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U'anima da cogliere

Quando il campanello suonò delicatamente, Paolo dette un'ultima occhiata alla sua fatica e la trovò perfetta. Il tavolo apparecchiato era per due, con in mezzo uno stupendo bouquet di rose rosse, vino bianco nel porta ghiaccio, luci soffuse e nell'aria un delicato aroma. Dalla porta più lontana, leggermente aperta si poteva intravedere un letto: c'erano anche "le lenzuola con il grigio" come consigliava il guru del tradimento. "Si, tutto preciso come un orologio svizzero", pensò Paolo, mentre col telecomando faceva partire la musica. Aveva inserito nel lettore dieci tra i più romantici Cd che aveva scaricato: gli avrebbero dato una mano per tutta la notte. Ecco, finalmente era giunto il momento di far entrare Anna, la caposala di Ortopedia. Paolo era anestesista nello stesso ospedale, a Voghera. Quando la donna entrò, fu profondamente colpita da quello che lui le aveva preparato curando con attenzione ogni minimo particolare. Si sentì orgogliosa di se stessa: aveva davvero messo gli occhi sul migliore!
La serata si avviò meravigliosamente. Sapevano entrambi come sarebbe finita, era già da qualche giorno che lo speravano e ogni loro mossa sembrava studiata per raggiungere quel traguardo. Fu quindi con grande disappunto che udirono suonare campanello. Paolo gesticolando cercò di tranquillizzare Anna e le fece cenno di non far rumore, ma il campanello suonò di nuovo: evidentemente chi stava li fuori, chiunque fosse, voleva entrare. L'anestesista si alzò in silenzio per andare a vedere, ma non era nemmeno arrivato alla porta che si sentì una voce, quella della moglie, che gli intimava in tono perentorio di aprire. Era successo, alla fine dopo tanti altri tradimenti, lo aveva colto in flagrante. Si trovò all'improvviso e con un'insolita intensità ad implorare aiuto e qualcosa incredibilmente avvenne: mentre apriva la porta notò che sul tavolo era comparso un altro posto apparecchiato, come se fossero stati in tre a cena. Quando la moglie Marta fece il suo ingresso, dal bagno giunse una voce forte e chiara.
- È forse Marta che è finalmente arrivata?
Tutti si girarono verso il corridoio e tre volti curiosi per motivi totalmente diversi videro entrare un uomo. Elegante in modo semplice, pantaloni neri e camicia bianca sbottonata in alto, volto attraente, occhi affascinanti, si avvicinò a Marta e si presentò.
- Ciao, sono Stefano, il nuovo neurochirurgo, l'ultimo acquisto dell'Ospedale di Voghera. Lei è Anna, la mia compagna e lui... beh, lui lo conosci. Non era sicuro che saresti venuta, ma adesso che ci sei siamo felici! Dai Paolo, aggiungi dei piatti. Che bello! Siamo molto contenti, vero Anna?
- Che piacere conoscerti, Marta! - farfugliò Anna, sbigottita, cercando di sorridere.
Ma chi veramente non capiva nulla era proprio Paolo e ci pensò Stefano a chiarirgli le idee. Incredibilmente Anna e Marta si bloccarono nella posizione in cui si trovavano e gli unici che potevano muoversi erano Paolo e Stefano.
- Ecco - annunciò l'ospite - adesso possiamo parlare. Loro non ci possono sentire.
- Ma chi sei? Dove eri nascosto? Uno scherzo organizzato con Anna? E perché sono immobili?

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1 commenti:

  • Stanislao Mounlisky il 18/08/2015 19:18
    Racconto simpatico e godibile perchè non scontato, dall'inizio alla fine. Complimenti.
    Mi sarebbe sfuggito per la solita questione del pienone nella pagina d'apertura, ma sono andato sul tuo nome, nella community: si fatica un po' ma si riesce a leggere chi si vuole leggere!
    Ciao!

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