Sul bus dei pendolari carico e puzzolente come una scatola di aringhe avariate mi tenevo per non perdere l'equilibrio a ogni scossone e fermata. Nei sedili più vicini c'erano una donna con un bambino addormentato in braccio, due vecchie - una con la grossa sporta della spesa sulle gambe- e un ragazzo con capelli rasta e cuffiette che giocava col cellulare. A un certo momento vengo affiancato da una giovane bionda, pallida come un panno e in stato avanzato di gravidanza. Doveva essere dell'est, ormai riconosco la fisionomia. Si aggrappa, pende a destra e a sinistra, quasi cade sulla vecchia più esterna. L'altra, quella con la sporta, fa toc-toc con due dita artritiche su un ginocchio del ragazzo. Gli deve avere fatto male perché quello sobbalza e se lo massaggia guardandola sorpreso.
- A regazzì, la signora t'ha detto grazie per il posto, te devi arzà e fallo in fretta sinnò ce sgrava qui!
Il ragazzo manda un sospiro e cede il posto alla biondina che arrossisce e ringrazia rinfrancata.
-Ce la sanno, l'educazzione, ma avvorte je fa gioco de scordassela... io gliel'ho aricordato... e pure che vor di' esse 'n omo.
Anch'io, che non avevo pensato di fare alzare il ragazzo, mi sento più uomo perché non le vedo più come due vecchie, una madre con il bambino in braccio ed una gravida ma come quattro donne che si sorridono.