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Il mazzo

Non ero che un fanciullo, di appena cinque o sei anni. Piccolino e vanitoso, ma col naso che a volte mi colava. Eppure da lo mio paese, ne la campagna d'intorno
me addentravo, con spirito guerriero, a raccoglier legna pe lo mio rione, pe fa na pira in onore de lo Santo Antuono. Non sempre, ma toccò anche a noi, de aver la pira più alta e bella, e questo anche grazie a me, misero pisello. Gli adulti, fra lazzi e vino, castagne e patate messe sotto cenere, brindavano e ci ignoravano, erano i re della festa, mentre noi bambini avevamo fatto il mazzo, e spesso, a me personalmente nemmeno na castagna m'era toccata. La storia si ripete, ce chi fa il mazzo e chi si intrallazza..

 

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2 recensioni:

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  • Vincenzo Capitanucci il 10/03/2016 16:54
    c'è in queste poche righe la storia dell'umanità .. c'è chi si fa il mazzo.. di carte di fiori di chiavi.. e chi si intrallazza.. c'è chi toglie le castagne dal fuoco.. e chi se le mangia.. e non sempre chi semina raccoglie..
  • Rocco Michele LETTINI il 10/03/2016 13:37
    LA CHIUSA PARLA SE'... NULLA DI INSENSATO... UN'OCULATA CONSIDERAZIONE... LIETO MERIGGIO DON.

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