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Pensieri da un'esperienza
Suddividerò le mie riflessioni nei grandi capitoli dell'esistenza, distinguendoli per età:
-La Prenatalità,
-La Nascita,
-L'Infanzia e l'Adolescenza
-L'Età giovane
-La Maturità
-L'Anzianità.
Il prima ed il dopo appartengono all'Eternità ed io mi inoltrerò in Essa soltanto facendo tesoro di quanto mi è stato trasmesso nella formazione cristiana che mi è stata impartita in famiglia ed in seguito, da alcuni maestri di vita.
Premettendo altresì di non essere d'accordo con il filosofo N. che sostiene che la "vita è un ponte tra due nulla", il presupposto che avvierà questo mio lavoro non sarà di massime e direttive emergenti dal senno del poi, bensì il frutto positivo dell'impegno operoso, appassionato che ha determinato l'edificazione e la crescita di una vasta realtà, accompagnandone lo sviluppo, sorreggendone le debolezze ed i disorientamenti.
CAPITOLO N. 1 -l prenatalità, la nascita, l'infanzia.
"Gen. 1-27: Dio creò l'uomo a sua immagine..."
Ciò ci informa che la nostra persona proviene dall'Eternità e che è opera della Onniscienza di Dio che ci ha voluti ottenere per mezzo della riproduzione umana, nelle sue infinite possibili combinazioni genetiche di ogni uomo con donna, viventi sulla Terra.
Nella procreazione quindi è presente l'Infinità di Dio ed anche la sua Eternità dalla quale tutti noi proveniamo.
Il microscopico ganglio che ciascuno di noi è all'atto della fecondazione, la Chiesa lo chiama "Persona", con tutte le relative implicazioni spirituali, materiali ed etiche che tale definizione comporta.
Sin dal concepimento l'embrione è persona, sebbene oggigiorno lo si possa ottenere per mezzo della manipolazione genetica che ha preso le distanze dall'atto procreativo dell'uomo con donna attuando la fecondazione al di fuori del loro atto unitivo.
La scienza ci dichiara invece che l'ovulo fecondato, ossia l'embrione, non è persona e che ne è quindi consentito l'uso, l'utilizzo ai fini di un più progredito benessere umano, potendo trarre dagli stessi, opportunamente sviluppati in laboratorio, le cellule staminali per la formazione di quei tessuti organici, atti ai trapianti.
Ciò comporta e determina una indiscriminata manipolazione degli embrioni, sia per l'ottenimento degli stessi che per la loro conservazione o distruzione a breve o lunga scadenza.
La Chiesa attribuisce all'embrione una identità, una dignità pari a quella dell'uomo nato; gli conferisce l'uguale valore, ogni diritto, primo fra tutti quello di poter nascere, poiché in esso sono presenti tutti quei presupposti fisici e morali virtualmente capaci di intendere e di volere.
Per la Scienza, o meglio, per alcuni scienziati, quando l'embrione è prodotto attraverso la manipolazione genetica e risulta prodotto in misura eccedente, anche la sua distruzione è consentita.
Il presupposto della Chiesa sancisce la presenza di un soggetto che già vive, in fase embrionale dell'amore di Dio, che possiede in sé la vita, quella vita umana che è emanazione dell'Amore di Dio e che quindi non può essere "utilizzato" come oggetto e la sua eventuale distruzione si chiama "omicidio".
Sia nel caso detto nella Bibbia e cioè che la vita è il soffio di Dio Creatore, come pure il concetto che l'uomo sia esito di una evoluzione resasi possibile nelle idonee circostanze storiche ed ambientali, l'Autore della vita rimane comunque Iddio che è l'Essere Perfettissimo, al di sopra dell'Universo e di tutta la storia. Egli è il Creatore delle condizioni che hanno reso possibile la nascita delle creature.
Nell'Atto di Fede, nel Credo cattolico dove si affermano l'Esistenza e l'Onnipotenza di Dio, si innesta l'uomo il quale giunge al compimento di sé nell'Evento di Cristo Gesù Incarnato. Soltanto attraverso Lui la persona umana può raggiungere quella immagine originaria che gli fu data alla Creazione e che venne vanificata, offuscata, perduta nel peccato originale.
Ne deduco quindi che il piccolo "embrione" è creatura, già in possesso della sua identità di persona e ciò è suffragato dal fatto che l'ovulo femminile fecondato, è preesistente all'embrione stesso e che possiede intrinseco tutto il potenziale di vita che lo ha generato.
In una ipotesi avveniristica, qualora la Scienza riproducesse, per mezzo dei metodi di clonazione, entrambi gli esseri uomodonna e che da essi ne divenisse possibile la successiva produzione di embrioni, ancora sarebbe e sempre la riproduzione di un "quid" già esistente.
Noi non sappiamo fino a che punto ci sarà consentito di imitare e di conoscere in questa vita il Mistero, l'Atto di Dio; una cosa mi è stata insegnata ed è per me certa: l'immagine di Dio si chiama Gesù Cristo! Egli ci ha guadagnato l'adozione a figli e, andando liberamente sulla croce, ha ottenuto per noi la Redenzione; non ci sarà quindi consentito di varcare la soglia della nostra creaturalità.
Ciò non può non pacificare il nostro animo; a noi tocca di non perdere di vista il Modello Gesù Cristo.
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- Mi sono accorta di aver già pubblicato in precedenza questo stralcio del mio libro. Proseguirò con altri argomenti. Scusate.
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