Nei primi anni 90 seguivo delle lezioni di tecnica bancaria all'Università e ricordo che il prof ci disse: "Voi ragazzi non avete idea della rivoluzione che si sta preparando per gli anni a venire". Non compresi il senso di quelle parole fin quando qualcosa me le fece ricordare.
Erano gli anni in cui per telefonare bisognava andare nelle cabine telefoniche, i ragazzi di oggi non sapranno mai i germi che si sono persi nel maneggiare le cornette stagionate. Erano gli anni in cui si affacciava timidamente (mica tanto) un nuovo volto della politica che prometteva milioni di nuovi posti di lavoro. Un uomo dal sorriso complice che si era fatto tutto da sè.
Da quegli anni il mondo ha fatto un balzo enorme, impensabile immaginare come la gente avesse così tanta voglia (quasi brama) di comunicare, di parlare, di mostrarsi al pubblico, di scambiare informazioni. Quel che mancava era uno strumento che permettesse questa "piena", e la magia fu presto fatta. Era il 1994 e andai ad abitare insieme ad altri due studenti. Uno dei due aveva il cellulare, grande, grosso e costosissimo.
Erano bei tempi quando si andava in biblioteca per fare una ricerca?
Chi lo sa? Anno dopo anno, la gente comune ha conquistato il suo posto al sole. Tonnellate di onde elettromagnetiche si riversano sulle strade, filtri invisibili che riescono ad appagare il senso di inutilità che ciascuno si porta addosso. Comunicare, mostrarsi, opinare, queste sono le parole d'ordine. E i timidi? Avranno anche loro un posticino nelle sconfinate stanze dei social network?
La rivoluzione è appena iniziata, ma forse è già finita. Perchè come al solito, tutto si gioca nelle patinate stanze del potere, alla gente comune non è dato altro che sognare, immaginare di essere al centro dell'attenzione, entrare virtualmente nella megavilla di Angelina Jolie e sentirsi una star. Perchè in Italia la gente cominciava a perdere milioni di posti di lavoro e il futuro dei giovani andava a puttane.