli!
Nembrini nel suo testo racconta la grande considerazione e stima che aveva verso il padre. La naturalezza e l'umiltà con le quali ogni giorno il genitore si genufletteva in mezzo alla stanza dei figli e cominciava a recitare il Padrenostro.
Un'altra figura che l'autore menziona è quella di Don Giussani, il quale da buon Padre spirituale sosteneva che l'educazione è l'introduzione alla realtà che ogni bambino ha il diritto di incontrare, cogliendo del reale ogni dimensione e la possibilità di acquisire e fare il bene.
L'introduzione alla realtà e la decisa disapprovazione verso la fuga dal reale è quanto sta facendo con mio figlio. Ma il percorso è lungo e faticoso, perché alla base del suo comportamento c'è il forte rifiuto verso l'obbligo scolastico.
Nembrini sostiene che ogni figlio chiede al proprio papà: "Papà assicurami che vale la pena venire al mondo! Dimmi qual è la vera ragione per cui sto qui! Qual è la speranza che hai? Perché ti alzi al mattino e vai a letto la sera? Perché la fatica del vivere, la morte, il dolore, la fedeltà, il sacrificio?"
Mio figlio quindicenne non mi ha rivolto una sola di queste domande, ma sono sicuro che mi osserva sempre. Per comprendere qualcosa in più sul complicato mondo di mio figlio, gli ho chiesto che idea si fosse fatto di me. La risposta estremamente negativa, mi ha aperto gli occhi sui miei errori: troppe lamentele e tante tensioni vissute in casa. Avrei fatto meglio a mettere in maggior rilievo gli aspetti positivi e divertenti del mio lavoro e dei miei interessi!
È pur vero che i nostri ragazzi crescono nella decadenza dei valori, sono sommersi dal cinismo e dalla volgarità e il dubbio corrode la bontà della vita e dei rapporti.
L'autore affronta la questione dell'educazione secondo un approccio originale: il fascino! Se vogliamo che i nostri figli facciano le cose che noi crediamo giuste per loro, dobbiamo convincerli senza ricatti né forzature, lanciandogli semplicemente una proposta!
Suggerendoci l'approccio corretto, Nembrini scrive: puoi dire a tuo figlio: "io ti chiedo di fare queste cose, vienimi dietro se vuoi. Te lo chiedo perché tu possa essere felice, come lo sono io". La conquista della felicità diventa l'elemento motivazionale, al quale si associa l'aspetto esperienziale. Le teorie astruse e gli obblighi immotivati vengono così definitivamente allontanati.
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