La birra disgusta il cervello rendendolo torvo.
Non c'è un granché da dire su questo periodo. I medicinali mi hanno reso apatico. Mi sento svuotato di tutta la passione che mi accompagnava nei periodi della fanciullezza. Quando tutto piroettava nel grande caos, e in quel caos si liberava dando sfogo alle fantasie più ataviche.
Era bello poter contare su un cervello libero. La libertà la si sente quanto non ci si è ancora scontrati con alcuna contaminazione. Il bambino è così. Ha l'occhio puro. Impara a conoscere il mondo potendo contare sulle sue semplici impressioni.
Le sovrastrutture ci schiacciano. Creano falsi mondi su mondi, una specie di gioco di pregiudizi dove ad avere la peggio sei sempre tu.
Tutto scorre troppo velocemente quando si è giovani. Il tempo passa e tu sei là, preso dalle tue quisquilie adolescenziali che neanche te ne accorgi. È una questione di strategie mentali. Le strategie mentali del ragazzo sono concentrate solo ed esclusivamente sul presente. Il passato quasi non esiste, il futuro non è sufficientemente interessante. È meravigliosa proprio per questo la gioventù, perché corre imperiosamente come un grasso fiume in piena lungo la lettiga degli anni.
Ma quando si cresce le cose cominciano a mutare. La concentrazione dell'adulto è sempre rivolta alla progettazione di un qualche futuro. Ci si affanna in cerca di qualcosa che perennemente sfugge. Un senso. Una direzione. Qualunque cosa che crei le fondamenta sulle quali affondare i piedi per sentirsi sicuri. Poi la malinconia fa il resto. Malinconia intesa come rimpianto, come tempo perduto che non tornerà mai più.
È strano ritrovarsi adulti quando un momento prima si era ancora presi dalle morbide faccende della leggerezza. È strano ma inesorabile.
Ricordo ancora quando la mia vita era costellata dai giochi più impensabili. Il gioco dell'amore. La voglia costante della conquista. Ritrovarsi perdutamente in serate senza senso brindando a quella gioventù che non sarebbe più tornata.
È che bisognerebbe tornare bambini almeno nel modo di guardare le cose. Non avere paura di meravigliarsi. La meraviglia è la cura. Più che una cura, una salvazione. La meraviglia è il modo perfetto di guardare al domani restando ostinatamente saldati nel presente.
Ora il tempo è scaduto. Si torna alla vita di tutti i giorni con un proposito nuovo: cercare con tutto me stesso quel pezzo di paradiso che giace sepolto nel bambino che ci portiamo dentro. Arrivederci.