La Nutella e il potere

Sto regredendo. La Nutella non mi è mai piaciuta, neanche da bambino. Adesso, sulla soglia dei cinquant'anni non posso fare a meno di mangiarne un cucchiaino a colazione.


Accendo la tv. Renzi è lì, vestito di scuro a dar filo da torcere ai pezzi grossi dell'Europa. Da Andreotti a Renzi, attraverso Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema, Monti, Letta. Lo stivale calzato dal potere esecutivo.


Avere quasi cinquant'anni non è poca cosa. Si capiscono tante cose e di molte altre ci si dimentica, si diventa più indulgenti con se stessi, una sottile nausea sembra avvolgere la quotidianità.


Giusto ieri mi sono gustato un film capolavoro del 1970, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, con l'immenso Gian Maria Volontè, Oscar meritato, siamo schiavi di un potere grandissimo, onnisciente.


Ricordo da bambino che mio padre non perdeva occasione di esercitare la sua autorità di capofamiglia, è davvero così necessario avere sempre qualcuno che dirige le nostre azioni e i nostri pensieri?


Ho bisogno d'aria, per riordinare le idee, i pensieri. Oggi è una giornata ventosa, il vento è freddo, minaccioso, gli alberi si piegano. In piazza c'è la festa di Carnevale, i bambini delle scuole sono quasi tutti mascherati, mi riempiono di coriandoli, per un giorno l'innocenza dei bambini vince sul mondo e su questa città.


Rientro a casa. Sul mio canale preferito c'è sempre Renzi, vestito di scuro, contornato da portaborse molto più attempati di lui, con i capelli grigi. Il suo volto di ragazzo nasconde una profondità che non so comprendere. Prendo il barattolo enorme di Nutella e ne assaggio solo un cucchiaino.