Bruno pescava con i "filaccioni", cordicelle raggomitolate su un grosso sughero al quale era attaccato un nylon da pesca, molto grosso, che terminava con un amo dell'otto.
Ne aveva molti, stivati nella cantina umida che sapeva di "macaia": li calava la notte, per pescare murene e polpi, recuperandoli la mattina presto.
Solitamente, però, prendeva i gronghi; serpenti di mare, anche di grosse dimensioni, utili per fare la minestra di pesce, da mangiare a tranci o nel cacciucco.
Quando erano troppi, c'era da trovare qualcuno che li volesse, perché il grongo non era molto apprezzato.
Di cucinare, comunque, si occupava Albertina, sua moglie, perché lui non sapeva cuocere neanche un uovo.
Centodieci salmastro