Così accadde che proprio in quel certo punto, decisi che la mia vita, sarebbe stata sempre quella di vivere in un corpo che non sentivo mio, guardavo la donna e l'amavo ma allo stesso tempo l'odiavo per come si muoveva libera, per il suo vestire e il suo truccarsi, il suo ancheggiare, per quel modo di affascinare il mondo che la circondava.
La domenica che sto per raccontarvi era delle Palme, ricordo che andai in chiesa a confessarmi, inginocchiato nel confessionale dissi: < Padre ho nuovamente peccato >,
< Dimmi figliolo >.
Il mio pensiero era fermo a quel giorno della masturbazione, erano trascorsi quindici giorni, mentre ero in piazza con gli altri ragazzi, giocavamo a guardia e ladri, si avvicinò quel ragazzo che riempiva i miei pensieri e mi disse tu sei con me nella squadra dei ladri, così formammo due squadre, scappammo per non farci prendere.
Mi sentivo agitato, come se il mio cuore avrebbe voluto trovarsi in una situazione particolare, mentre si correva per trovare un rifugio per nasconderci, entrammo in un casolare abbandonato, affannati dalla corsa e da sensazioni nascosti, ci ritrovammo sdraiati nel fienile; avevo vergogna a guardarlo negli occhi, ma inevitabilmente non potei fare a meno di guardarlo quando i nostri corpi erano talmente uniti, che sentivamo il nostro calore che trasudava eccitazione e ad un certo punto lui stringendomi a se, mi sussurrò nell'orecchio di lasciarmi andare, che sarebbe stato bello.
Eravamo soli e non ci avrebbero mai trovati in questo posto, tentava di darmi sicurezza e guardandomi negli occhi avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò dolcemente, mi sentivo confuso mentre lui entrava la sua lingua nella mia bocca roteandola, la testa mi girava, mi sentivo svenire dall'emozione, intanto mi stringeva forte al suo corpo ed io sentivo il suo membro che spingeva sul mio ventre; non mi ricordo come accadde ma ci ritrovammo nudi, guardavo quel ragazzo come se fosse una statua era bello, sembrava fosse stato dipinto da un pittore, il suo cazzo era lungo dritto e duro, lo presi in mano impulsivamente e iniziai a muoverlo su e giù, ero affascinato e lui mi parlava dolcemente nell'orecchio, mi diceva che gli piacevo tanto, che io ero la sua donna che si era accorto che gli piacevo e mentre gli facevo una sega lui mi chiese di baciarlo e dopo scendere sul suo membro e prenderlo in bocca; sentii un tonfo nel cuore, avevo paura e nello stesso tempo non volevo deludere il mio amore, mi sentivo legato a lui, così scesi piano piano verso il piacere del mio desiderio e lo baciai, fu una sensazione strana, non avrei mai immaginato di poter fare questo, intanto lui spingeva il membro sulle labbra facendomi aprire la bocca, infilandolo dentro muovendosi dentro di me, mi sentivo eccitatissimo non capivo più niente e mi muovevo anch'io, pochi istanti soli perché lui ormai in estasi, mi schizzo in bocca tutto il suo seme del piacere ed io automaticamente lo trattenni ma dopo lo rigettai fuori dalla bocca, anche se un piccolo residuo lo ingoiai. < Ecco Padre questo è il peccato che gli confesso oggi, spero che possa ricevere l'assoluzione >; <Vai figliolo, il mondo è fatto di peccati e assoluzioni, però devi dire 5 Ave Maria e meditare sui tuoi peccati >.