Le escursioni in città andarono decisamente meglio.
Borg aveva fretta: prima che il fratello tornasse a casa voleva vivere insieme a Kim le sue prime, decisive impressioni sulla città eterna.
Decise di evitare musei e mete scontate quali Colosseo e Fontana di Trevi e la scarrozzò invece da una panoramica all'altra per farle avere visioni d'insieme: dallo Zodiaco di Monte Mario, dalla terrazza del Pincio, dal belvedere del Gianicolo, Roma infatti si mostra in tutto il suo fascino maestoso per poi svelarsi mano a mano come uno scrigno dai variegati e ineguagliabili tesori.
Il Foro Romano glielo fece vedere dalla terrazza del Campidoglio, al tramonto, quando i ruderi sembrano d'oro antico e la brezza stempera la calura e ti solletica lieve la pelle.
Pensò poi di presentarle la basilica di San Pietro in modi particolari: prima la condusse a via Piccolomini dove, per uno straordinario effetto ottico, più ci si avvicina alla cupola di Michelangelo più la si vede allontanarsi, poi andarono sull'Aventino, dove c'è il celeberrimo "buco di Roma". Si tratta del un buco della serratura di un portone, da cui si vede in tutto il suo splendore il Cupolone incorniciato dalle romantiche siepi del giardino del priorato dei Cavalieri di Malta cui il portone in questione appartiene. Kim, che era incantata di tutto, qui rimase addirittura esterrefatta e, a sentirla ripetere "Incredibile! Non me lo dimenticherò per tutta la vita!", Borg pensava, soddisfatto: "Touchèe! Era quello che volevo, bambina!".
Più passavano i giorni più gli piaceva: non era solo bella, era anche simpatica, alla mano e sapeva preparare dolci da brivido. In quattro e quattr'otto impastava gli afghan, biscotti a base di cornflakes, cocco in polvere, cioccolato, panna e noci. Mamma Franca, che non aveva peli sulla lingua, li definì un vero e proprio attentato alla linea e alla salute(preferiva di gran lunga gli anzac, più leggeri e digeribili), ma papà Mariano ne fu conquistato e incominciò a sperare che almeno uno dei suoi figli non fosse così fesso da lasciarsi scappare una ragazza che aveva tali capacità.
"Quando verrà Raf, farò la Paulova: fare la meringa è un po' difficile ma, se mi riesce, è una torta squisita. Da noi si prepara per le grandi occasioni!"
"Che palle..." rimuginava Borg, "fratello, torna, maledizione! Quanto ci metti a tornare?"
E un giorno, finalmente, Raf tornò, annunciandosi con la sua inconfondibile scampanellata.