Il piccolo Adam aveva sempre una scusa per non scendere di sotto perché quella che una volta era la vecchia cantina non era certo il posto della casa che preferiva. Gli strani rumori che provenivano da dietro la lavatrice lo inquietavano ogni volta che doveva portare di sotto i panni sporchi da lavare. Proprio come quella mattina.
Stava appoggiando la cesta a terra quando sentì chiudersi la porta in cima alle scale e i passi di sua madre che si allontanavano fino a scomparire.
"No mamma, aspetta sono quaggiù!"
Non ricevendo risposta corse in cima alle scale e provò ad aprire la porta ma la serratura era bloccata. In preda al panico scese alla base delle scale e si rannicchiò in un angolo fissando la lavatrice illuminata solo dalla piccola finestrina in alto vicino al soffitto.
Quando la sera suo padre tornò dal lavoro chiamò Adam ma lui non rispose. Salì al piano superiore ma non c'era nessuno. Pensò che il figlio fosse uscito a giocare o che fosse a far spesa con sua madre. Sul tavolo c'era un biglietto: Se torni a casa prima tu vedi se la lavatrice ha finito.
Aprì la porta per scendere nel seminterrato ed accese la luce. Arrivato a metà scala iniziò a notare del liquido sul pavimento che arrivava più o meno all'altezza del primo gradino
Pensò subito all'ennesima rottura del vecchio tubo della lavatrice, e così si affrettò a scendere gli ultimi gradini, ma una volta arrivato in fondo si rese conto che quella sul pavimento non era acqua. Era sangue! Un sangue denso e appiccicoso e al centro di quel piccolo lago, come un isola molliccia, emergeva quella che sembrava essere un brandello di materia cerebrale.
Poi vide la lavatrice. Era completamente ricoperta da schizzi rosso scuro e dal bordo dell'oblò penzolava un altro molle brandello della stesso colore e consistenza di quello che galleggiava vicino alle sue scarpe.
Fu in quel momento che sentì il suono di una voce provenire dal sottoscala e, in preda al terrore, riuscì a voltarsi e a vedere ciò che rimaneva di suo figlio. Il cranio era aperto e nelle orbite i bulbi oculari sembravano essere scivolati al suo interno. Le braccia, le gambe e il corpo non erano altro che un fitto intreccio di profondi tagli alcuni dei quali lasciavano intravedere tendini, ossa e viscere.
"Ciao papà, ho avuto tanta paura ma finalmente sei tornato!"
Apri la bocca per urlare ma non uscì nessun suono. Poi dietro di sé sentì partire la centrifuga, e all'improvviso tutto divenne buio e freddo.