Vivere. Che parola curiosa se ci pensiamo bene. Vuol dire tutto e non vuol dire niente. Essere vivi. Cosa significa in realtà? Si può essere vivi anche dopo essere passati all'altro mondo. Pensate ai grandi uomini che hanno attraversato il pianeta. Quegli uomini hanno lasciato una traccia. Forse vuol dire proprio questo essere vivi, lasciare una traccia. E allo stesso modo si può non essere in vita anche quando il cuore continua a pulsare e nell'organismo tutto è apposto.
Se dovessi pensare a me non so se in questo momento sono vivo o non lo sono. La propensione alla rinascita è ben viva dentro di me. Ma forse questo non basta. Ci vogliono i fatti. Le azioni. Qualcosa che lasci una scia.
Ho la testa confusa. Cerco una direzione, una dimensione che non riesco a trovare. È qualcosa di simile a una crisi adolescenziale. Il problema è che è da un po' di tempo che non sono più un adolescente. I miei pensieri mi mangiano vivo. Confinano con la paura, la superano alle volte e lì subentra l'angoscia.
Bisognerebbe prendere le cose più alla leggera. Non intestardirsi nel cercare a tutti costi di trovare il bandolo. Vivere così. È che sono un gran testardo. Affogo nella mia testardaggine e non riesco a tirarmene fuori.
Un tempo le cose erano diverse. Ero compatibile alla vita. Mi addentravo in ogni situazione e ne divenivo padrone. Ora sto un passo indietro, come fossi uno spettatore che non ha il coraggio di salire sul palco. Lo spettacolo va avanti ed io mi sono fermato.
Fa bene pensare. Il ritmo quotidiano ci stritola, ci toglie le energie. Avremmo tutti bisogno di fermarci a pensare giusto qualche minuto. Vedere dove siamo, cosa sta succedendo attorno a noi e dentro di noi..
Ma va bene. Alla fine va bene così. Ceiling Gazing scorre veloce come un corso d'acqua scatenato. La vita è meravigliosa. Nonostante tutto è meravigliosa. Basta starci dentro e assaporarla il più possibile.
Anche soffrire vuol dire vivere.