Danzare come fanno le foglie col vento: l'ammirazione che il sorriso del pubblico svela
nell'osservare il fascino che creano le foglie nel farsi guardare per i loro movimenti nel cadere.
Indistruttibile il modo in cui hanno il piacere di mostrarsi, una sorta di energia che si racchiude
in un paio d'occhi umani che assistono alla scena. Per tanti visi della gente sono estremamente
insignificanti, altri considererebbero anche l'idea di calpestarle: eppure nessuno avrebbe il
potere di abbellire le città come sanno fare loro. Interroghiamoci: se ciascuna foglia si fosse
disintegrata, adesso cosa rimarrebbe al posto loro? Ma la gente queste domande non se le pone.
Per loro, una foglia è una foglia. Il che non ha assolutamente nessuna importanza da dargli. Ciò
nonostante, esiste un posto dove invece ogni cosa non è mai buttata via, ad esempio un posto
che opprime gli umani. Ma mi meraviglierei se fosse stato invece il contrario. Quale persona
non proverebbe fastidio per una cosa più grande di lei?
Ma arrivando al dunque: cessa di esistere solo qualcosa che non è in grado di stupire. Quindi,
in fin dei conti, se gli occhi di un bambino s'immergono nella naturalezza di tutto ciò, allora
non è così raccapricciante come sembra. Quale creatura potrebbe mai contribuire a dar
significato ad una piccola foglia?
Ed in quel momento, in una strada illuminata dalle luci dei lampioni, girovagava una farfalla,
sfiorando un muro che cambiò colore al suo battito d'ali.
Gli sconosciuti tentavano invano di afferrarla con le mani, non lasciandole via d'uscita... ma
come si dice? Ciò che sfugge: incanta.
E Andy era proprio così. Si cibava del tempo della notte per trasformarsi in un essere umano.
Il ticchettio dell'orologio: era ora! Era giunto il momento di catapultarsi a "L'Angolo Del
Paradiso".
Un posto ignoto, inesplorato e lontano dagli occhi dei passanti, dove era sufficiente comunicare
con gli occhi per sapere cosa giacesse nell'anima della persona.
Sfuggiva dalle mani degli abitanti di Huden Derth.
Un ultimo passo e si intravedeva in un vicolo stretto: un piccolo fiume... nascosto tra le foglie
di un albero lontano, dove riposava nell'acqua una rana dall'aspetto buffo e amichevole che
ondeggiava per il fiume in tranquillità.
C'era anche Berri, un piccolo criceto che, nell'Angolo di Paradiso, veniva soprannominato il
"Predatore Di Stelle".
Molte volte, al calar della notte, lui usciva dalla sua tana andando alla ricerca di stelle.
Come le persone si nutrivano di sogni, lui invece si nutriva di stelle.
Le catturava con l'attenzione degli occhi. Veniva capovolto dalla loro brillante bellezza e
originalità.
Ecco perché a volte, molti esseri umani, nel cielo non trovarono più una stella. Era colpa di
Berri!
In seguito, per non mancare, l'incredibile fantasia e immaginazione di Elly: una fata che
disegnava nuvole. Dall'aspetto calmo e paziente...
Chi più di lei conosceva i segreti delle nuvole?
Poteva anche saltare sopra di loro senza spegnere la loro voglia di spingerla sempre più in
alto.
Inoltre, riusciva a far crollare quei muri stretti e di color opaco, per dar vita a muri che
potevano soddisfare gli occhi dei viaggiatori che passavano davanti.
Ma quale formidabile creatura, oltre Elly, poteva con la propria immaginazione creare tutto
questo?
Scoiattolambis, naturalmente!
Il Posto Degli Scoiattoli... un ambiente tetro e minaccioso per chi non ama l'avventura e la
tensione; ad ogni passo c'era un pericolo in vista o qualche trappola di troppo che manteneva
sempre la paura "viva" e in circolazione: appena osavi varcare la soglia, il giorno dopo ti
ritrovavi con qualche ferita in più e un occhio mezzo aperto e mezzo chiuso.
Insomma... il consiglio era sempre quello di rimanere all'erta!
Il compito degli scoiattoli era invece quello di andare verso gli alberi, tingere un colore sullaloro coda e spalmarlo poi sul ramo.
Grazie al loro impegno, la foresta disponeva sempre di un colore diverso da far vedere.
<<Gestire questo posto con attenzione... non è mica da tutti! E noi non siamo chiunque...>>
esclamava Andy vedendo ognuno di loro darsi cura per il bene della foresta.
Berri, per le sue grandi orecchie sempre attente ad ogni rumore, sentì una voce conosciuta a
lui. A passo svelto, si iniziò ad incamminare.
Udiva sempre più vicino la voce della sconosciuta, ed ecco che... andò a sbattergli contro.
Frastornata per il piccolo incidente, guardò in basso intontita:
<<Ehi, Berri! Devi fare più attenzione a dove guardi, amico!>>
<<Scusami Andy, ma per me la tua voce è quasi come un richiamo; un'Ombra di Sogno...>>
Ed era bastata una frase a far il silenzio da padrone. Chi, oltre lui, sapeva ancora far sognare
con quegli apprezzamenti? Le trovereste mai in giro persone che dalla propria bocca
proverebbero a far uscire simili parole? Sarebbe alquanto inottenibile. Oramai si rubano frasi,
invece di crearle con la propria immaginazione e fantasia. Non c'è più chi è affacciato ad una
finestra, con un foglio in mano, sperando di costruire un'opera d'arte letteraria. E se c'è, ahimè,
si nasconde dietro le mura di una casa, attendendo ansiosamente che gli altri lo guardino per
un istante facendogli cenno che le cose che fa non sono poi così sbagliate.
<<Quando la smetterai di riempirmi di tali complimenti?>>
<<Quando la bellezza del tuo sorriso andrà a perdersi tra le mie stelle amiche...>> Rispose
Berri, il predatore di stelle.
Ma quelle parole vennero interrotte dal richiamo di Funny, che, allarmata, cercava aiuto
facendo uso della sua voce melodiosa che fece zittire l'intera foresta. Tutti entrarono nel panico.
<<Un momento... hai sentito anche tu?>> Chiese Andy rivolta a Berri.
<<FUNNY!>> Urlarono in coro catapultandosi velocemente di fronte a lei. Appena arrivati a
destinazione, Berri si stese a terra quasi affaticato dalle lunghe corse che stava facendo per
andare prima da una e poi dall'altra. Mentre Andy era più una che lo stare fermi la faceva di
gran lunga annoiare.
<<Dai Berri, rimettiti in piedi! Non è tempo per rilassarsi>> Sbraitava la ragazza mentre la
pancia di Berri fu circondata da uno stuolo di lucciole.
<<M-ma... che vogliono da me?>> Domandava irritato rigirandosi per cacciarle via con varie
zampate in aria.
<<Si vede che anche loro non accettano il fatto che tu stia sdraiato sul prato senza far niente!>>
<<Caspita! Non si può mai star in pace in questa diamine di fores...>> Ma ancor prima di
concludere la sua frase, venne fermato dalla voce di Funny.
<<Scusate... ne sapete qualcosa voi? L'ho ritrovato impigliato tra i rami di un albero... per
quanto era spaventato, non riusciva neanche a guardarmi negli occhi. Era come bloccato...
abbiamo provato poi con l'aiuto degli Uccelli del Paradiso, ma a quanto pare il tentativo è stato
vano. La cosa strana è che quando il mio albero stava togliendo via un po' di polvere, è sceso
giù. E indovinate? Ho scoperto che nel momento in cui tossisce, fa uscire proprio quella dalle
sue narici! Buffo, non trovate?>> Raccontò accarezzando il piccolo gatto impaurito dai
numerosi occhi irrequieti che lo fissavano.
<<Sbalorditivo.>> Rispose Berri con bocca quasi spalancata per aver assistito a quel racconto
a lui nuovo e tranquillizzandosi per la mezza sgridata di prima. Ma Funny si rivolse
direttamente a Andy:
<<Ma ora che si fa? Voglio dire... non ha nessun potere che potrebbe aiutarci per abbellire o
salvare questa foresta. Insomma: Berri ha il potere di creare e dissolvere stelle per far sì che la
foresta non rimanga buia completamente. Andy, tu hai il dono di andare ad Huden Derth di
notte, sai trasformarti in umana e conosci un altro mondo diverso dal nostro. Elly ha invece la
capacità di disegnare nuvole. La visione è chiara. Non può stare qui se non ha qualcosa di
altrettanto miracoloso che trattenga l'attenzione degli ospiti che visitano la foresta. Ognuno ha
una sua particolarità e lui non...>> Non appena Funny cercò di finire la frase, Andy la
interruppe.<<Ce l'ha, invece. Se solo tu dessi più possibilità invece di far spazio alle critiche, magari
vedresti che si può fare anche altro. Se non dai modo di mostrarsi, come puoi pretendere che
poi gli altri ti rispettino e siano cordiali con te?>> Aggiunse nuovamente con tono rigido.
<<Insomma, non possiamo cacciarlo via solo perché non possiede delle doti innate come le
nostre. Chi l'ha detto che per vivere qui bisogna essere sempre qualcuno e mai una buona volta
"normale"?>>
<<Non voglio neanche sentir pronunciare quella parola. Il solo suono mi irrita.
Ora scusa, ma ho un lavoro che mi attende. E dovresti attaccare anche tu dato che la notte è
ormai alle porte...>> Ribatté Funny dando le spalle ai due e scomparendo tra le foglie di un
cespuglio.
"Normali" era la più grande offesa che si potesse fare nei meandri di quella foresta. Andy,
sconfitta dalla durezza di quelle frasi, rimase lì a fissare il vuoto quasi impassibile, mentre Berri
imperterrito rimase delle sue idee e, nello stesso tempo, si grattava la testa cercando di
riepilogare il discorso senza senso di Funny. Dovevano lasciar decidere a lei, non avevano
altra scelta dato che era ''L'anima delle farfalle''.
Dentro al suo corpo e dalla sua bocca uscivano farfalle... era proprio grazie a lei che nascevano,
e, quando morivano, si ricreavano dalle sue spalle.
Veniva chiamata anche ''Corpo di farfalla'', nonché era il capo di tutta la foresta. Ogni decisione
spettava a lei.
Le sue parole erano legge. E chi osava darle torto, poteva avere guerra aperta fin da subito.
Ma in quel silenzio, un branco di serpi si sparpagliò per il bosco formando un cerchio attorno
ai corpi di Berri e Andy. Nel momento in cui Berri si sentì circondato dalle serpi, la tensione
iniziò a salire e nel frattempo cercò di fare dei segnali d'aiuto, che assomigliavano più a dei
balli invece che a delle richieste;
Chloe e Tya, che erano due fate che controllavano il bosco, videro in lontananza i movimenti
alquanto strani di Berri e si chiesero se scherzasse o facesse sul serio; ma quando Tya coi suoi
occhi vide il pericolo, subentrò davanti a loro e con un soffio di alito, mandò via le serpi che
ripetutamente cercavano di ritornare.
Una volta che il pericolo era lontano, i due s'avvicinarono alle due fate di guardia.
<<Grazie per averci aiutato>>
<<Di niente, ma vi consiglio di andare a lavoro. Non dovreste stare da soli a quest'ora... girano
molti pericoli. E tu, Andy, attacchi tra dieci minuti. Coraggio!>> Concluse Tya con un sorriso
allontanandosi con la sua amica.
Andy si passò una mano tra i capelli e sgranò gli occhi:
<<Oh no! Attacco tra dieci minuti e le mie occhiaie arrivano fino al cielo!>>
<<Problema risolto: ti procuro due fiori della notte.>> E in meno di un secondo, Berri ritornò
con in mano i fiori.
<<Ma come... come hai fatto? Voglio dire... non ci è concesso averli. È sempre stato proibito
prenderli proprio per la loro potenza.>>
<<Un regalo dagli Uccelli Del Paradiso. Sono semplici ed efficaci. Ora è tardi per le
spiegazioni, forza!>>
Andy staccò un petalo del fiore della notte e lo digerì conservando poi gli altri petali che
potevano servirgli per i giorni successivi; dopo cinque minuti era a Huden Derth. Trasformata
finalmente in umana, iniziò la sua seconda vita.
Lunghi boccoli biondi che scendevano fino al pavimento, occhi dal colore blu notte... vigorosa,
entrò al ristorante dove il capo la attese con un velo di stupore.
<<Sono le 21. 30... dovevi essere qui alle 21. Potrei sapere il perché di tutti questi ritardi? Ma
sopratutto: il dubbio che mi viene ogni mattina appena mi sveglio... perché solo la sera sei
disponibile? Non che mi manchi personale, sia chiaro: ma sei un'ottima cameriera e non mi
dispiacerebbe averti di più tra di noi.>> Disse John, il capo del ristorante, cercando di essere
chiaro il più possibile.
Andy si schiarì la voce e rispose alle numerose domande del capo senza farsi prenderedall'ansia.
<<Salve. Mi scuso per i continui ritardi ma ho avuto dei problemi che poi dovrò risolvere con
calma... e mi spiace deluderla, ma non posso dirle il motivo del perché sono disponibile soltanto
la sera. Sono un po' privata su queste cose.>>
<<Non hai la libertà di rispondere a quello che vuoi Andy! Devo ricordarti chi è il capo qui?
Sono io che dirigo il ristorante e spetta a me scegliere chi potrà essere in grado di lavorare
ancora. Se continuerai solo con questo orario, allora ti consiglio di girare il naso da un'altra
parte. Non chiedo chissà cosa, ma solo presenza: quella che tu non sei mai riuscita a darmi
finora. Pensaci bene, non sono un tipo che cambia idea spesso. Ora puoi tornare a lavoro,
grazie.>>
Andy, dopo la sgridata di John, traumatizzata, iniziò a servire i clienti e a portare i piatti ai
tavoli; un cliente dall'aspetto goffo e barbuto, come tutte le sere, non poté far a meno di litigare
con una signora che stava proprio lì vicina al suo tavolo.
La signora, in apparenza, aveva questa chioma di capelli che teneva sempre all'indietro, un
vestito con una scollatura sulla schiena e un leggero rossetto che lasciava intravedere le piccole
labbra a forma di cuore. Dava un'immagine di una donna pulita e mai fuori posto; tutto il
contrario del signore che aveva accanto al tavolo che non faceva altro che stuzzicarla e
riempirla di occhiatacce poco simpatiche.
Non si era mai capito il motivo per cui, ogni sera, dovevano fare di un litigio uno spettacolo
senza fine. Eppure neanche si conoscevano. I casi strani e irrisolti della vita...
Ma per il ristorante era come un premio: all'inizio delle loro litigate, c'erano sempre
raggruppate persone che desideravano che le loro liti durassero tutta la sera... così da tenerli
occupati.
Insomma... più liti c'erano, più i clienti avevano voglia di gustarsi la scena davanti ad un piatto
di pasta. Funzionava così ora il mondo...
<<Pettegolezzi... nient'altro che pettegolezzi...>>
Affermò Ylenia, la ragazza che lavorava insieme a Andy, quando si ritrovarono faccia a faccia,
lontane dai numerosi commenti dei clienti.
<<Beh, da una parte però le liti hanno aiutato ad aumentare i clienti al ristorante.>>
<<Sì, ma ci sono anche persone che amano stare tranquille a mangiare Andy. Io lo vieterei... e
invece John lo permette! Se fossi il capo del ristorante, io...>> Con tono seccato, Ylenia smise
di parlare per gli sguardi che puntava un cliente molto conosciuto da John. Era il migliore
amico del capo, per farla breve.
<<Clienti in agguato...>> Sospirò la ragazza abbassando la voce e ritornando a lavoro.
Andy invece andò da quella signora che provocava malignamente il povero individuo vicino a
lei. Sembrava anche avere il broncio per ogni cosa che le portavano davanti. Le era stato
raccontato dai suoi amici di lavoro, che in una giornata, aveva fatto cambiare cinque piatti...
ordinando poi cose totalmente diverse da quelle precedenti.
<<Scusi cara, ma non avete qualcosa di più particolare qui? Un dolce, non so... quelli che mi
avete portato non hanno quel non so che...>>
Andy ci pensò un attimo.
<<Certamente signora. So io qualcosa che può fare al caso suo.>>
<<Come scusa? Sii più precisa. Ti posso dare del tu?>>
<<Ma certo che mi può dare del tu. Comunque: stia a vedere. Si fidi!>> Rassicurando la
signora, Andy andò a prepararle un dolce dei suoi che le avevano insegnato gli scoiattoli
all'Angolo di Paradiso. Ci volle quasi mezz'ora per prepararlo. Non era un dolce qualsiasi: era
un dolce che faceva venire voglia di mangiarlo... anche se c'erano casi in cui poteva essere dalla
forma perfetta e aggraziata oppure un dolce dalla forma orribile e terrificante. Ma era dentro
che si doveva assaggiare: tutto lì il segreto. Nel momento in cui la signora perse la pazienza e
si stava per alzare dalla sedia, ecco che il dolce era pronto.
<<Ecco a lei!>> Andy posò il piatto sul tavolo e la signora, presa dalla stanchezza, fece un
passo indietro per risedersi.<<Siete così lenti...>> Sbuffò la gentildonna. Ma Andy, per quanto fu interessata del parere
della signora, non fece neanche caso alle sue lamentele accompagnate da delle smorfie. La
giovane donna, dopo pochi minuti, fu attratta da quello strano dolce. Non spiccava all'occhio,
ma richiamava l'attenzione solo di poche persone.
Una volta che lo mangiò, con viso quasi sommerso dalla gioia, si congratulò con Andy per il
bel lavoro riuscito.
<<Posso chiederti una cortesia, cara?>>
<<Certo. Mi dica signora.>> Rispose Andy soddisfatta, sperando non arrivasse qualche
predica.
<<Servimi solo tu d'ora in poi, ragazza. Sei un miracolo!>> Concluse pagando e andando via
dal ristorante.
John, il capo, non poté fare a meno di vedere il primo sorriso della signora che aveva appena
lasciato il ristorante.
<<Sto sognando o ho visto un sorriso sulla sua faccia? Ma come hai fatto? Voglio dire... è la
signora Powerard: colei che si lamenta sempre per tutto, che fa una lista lunghissima delle cose
negative che ci sono dentro questo ristorante e che non le sta mai bene niente...>>
<<Segreti del mestiere!>> Sorrise Andy dando una pacca sulla spalla a John.
<<Il mio turno è finito, vado!>> Aggiunse con un tono allegro andandosi a cambiare e uscendo
dal ristorante.
La foresta era tutta in attesa di lei. Dopo la trasformazione, ecco che Andy ritornò alla vita che
aveva sempre ammirato.
Berri rotolò per il prato insieme a Guye, un altro suo strano amico dalla coda multicolore che
pendeva dalla testa.
<<Sono tornata! Ma che state facendo voi due?>>
<<Oh, Eccoti finalmente... Beh, noi...>> Berri si trovava in difficoltà cercando di trovare una
valida scusa per non essere un'altra volta sgridato. <<non sapevamo come passare il tempo..>>
Concluse con mezzo sorriso.
<<Berri... Ci sono milioni di cose da fare qui. E tu hai anche il coraggio di dire che ti stai
annoiando! Tu che sai tutto... sapevi che qualcuno si era intrufolato nell'area privata della
foresta?>> Chiese Andy.
<<No... cioè...>> Fece una pausa. <<Ora che ci penso, sì... ma la mia voglia di cercare chi
fosse, era praticamente sotto zero.>>
<<Io non la concepisco questa cosa. Potevi anche cercare di capire chi fosse... e invece ora
immagino che me ne debba occupare io, no?>>
Berri annuì senza rispondere, con volto abbassato e annoiato dalle prediche che conosceva a
memoria.
<<Un momento... non sei da sola: c'è Funny che se ne sta occupando!>> Rispose Guye
entusiasmato.
<<Ecco... ora la mia felicità è alle stelle!>> Replicò Andy dirigendosi poi verso la strada per
andare da Funny.
<<Era furibonda. Abbiamo proprio esagerato stavolta... vero?>> Chiese Guye al piccolo
criceto.
<<Non è detta l'ultima parola.>>
Berri iniziò a ideare un modo per farsi perdonare da Funny, visto che non era la prima volta
che veniva sgridato in quel modo. E così prese quei vestiti che Andy usava per andare a lavoro
e li buttò via.
L'idea di Berri era quella di farla riposare, ma chissà se ci aveva azzeccato o era solo uno dei
tanti modi per farla alterare ancora di più?
Intanto, verso le 12:00, era in corso la lezione degli Uccelli del paradiso.
Tutti i volatili più piccoli, dovevano imparare a spiccare il volo con l'aiuto della maestra Elmira;
chi non possedeva la bravura, non aveva la possibilità di visitare la città di Huden Derth.
Nel frattempo, Andy chiese a Funny come si poteva risolvere la situazione dell'intruso che eraentrato nell'area privata. Ma Funny affaticata, rispose alzando gli occhi al cielo:
<<Non ne ho idea. Ne ho fin sopra i capelli di Berri che dovrebbe essere di guardia, ma non lo
è... e degli altri che si vogliono assumere sempre le responsabilità e infine lasciano a me il
compito di far tutto. Di certo non possiamo tirare a caso e dare colpe inutili. Per ora possiamo
solo attendere sperando che il colpevole si riveli alla luce del sole; non abbiamo neanche la
certezza che sia un maschio...>>
<<Ne rimarrei stupita. Quale ragazza riuscirebbe ad aggrapparsi sopra un albero per così tante
ore senza essere scoperta? Potrebbe essere tanto minuscola da non farsi notare e tanto rapida
da non farsi acchiappare; insomma, conosciamo tutti come ci si arriva all'area privata... ci
vogliono almeno due ore prima di raggiungere la cima dell'albero. Chi ha fatto tutto questo o è
un genio o è...>> Ma ecco che la frase di Andy fu interrotta da uno strano violino che proveniva
proprio da dietro le loro spalle.
Grandi boccoli blu sospesi in aria, occhi verde pallido che si manifestavano di fronte agli altri
e il corpo composto di pietre azzurre; Aveva i capelli blu, proprio per quel motivo: così, per
nascondersi e sbirciare, poteva mimetizzarsi attraverso le pietre. Si confondeva
eccezionalmente.
<<O è un matto, care mie...>>
Annunciava Ellie, la fata delle rocce.
<<Ellie... finalmente qui. Ci stavi sbirciando per caso?!>> Chiesero entrambe.
<<Oh no... siete assolutamente a conoscenza di quanto il mio udito sia potente. Le mie orecchie
si alzano da sole appena sentono un brontolio.>>
Si scusò per l'intrusione, dopodiché le tre si spostarono in un posto più sicuro per parlare.
<<Funny... Ripensandoci... ancora non abbiamo risolto il caso di quel piccolo gattino ritrovato
sull'albero.>> Divulgò Andy con una certa tensione.
<<Ah... già! Dobbiamo parlare anche di quello. Dunque: Ellie, diffondi la voce di riunirsi tutti
qui. Stasera, prima che Andy si trasformi, prenderemo insieme una decisione.>>
Ed entrambe si divisero per andare dal gruppo. Una volta che Andy ritrovò Berri, vide che dalle
sue zampe spuntavano artigli molto pronunciati: il che voleva dire che stava nascondendo una
bugia molto grossa.
Andy rimase in attesa di una spiegazione da parte dell'amico ma lui la guardava come se non
avesse niente di cui parlare.
<<Avanti. Sputa il rospo! Non rimarrò tutta la giornata ad aspettare che tu mi riveli quello che
hai da nascondere.>> Disse decisa.
<<HA BUTTATO I TUOI VESTITI DI LAVORO!>> Urlò Guye.
<<Per la barba di merlino! Che cosa hai fatto tu?!>> Chiese a Berri. <<Avanti... spero tanto sia
una buffonata. Ho un lavoro da svolgere stasera!>>
<<È che pensavo di farti un favore... eri così stanca che ho preferito mettere da parte i tuoi
abiti. Così potevi avere un buon motivo per riposarti e saltare la tua giornata lavorativa!
Scusami... non era mia intenzione farti perdere la pazienza.>>
Dopo le scuse di Berri, Andy non rispose nemmeno e inventava nella sua testa solo una buona
giustificazione da dire a Funny nel caso gli chiedesse qualcosa del lavoro di quella sera.
Il piccolo criceto non aveva più l'appoggio della sua più grande amica e rimase deluso, avvolto
da una tristezza agghiacciante. Quella predica gli aveva fatto male... Le stelle, una ad una, si
spegnevano da sole lasciando la foresta completamente buia.
Chloe e Tya, le fate di guardia, osservarono come il buio iniziava a pervadere tutta la foresta.
<<Aspetta aspetta... Ricordo di aver letto una cosa sulle stelle che scompaiono via da sole.>>
Ci pensò su. <<Ma certo, Berri!>> Esclamò Chloe.
<<Scusa Tya ma che c'entra lui con questa storia?>>
<<Non ci arrivi? Berri è il predatore di stelle e ogni volta che si sente giù di morale,
inconsapevolmente, fa spegnere tutte le stelle! Dai andiamo!>>
Una volta che Tya capii, andarono alla ricerca di Berri e non appena lo trovarono, gli chiesero
una sfilza di domande:<<Ma cosa è successo? Perché tutte le stelle non sono più in cielo? Qualcuno ti ha fatto del
male?>>
<<Ferme... ferme... ferme! Quante razza di domande fate? Mi avete fatto venire un mal di testa
terrificante!>>
<<Volevamo soltanto essere di aiuto.>> Affermarono le due.
<<È una cosa che devo risolvere da solo.>> Rispose Berri.
<<Ma perché ogni volta ci deve rimettere la foresta?!>> protestò Tya con acidità.
<<Tya, usa la tua sensibilità. Peggiori solo le cose così e aumenti il senso di colpa di Berri.
Non ricordi? La dolcezza è la cosa che completa tutto. Senza siamo persi.>>
<<Oh, certo! Ora dovrei dire: "Gradisci per caso una tazza di caffè?" o "Quante carezze devo
farti al giorno per arrivare al punto di tranquillizzarti?" No, no e no! Non riesco ad essere
così.>>
Le lamentele di Tya fecero solo venire un gran mal d'orecchi ai tre che la fissavano per la sua
lunaticità incontrollabile; non sarebbe guastato per gli altri se al posto della sua voce ci fosse
stato il silenzio. Ma con lei era quasi impossibile permetterselo. Tya riprese fiato dopo mezz'ora
di lamenti e si addormentò proprio sul ramo di un albero. Attorno al suo corpo, gli altri, misero
un mucchio di fiori...
I fiori avevano il potere di salvaguardare la persona che era stesa a terra, di tenerla a distanza
dagli insetti che potevano prenderle la bontà mentre essa dormiva. La proteggevano.
Era chiaro che tutti erano affamati di bontà. Dunque veniva protetta come fosse qualcosa di
sacro.
Berri, Chloe e Guye andarono via una volta che Tya era al sicuro. Intanto la sera iniziò ad
arrivare.
Dopo che Andy aveva informato Funny dell'accaduto, aveva con sé un piccolo mantello di
foglie. Appena poggiato sulle spalle, le si attaccò sulla pelle coprendo l'intero corpo.
<<Ecco, ora dovresti essere pronta. Sperando che a lavoro non ti facciano cambiare di
indumenti. Ma quella sarebbe una sfortuna colossale!>>
Disse Funny.
<<Ma... non sono un po' ridicola così?>>
Domandò Andy guardandosi dalla testa fino ai piedi circondandosi di domande e dubbi. Non
sapeva neppure quale fosse l'inizio di quel mantello. Si girava e rigirava continuamente
cercando di trovare almeno un motivo per il quale indossarlo. Ma non ne trovò nemmeno uno.
<<Sei terribilmente affascinante, dico davvero! L'essenziale è che non faccia vedere la tua
identità. Poi devi andare a lavoro, non ad una serata galante!>>
Ribatté Funny dandole una piccola spinta per farla andare all'altro mondo; Dopodiché, nel giro
di poco tempo, si ritrovò davanti al ristorante.
Prima di entrare, fece piccoli respiri che si ingigantivano ogni volta che lei cercava di premere
con la mano sulla maniglia della porta. Ma cosa ancor peggiore: una signora che uscì in quel
momento, si ritrovò di fronte Andy e per sbaglio, la prese in pieno.
Andy, accovacciata a terra, non riuscì ad esprimere il suo dolore. La signora pronunciò soltanto
due parole:
<<Tutto bene?>>
E andò via nel buio della notte senza neanche attendere la risposta.
Soltanto un signore, seduto su una panchina vicino ad un bar, vide la scena dall'altra parte della
strada. Con una certa velocità, raggiunse la ragazza a terra. Stese la mano verso di lei e con un
pizzico di ironia disse allarmato:
<<Buon cielo... danno lezioni di gentilezza e poi non sanno comportarsi in maniera educata.
>>
<<Grazie... come scusi?>> Intontita, si passò una mano sulla fronte.
<<Quella di prima era la signora Powerard. Una psicologa s'intende. Ha avuto sempre la mania
di insegnare la buona educazione a me... Mentre lei, appena ha davanti una ragazza a terra, non
fa nemmeno il minimo sforzo per soccorrerla. Irreale. Comunque io sono Pier, vengo quasisempre a far visita al vostro ristorante.>>
<<Sì ricordo. Il mio nome è Andy. Più che altro direi che è scortese...>>
<<Ragazza mia, tu hai l'animo troppo buono. Usi termini che andrebbero di gran lunga cambiati
e personalizzati. Il mondo è da cambiare radicalmente. Non solo un pezzo, ma proprio tutto. E
al posto di queste persone simili alla Powerard, andrebbero inserite persone della stessa
naturalezza del tuo cuore. Ma ahimè... Chi ascolterebbe mai le parole di uno della mia età?>>
<<Ma... è per questo che lei è sempre in conflitto con la signora Powerard?>> Chiese Andy
ricordandosi che erano loro la coppia che litigava numerose volte sempre agli stessi tavolini
del ristorante dove lavorava.
<<Beh, sì. Ma sono tanti altri i motivi. La mia anima è in fiamme ogni volta che i miei occhi
s'incontrano col suo sguardo.>>
<<Da come ne parla, oserei dire che c'è una specie di odio fra di voi... o sbaglio?>>
<<Odio? Diciamo che questa parola non l'ho mai usata né con la gente più spregevole della
signora Powerard né per puro divertimento. Userei più la parola ''schifo''. L'odio è qualcosa di
negativo che andrebbe utilizzato solo per chi ha il coraggio di uccidere vite umane; lei è soltanto
arrogante e presuntuosa. Dico solo una cosa: che se dovessimo fare un inchino per chi è
maleducato, allora nessuno sarebbe in piedi. Buona serata!>>
Non appena finì il suo discorso, mise il suo cappello e andò via.
<<Dice bene...>> Concluse Andy ripensando alle meritate parole del signor Pier. Nel frattempo
entrò nel ristorante con mezz'ora di ritardo, cercando di non farsi vedere.
Ma la sua voglia di non esser guardata durò ben poco.
Tutti si girarono per vedere il bel mantello fatto di foglie. Alcuni lo ammiravano, altri
addirittura ne rimasero scioccati esplodendo in una piccola risata.
Ylenia, la sua amica di lavoro, non poté far a meno di assistere alla scena e si avvicinò con
sguardo curioso a Andy.
<<Posso provarlo?>>
Forse quella domanda bastava a togliere un po' di imbarazzo nell'aria.
<<Dici davvero o è la classica presa in giro trasformata in bugia?>>
<<No... dico sul serio! È favoloso. Non ho mai visto qualcosa di simile in città. Devi averlo
preso lontano da qui, altrimenti non si direbbe. Sembra uno di quei mantelli visti in tv nelle
favole o addirittura sembra creato a mano...>> Ma non appena Ylenia sfiorò con le dita il
grande mantello, si restrinse ancora di più nel corpo di Andy facendola sembrare molto più
magra del solito.
<<Caspita! Ma cos'è un abito dimagrante?>> Chiese l'amica cercando di capire cosa si celasse
dentro quell'indumento.
<<Molto divertente... la cosa si sta facendo alquanto imbarazzante... perché invece di ridere
non provi a coprirmi? A momenti non mi ritrovo più la pancia! Si soffoca con questo
mantello.>> Disse Andy, seccata, andando verso la cucina insieme a Ylenia. Scrutava gli occhi
della gente che la riempiva di attenzioni facendola imbestialire ancora di più.
<<Per l'amor del cielo, perché in questi casi la signora Powerard non c'è mai? Così tutti gli
occhi sarebbero ripetutamente rivolti verso di lei ora e mi salverebbe da questo mucchio di
pettegolezzi senza fine!>>
<<Non fare così. Tanto anche se ci fosse stata, non saresti passata comunque inosservata.>>
<<Questo mi rilassa moltissimo Ylenia.>>
Andy, distrutta e inorridita dalla vergogna del momento, non volle ritornare più ai tavoli.
Mentre la sua collega andava verso i clienti per prendere ordinazioni, lei aprì uno dei cassetti
afferrando delle forbici molto appuntite. Le impugnava cercando di tagliare le numerose
foglie... Ma non appena le ruppe, si ricreavano più abbondanti che mai; le forbici, invece, fecero
una brutta fine. Quando Ylenia ritornò, assistette alla scena delle forbici divise a metà.
<<Ma come hai fatto a romperle?>>
Andy con una mano sulla bocca della ragazza cercò di non farla parlare, mentre il capo
girovagava per i tavoli sentendo le lamentele dei clienti che attendevano i piatti.<<Non lo so...>> Tentò di dire una bugia ma non le veniva fuori niente. Ylenia era scossa dalla
scena appena vista.
Che la sua collega gli nascondesse qualcosa, ancora non lo immaginava... Intanto Andy, anche
nonostante i ripetuti richiami di John, scomparì da quel ristorante e ritornò all'Angolo Di
Paradiso.
<<Solo a Funny può venire la stramba idea di mandarmi in città vestita in quel modo!>>
Furiosa e insonne, cercava un posto appartato per riposare il suo corpo da tutte quelle agitazioni
momentanee. Ma in quel momento, tutti i piccoli sassi si spostarono da terra avanzando verso
una fata dal corpo rivestito di fiori e dai capelli ondulati che continuavano a ricoprire il grande
albero dove c'era la famosa ''area privata''.
A Andy le venne immediatamente il colpo di genio.
<<Penny...>>
<<Sì?>> La fata dall'enorme chioma di capelli prestò attenzione alla ragazza che la guardava
dall'alto.
<<Non vorrei essere invadente... ma siccome tu sei di guardia qui, non è che ti è sfuggito di
vedere qualcuno o qualcuna sorvolare il grande albero?>>
<<In molti mi hanno fatto questa domanda. Ma vedi... non sono sempre fra i piedi qui. A me
spettano anche altri compiti; ovvero devo formare calore agli alberi più nudi attraverso i miei
capelli e congiungere i rami che sono stati spezzati. Gli alberi hanno bisogno di me.
All'occorrenza, vengo in loro aiuto. Ma sorprendimi... ho sentito dire che qualcuno è entrato
nell'area privata... E suppongo anche che non abbiate idea per ora, visto che tu ti sei rivolta
direttamente a me.>>
<<Già>> Annuì Andy. <<E a noi è stato affidato il compito di prendere il colpevole.>>
<<Ho un vago presentimento che succederà il finimondo se non troviate chi è stato.>>
<<Hai azzeccato in pieno Penny!>>
<<Non potrò aiutarti come vorrai, ma posso procurarti un contenitore.>>
Andy non capiva.
<<E a cosa serve?>> Chiese quasi scioccata.
<<Quando lo sconosciuto cercherà nuovamente di salire sull'albero dell'area privata, alcune
stelle si riempiranno dentro quel recipiente... Così saprete quando verrà lì e sarete ad aspettarlo
minuti prima. Funny non te ne aveva mai parlato?>>
<<No...>> Rispose pensierosa e suggestionata da quelle parole.
<<È uno dei tanti modi per scovare i traditori o chi cerca di mettersi nei guai.>>
Spiegò Penny alzando la mano destra e posandola sull'albero per trasferire altro calore.
<<Ma non gli farà male tutto quel calore?>> Domandò Andy incuriosita da come riscaldava i
rami.
<<Oh no. La foresta è così fredda che più c'è calore e meglio è>>
<<Ma cosa accade se non gli dai il calore?>>
<<Si spezzano. E ad ogni ramo spezzato, puntualmente, un mio capello cade. Quindi me ne
accorgo se c'è qualcosa che non va e se loro stanno soffrendo. Per questo non posso aiutarvi,
devo badare a questi alberi. Hai presente una famiglia?>>
<<Sì, ho presente...>> Andy sorrise rispondendo a quella domanda senza un filo d'emozione.
La sua famiglia era lontana da quella foresta.
I suoi genitori non avevano le particolarità che possedevano gli altri del posto... ed era stata
Funny stessa ad allontanarli. Per questo Andy aveva così tanta rabbia per la questione di quel
gatto salito sul ramo dell'albero. Le sembrava di essere ritornata indietro nel tempo, a riprendere
quelle forme di ricordi che assillavano la sua anima. Si sentì per un certo senso colpevole per
non aver completamente spalancato tutta la sua ira a Funny. Nel momento in cui una delle sue
lacrime stava per scendere, fece in tempo ad allontanarsi da Penny.
<<Beh, ci si vede!>>
E con passo svelto, abbandonò la conversazione dirigendosi altrove.
Ma nel momento in cui stava per andar via, ecco che tutte le radici dell'albero si spostaronoverso di lei, a formare una X dalle dimensioni gigantesche.
<<Che succede?>> Chiese Andy facendo dei passi indietro nell'attesa di trovare altre
scorciatoie.
<<Non vogliono che vada via, questo è chiaro. Non sono tanto abituati alla compagnia... E
quando questa c'è, loro dopo non possono farne a meno.>>
<<Forse dovrei dire a Funny di venire a fare più accoglienza qui. L'idea che si possano sentire
soli, è orribile. Quale creatura o essere umano proverebbe piacere a non ritrovare 'occhi amici'
che non fanno pesare quel silenzio?>>
<<Direi nessuna. Ma dipende dalla compagnia...>>
<<Cosa vuoi dire?>> Domandò Andy sommersa di curiosità.
<<Non tutte le compagnie sanno dimostrarsi di grande bontà. Loro sanno a chi dar retta.>>
<<Su quello non ci piove. Ma non riesco a capire... Come fanno a sapere che di quella persona
o creatura ci si può fidare?>>
<<Semplice. Dallo spostamento del vento su di loro; se non si muove neanche una foglia, allora
direi che il territorio è salvo. Ma se c'è qualcosa che non quadra, quando loro sopratutto sono
in pericolo, si nota immediatamente...>>
<<Ma se per esempio il vento non è dalla vostra parte? Come fai ad avere la certezza piena che
di quell'essere umano devi dubitare?>>
<<Il vento è sempre dalla nostra parte! Diciamo che è il mio consigliere migliore. È un po'
come se facesse parte di me. Una mia seconda famiglia, oltre loro naturalmente.>>
Confidava Penny mentre in quel preciso momento il recipiente iniziava a riempirsi di stelle. Le
due smisero di parlare e si nascosero dietro gli alberi attendendo la mossa della sconosciuta o
dello sconosciuto arrivare e presentarsi davanti. In quel silenzio, si sentirono piccole zampe
che sembravano quasi attente per non farsi beccare da occhi maligni.
<<Non pensavo fosse così delicato il modo di camminare di un intruso.>>
<<Quella è una tattica. Lo fa chiunque per non essere scovato con le mani nel sacco!>> Rispose
Penny a bassa voce.
<<Geniale!>>
<<Cosa ci può essere di tanto geniale? Insomma: Chi non nascondeva nulla avrebbe camminato
normalmente facendo chiasso... quindi camminando in quel modo così attento, ha più occhi
addosso... e vale a dire che chi non si vuole far beccare non è alquanto intelligente.>>
Ma la frase fu interrotta da quell'ombra che si notava vicino a loro.
Andy era turbata da quello sconosciuto che si stava avvicinando.
<<Chi c'è?>> Bisbigliò la strana creatura mantenendosi sempre a una certa distanza, fermo al
centro di quel cerchio;
Ma lei riconobbe subito il suono della voce. Con una mano sul fianco e un sospiro di sollievo,
alzò gli occhi al cielo.
<<Niente pericolo Penny, è solo Berri che si era infiltrato!>>
Non appena si era conosciuto il "pericolo", uscirono fuori di lì.
<<Perché sei arrivato fin qui?>>
<<Pensavo che tornassi.>>
Rispose il piccolo criceto osservandola con occhi quasi distrutti dal dolore e pieni di rancore.
Penny a quella frase si commosse; Non tutti attendevano il ritorno di qualcuno oramai... E chi
lo faceva era solo da premiare. Lei, ad esempio, era la classica che avrebbe contribuito ad
essere una sua fedele amica. A volte c'erano cose che Andy non riusciva ad osservare: Come il
bene di Berri che si manifestava nella luce rovente del sole, ma che per lei era costantemente
all'oscuro. Ci sfugge un qualcosa che ci riempie di domande, ma che noi pensiamo che stia in
silenzio. Eppure eccome se parla!
<<Non hai un posto in cui stare? Ogni volta ci sei di mezzo tu. Vai via, per piacere!>>
Andy alzò la voce bruscamente e il predatore di stelle andò via con il cuore in gola senza
neanche aver avuto il coraggio di rispondere.
<<Non è modo di trattare qualcuno che aspetta il tuo ritorno.>><<Saprò io cosa devo fare o no?>> Ribatté Andy con voce irritata verso Penny.
<<No... Non hai proprio la più pallida idea di cosa fare. Se ne avevi, allora a questo punto ti
comportavi civilmente invece di prendertela con lui che esplode di fame solo per il tuo bene.
Ritorna nella realtà... Anime che sono alla ricerca di questo: Della presenza assoluta. E tu cosa
fai? Addirittura ti alteri farneticando in modo non ragionevole! È ingiusto metter da parte chi
ti mette al centro del mondo. >>
E dopo quella frase, Penny raggiunse con passo svelto le impronte che aveva lasciato per terra
il piccolo criceto; mentre Andy rimase con un mare di dubbi chiedendosi se quello che aveva
fatto aveva un giusto senso o se era stata ridicola...
<<Ecco... vedi... Non so più come approcciarmi con lei, mi evita, c'è una distanza abissale tra
noi! Resta indifferente quando il mio sguardo incrocia i suoi occhi o quando le mie risate
cercano di unirsi con le sue... Regna la pace solo avendo l'opportunità di avere una mano
amica come la sua vicino. Ma questo temo non sia più possibile... È come se non se ne rendesse
conto.>>
Rifletteva da solo.
<<Essere invisibili per quel qualcuno che noi prendiamo come punto di riferimento è
devastante.>>
Rispose Penny alle parole di Berri una volta raggiunto.
<<Sopratutto se quegli ''aiuti'' vengono ricambiati da ''continue lamentele''.>>
<<Beh, allora detto ciò, non ti resta che rimanere qui ad aspettare.>>
<<Aspettare cosa?>> Domandò il piccolo criceto frustrato ancora per l'accaduto;
intanto milioni di voci si sentivano dall'altra parte della Foresta... voci, che ricercavano l'aiuto
degli altri, che arrivarono in pochi minuti. Tutti quanti erano accerchiati attorno ad un grande
libro che aprirono lentamente e...
<<Per la barba di merlino! Tu sei qui dentro Berri...>>
Affermavano gli altri, increduli a ciò che stava accadendo. Il piccolo criceto con un piccolo
salto si avvicinò a loro.
<<Ed anche il nome è IDENTICO!>>
<<Oh no...>> Disse Andy.
<<Cosa vuol dire? Che qui c'è qualcuno che può modificare la mia realtà?>>
<<Sì, Berri...>>
<<In pratica... Dipendo da qualcuno?>>
<<E questo vuole anche dire che ci sarà un finale allora?>> Chiesero tutti insieme.
<<Fermi un attimo! Questo non lo so ancora... Non ne ho la certezza... ma il minimo che posso
dire è che qualcuno scriveva di noi già da tempo, quindi in sintesi: È grazie a questo
sconosciuto che noi esistiamo.>> Rispose Andy facendo una pausa e guardando le altre pagine.
<<Come vedete, se si arriva ad un certo punto, le pagine sono vuote, non si può leggere tutto
finchè non passano i giorni, di conseguenza dobbiamo continuare a comportarci normalmente
avendo però, la consapevolezza che abbiamo già il destino segnato.>>
<<Sì ma vorrei sapere chi è che scrive di noi.>> Rispose Funny.
<<Questo non so dirtelo... Forse è proprio lui o lei che si è infiltrato nell'area Privata. Possiamo
solo sperare che nel libro ci sia scritto che ci venga a far visita così almeno avremo modo di
conoscerlo e magari non saremo così spaventati.>>
<<Oh no... Ditemi che tutto questo non è reale! Non voglio che un essere umano sia l'artefice
del mio futuro, poi... questo vuol dire che colui che ha scritto... ha quindi volutamente fatto
saltare fuori serpi e robe varie per farci rischiare la vita?>>
<<Temo di sì, Berri. Ma prima di dargli la colpa, magari proviamo un attimo a pensare: E'
grazie a questa persona che ci siamo conosciuti e che esistiamo.>>
Andy cercò di far ragionare gli altri ma rimasero sempre più inorriditi e confusi dalle lunghe
spiegazioni; mentre Elly, la fata che disegnava nuvole, rigirò il libro per poi esclamare:
<<Ehi guardate qui! C'è scritto il nome di chi ha creato questo libro.>> Lo
indicò, e osservando il volto di Andy cercando di capire se gli faceva venire in mente qualcosa, poi gridò il suo nome:
<<Asya... Mai sentito?>>
<<Dovremmo metterci a lavoro per cercarla, se abbiamo trovato il libro, significa che anche
Lei deve essere da queste parti!>>
Ordinò Funny, il capo della foresta; mentre tutti gli altri presero posto in vari angoli nascosti
del villaggio facendo tutto il silenzio possibile e creando delle trappole che potevano incuriosire
l'attenzione della viaggiatrice. Guye legò un piccolo ragno per far sì che la sensibilità
dell'intrusa ne venisse colpita... Elly fece scurire tutto il cielo coprendolo con le sue grandi
nuvole, in modo da tener tutto buio e far confondere il cammino della sconosciuta... Berri
rivestiva le sue stelle del colore del cielo per non dar proprio nessuna speranza di luce... Infine
Andy: richiamava il vento... per far sì che la viaggiatrice, anche con tutta la sua energia, non
potesse camminare più in là e quindi, doveva fermarsi di tanto in tanto, in posti chiusi per non
beccarsi un bel raffreddore. Tutti speravano che qualcosa accadesse stanotte. Alla luce del
sole si sarebbe capito immediatamente chi si nascondeva solo per mettere in azione il piano...
Erano le tre e mezza di notte... di lei non c'erano tracce... nessuno che l'avesse vista neanche
lontanamente. Alcuni di loro iniziarono a uscir fuori dalle tane e dai vari nascondigli con
l'obiettivo di rimettersi in cerchio e discutere sul da farsi...
<<Ma non è che è stato qualcuno di voi a mettere il libro lì? Perché se fosse così è meglio dirlo
subito! Non voglio perdere tempo inutilmente.>>
Protestò Funny impaziente; Gli altri, guardandosi a vicenda, risposero in coro:
<<No... Non sapevamo nemmeno dell'esistenza di questo ''libro''>>
<< Perchè affermi questo? Cosa ti fa pensare che sia stato uno di noi?>> Chiese Andy
intromettendosi nella conversazione.
<<Il fatto che questa Asya non arrivi...>> Rispose Funny con tono scocciato.
<<Bisogna dar tempo al tempo, la foresta è grande... Che ne sai se potrebbe essersi persa? In fin
dei conti se non è mai stata qui...>>
<<No! Conosce questo posto più di noi... È lei che lo ha creato a sua immagine e fantasia
attraverso il libro! Non ricordi?>>
<<Lo so... Senti, anch'io voglio sapere qual è la verità.>>
Le parole di Andy convinsero Funny.
<<D'accordo. Allora aspetteremo... Domani sera dovrai essere a Huden
Derth?>>
<<Per ora diciamo che ho fatto una pausa.>>
<<Ma gli altri lo sanno?>>
<<Penso che mentalmente il capo sia d'accordo con la mia scelta, non l'ho avvisato ma avrà
sicuramente capito.>>
Alla fine della conversazione, le due notarono i volti stanchi degli altri... alcuni si erano
addormentati, altri avevano preso posto sopra gli alberi per allontanarsi dalle numerose
chiacchiere e addormentarsi finalmente in santa pace.
<<Temo che dovremmo restare di guardia noi.>>
Affermò Andy.
<<Sono un branco di dormiglioni! Non ci si può fidare... Dai un compito e ti dicono di ''sì''
facendo poi l'esatto contrario...>>
Risero entrambe.
Nel buio, in lontananza, videro una luce tra gli alberi provenire dalla parte opposta. Ed ecco
che una bimba dai piccoli boccoli neri e lo sguardo impaurito sembrava cercare aiuto. Funny e
Andy cercarono di svegliare una parte del gruppo vicino a loro, mentre gli altri continuavano
a dormire.
La piccola continuava a camminare, fu però distratta da un ragno tutto rintorcinato nella sua
stessa ragnatela... all'inizio, fece finta di niente... ma poi non riuscì a starsene ferma, in
piedi, senza aiutarlo.
Gli altri, erano ormai pronti ad accerchiarla.<<Non fate tanto chiasso. Non dobbiamo spaventarla>> Ordinò Andy sottovoce.
<<Mi fa quasi tenerezza!>>
Appena la piccola Asya si chinò, un mare di occhi curiosi si avventarono su di lei.
<<Avevo detto di far piano!>>
Disse Andy dando un'occhiataccia ai suoi amici.
La piccola, intimidita da tutti quegli sguardi, non riusciva ad aprir bocca e spiccicare
parola. Si guardava attorno, stupita dalle tante meraviglie che circondavano il suo corpo: c'erano
fiori di tutti i colori... Lo scivolo fatto d'acqua... I muri dipinti dagli scoiattoli... Le pietre blu
che portavano a varie scorciatoie... Dai suoi occhi si capiva che amava perlustrare con lo
sguardo le molte sfaccettature che c'erano davanti a lei.
Berri non si fece suggestionare dalle parole degli altri e si avvicinò per primo.
<<Io sono Berri, tanto piacere.>>
<<So chi sei! È alquanto affascinante averti qui. Lo sai?>>
<<C-come fai a sapere il mio nome?>>
<<Diciamo che ti ho visto crescere.>>
Il piccolo criceto non sapeva cosa rispondere e rimase perplesso.
<<Ma perchè noi non ti conosciamo?>>
Chiese Funny prestando attenzione alle parole della sconosciuta e avvicinandosi lentamente.
<<È molto improbabile che sappiate qualcosa di me, insomma, voi venite dalle mie favole...
almeno che io non scelga di incontrarvi nel mio libro, non potete saper nulla sul mio conto,
almeno fino ad adesso...>>
Una volta data la risposta, ci fu un gran silenzio. Nessuno si sarebbe aspettato mai una risposta
del genere.
<<So che può essere illogico ma...>>
Il capo della foresta sbuffò senza lasciar finire di parlare la bambina dai grandi occhi da cerbiatto.
<<È illogico! Preferisco rimanere nel mio -angolo di solitudine- invece di venire a scoprire
certe cose che non hanno alcun senso!>>
<<Tu devi essere Funny... Ti ho descritta così antipatica nel mio libro?>>
<<A quanto pare.>>
E abbandonò la conversazione in men di un secondo, gli altri invece rimasero quasi ammirati
nel veder la piccola parlare di cose di cui loro non ne erano assolutamente a conoscenza, ed
infatti, ecco che tutti le fecero mille domande.
<<Quindi sei stata tu ad inserire serpi e cose strane nel nostro cammino?>>
<<Sì. Vedete... Ogni storia ha un suo pericolo. Nel libro faccio presente di questo pericolo,
perché in fin dei conti è proprio il pericolo che mantiene le persone vicine. Il pericolo serve ad
unire, non a dividere!>>
Con quel gioco di parole, tutti rimasero estasiati... Avvolti da una leggera emozione che
circolava nel loro corpo.
<<Ma anche i compiti che svolgiamo, sono opera tua?>> Chiese Berri.
<<Esattamente. Vi ho soprannominato ''Angeli della salvezza''. Tutto ciò che gli abitanti di
Huden Derth non fanno, voi lo fate... portando alla luce le loro
ansie e sentimenti più nascosti. Non tutti hanno il dono della sensibilità, ma voi lo possedete.>>
<<Io non credo di averne...>> Rispose Andy con sguardo distrutto: come se avesse un grande
peso sullo stomaco.
<<Solo perchè hai avuto quel litigio con Berri vero? Oh no... La sensibilità é un'altra cosa; La
sensibilità è non rimanere immobile quando vedi una persona in difficoltà! E tu... cara mia... ce
l'hai a vista d'occhio!>>
Dopo che Asya aveva rassicurato Andy, passeggiarono tutti insieme in fila indiana, facendo
osservare alla piccola viaggiatrice com'era quel posto in realtà.
Il tempo era passato e il sole iniziava a spuntare... Erano le sette del mattino.
Andy fece fermare il vento, che aveva usato per rendere difficoltoso il percorso della
sconosciuta.<<Un momento... Quindi eri tu che mi bloccavi col vento! Mi stavi facendo venire un gran bel
raffreddore, sai?>>
<<Non era mia intenzione... diciamo che pensavamo tutti che usandolo, avresti cacciato fuori
tutta la verità in poco tempo.>>
Fece mezzo sorriso.
<<Può darsi che io ti perdoni se...>>
<<Se?>>
<<Se mi farai assaggiare una delle tue prelibatezze.>>
<<Beh... i miei dolci non sono questo chissà che...>>
<<Come no? Perfino la Signora Powerard so che ne è rimasta colpita!>>
<<Il merito va agli scoiattoli... È tutto opera loro. Anche se è raro incontrarli da queste parti...
Sono molto riservati!>>
<<C'è modo di conoscerli?>>
<<Un modo c'è.>> Andy ci pensò. <<Porta una foglia con te e chiedigli se possono cambiargli
il colore. Una volta fatto, uno di loro spunterà fuori. Ma dovrai essere tu capace a costruire un
certo tipo di dialogo abbastanza particolare. Trovano attrazione per chi fa discorsi abbastanza
coinvolgenti o addirittura dedica poesie e complimenti alla foresta. Solo così ti prendono in
considerazione!>>
Una volta detti questi consigli e indicata la strada da percorrere, la piccola iniziò a camminare
ricordandosi che prima di arrivare lì, c'erano numerose trappole. Gli scoiattoli non amano che
qualcuno, sopratutto sconosciuto, facesse visita alla loro tana più grande. Alzando gli occhi
vide avvolti dei salami o dei fiori abbastanza nutrienti da lasciare la scia di profumo perfino
da lontano.
<<Oh no! Non mi incantate.>>
Cercava in tutti i modi di convincersi nella propria testa che era solo una trappola per far cadere
gli sciocchi che amavano riempirsi di quelle prelibatezze... anche se ne avrebbe gradito tanto
un pezzetto, non si fece coinvolgere e continuò per la sua strada.
Quel piccolo viaggio, si stava trasformando in pesante e faticoso. La sua schiena sembrava non
reggere più e aveva un bisogno estremo di acqua.
Lì vicino, infatti, c'era una fontana... dall'aspetto, però, metteva quasi paura... Era circondata da
numerose ragnatele che avvolgevano una piccola statua a forma d'angelo e dalle ali usciva
l'acqua. Asya presa dalla continua e irritante voglia di bere, fece un passo in avanti per vedere
dentro alla fontana e... con stupore ci vide il riflesso Berri, si chiese quindi cosa ci facesse lì...
<<Bizzarro, vero?>> Disse lo scoiattolo Wed.
La piccola si girò di scatto e non poté credere a quello che vedeva.
<<Sto veramente avendo un dialogo con uno scoiattolo?>>
<<In carne ed ossa!>>
<<Ma a me mi hanno detto che era estremamente arduo arrivare a voi. Che sarebbe stato un
cammino faticoso e che prima o poi ci avrei rimesso anche la vita.
<<Si dice così. Si dà una presentazione di noi così. Ma in verità: Solo chi sorpassa il pericolo
nonostante le voci, avrà il dono della nostra parola. Tu sei arrivata fin qui... Non appena ho visto
che alla prima trappola non eri cascata, allora mi sono preso la briga di non farti cadere nella
seconda! Le trappole sono fatte apposta per far perdere il controllo. Era evidente che prima o
poi anche tu...>>
<<Beh, no. Come vedi non ho bevuto niente.>> Sorrise Asya.
<<Ti credo sulla parola allora!>>
<<Quindi voi... non siete così malefici tutto sommato, vero? >>
<<Dipende dall'interlocutore che abbiamo di fronte a noi. Se in questo caso è una piccola
bambina, dai capelli neri e dal volto angelico, perché mai dovremmo dare segni di guerra?>>
Asya arrossii ai complimenti ricevuti facendo un inchino e porgendo a lui uno strano fiore che
teneva sempre in tasca. Lo usava solo nei momenti di grande bisogno.
<<Ma io so che cos'è... Qui nella foresta non se ne trovano più oramai.>> Disse Wed spalancandogli occhi e cercando di annusare il piccolo fiore. <<Una volta che Funny cacciò via i genitori
di Andy, da allora ogni piccolo fiore moriva o non rinasceva più. Solo in pochi son
rimasti... ahimé... Ma tu perché vuoi regalarmelo?>>
<<Perchè questi sono i fiori dell'aiuto. Ti rimetteranno al meglio nel caso di ferite
improvvise... Non potranno guarirti completamente ma l'odore del sangue non lo sentirai
neanche più. Il che non è poi così di poco conto.>>
<<Lo avevo detto che eri un angelo.>>
<<Mi raccomando... Vanno usati con cura. Se vedi qualcuno in difficoltà, portagli questo. Più
aiuti si danno, più è grande il bene che c'è dentro ognuno di noi.>>
<<-Ogni aiuto che si fa... Non verrà mai messo da parte- questa è la frase che usiamo nella
Foresta per darci il buongiorno. Fare del bene, è sacro. Non esistono prese in giro né
cattiverie... Non si accetta assolutamente niente che possa ferire l'altro.>>
<<O se ci sono, alla fine si ha sempre la consapevolezza di ritornare nei passi del bene...>>
Affermò Asya con tono tranquillo mentre continuava la conversazione con lui camminando in
quella viuzza stretta e isolata nel buio. Intanto gli altri si chiesero che fine avesse fatto la piccola
viaggiatrice misteriosa. Sarà che forse si stavano abituando alla dolcezza inconfondibile della
sua voce? Era chiaro che sapevano di certo che quei due occhi grandi occhi sommersi di paura
celavano solo una profonda voglia d'esser lontani da quelle malignità che aleggiavano nella città di
Huden Derth. Wed, lo scoiattolo, le fece visitare il territorio mostrandole le pitture che avevano
fatto usando le loro code... Pitture che ritraevano sguardi di neonati tra le braccia delle loro mamme.
<<E quelle? Cosa sono?>>
<<Un modo per far diminuire la rabbia del momento a tutti coloro che hanno dovuto affrontare le
nostre trappole per arrivare a noi!>>
<<Beh, direi che... l'idea ha funzionato.>> Asya osservò attentamente, rapita da quei colori
piacevoli e dalle numerose sfumature. <<È un'idea dolcissima, sai? Chi può
prevedere di ritrovarsi questo capolavoro davanti?>>
<<C'è chi non si fa incantare dalla dolcezza, cara mia! ma qui nella Foresta prestiamo molta
attenzione a coloro che facciamo entrare. E di una cosa puoi star certa: non troverai mai persone
cariche di odio.>> Rispose. <<Comunque in genere, noi cambiamo le immagini dopo.>>
<<E cosa presentate?>>
<<Varie cose... Mescoliamo un po' di tutto dando sempre un tocco di originalità e prendendo
spunto dal nostro essere più profondo.>>
<<Vorrei imparare anch'io!>>
<<Ciò che possono fare delle code... non possono fare gli umani!>> Gli fece l'occhiolino facendo
poi caso all'orario. <<Devo lasciarti! È stato un immenso piacere averti sconosciuta!>>
<<Aspetta! Non so neanche il tuo nome!>>
<<Non farne un problema di questo, se sarai presente ci rivedremo allo stesso sentiero ogni volta
che vorrai farmi visita!>>
E scappò via lasciando la piccola nell'incertezza se proseguire o ritornare sui propri passi. Ma
chi l'aveva seguita, di certo ne sapeva una più degli altri!
<<Eccoti finalmente!>>
<<Berri?>> Chiese Asya sollevata che lui era lì a farle compagnia.
<<Ho dovuto tenermi a distanza da centinaia di trappole per trovarti! Su vieni, ti stanno tutti
aspettando!>>
In quei pochi secondi ritornarono dagli altri presi da un leggero sonno temporaneo.
<<Mi chiedo: Come hanno fatto a costruire una strada così lunga?! Non chiedetemi più di
andare a riprenderla! Solo a me i compiti più difficili...>> Sbuffò Berri infuriato parlando di
Asya. Ad ogni arrabbiatura, ogni pelo del suo corpo cascava via.
<<Attento che altrimenti rimani senza!>> Rise Andy riferendosi ai peli che uno ad uno
cadevano quando il piccolo criceto si alterava.
<<Non riesco neanche a digerire il fatto che me ne caschino così tanti solo perché perdo un po'
della mia pazienza!>><<Ormai la giovinezza non fa più parte di te. Se conosci le strade della foresta meglio di noi
vorrà dire che...>>
<<Sì, che sono anziano... Lo so!>>
E intanto che continuava a perdere peli, la piccola viaggiatrice si fece avanti in quella
discussione che finì pochi minuti dopo.
<<Credo che poi non ci sarà più bisogno che mi accompagni... Berri...>> Accennò Asya con
voce quasi rattristata.
<<Ma come? Non prenderci seriamente: scherzavamo lo sai...>> Rispose Andy.
<<Vedete... Non appartengo a questa foresta.>>
<<Certo che ne fai parte!>> Ribatté Berri.
<<Sbaglio o ci stai svelando una delle tue nuove rivelazioni?>> Domandò Funny facendosi
avanti e spuntando fuori dal gruppo.
<<Esattamente Funny... Insomma, non ve l'ho detto questo ma: Il libro parla chiaro. Tre di voi
dovranno unirsi a me facendo della loro dolcezza, un punto forte da mostrare al mondo. Mi
spiego meglio... Dovremmo spargerci per la città di Huden Derth andando in quattro case
diverse con problemi famigliari alquanto alti e faticosi da superare. E con la nostra sensibilità
aiutare dei bambini che sono in conflitto con i genitori.>>
<<E come si fa ad entrare nelle loro case? Io poi... Non mi sono mai trasformato in umano! Che
aspetto avrò?>> Chiese Berri.
<<Ah quindi già ti sei prenotato per andare lì con lei?>> Chiese Funny ridendo.
<<Che criceto coraggioso!>> Sorrise Andy.
<<Avrai un aspetto di un bambino, così sarà più facile entrare nella casa e far amicizia con
l'altra persona senza dare troppo nell'occhio. Essendo bambini, ogni scusa è buona per entrare:
puoi dire che ti è andata a finire la palla lì o ti presenti dicendo che sei il nuovo vicino di
casa... Cose di questo genere, capito? I bambini non hanno pensieri cattivi che potrebbero far
insospettire gli adulti! Dunque... Anche se non sono state interpellate, si facciano avanti con
Berri le persone che hanno parlato fino ad adesso.>>
Andy e Funny si sentirono chiamate in causa... All'inizio erano incredule nell'accettare, ma
dopodiché presero coraggio e avanzarono lungo la strada che portava alla grande città.
<<Ricordate: Ogni famiglia aiutata è un sorriso in più da dove partire per ricominciare a vivere.
Se il bambino o la bambina mostrerà stima per le vostre doti caratteriali o vi chiederà di restare,
vorrà dire che avrete raggiunto il vostro obiettivo e che potrete andar via perché i problemi si
saranno risolti! Se siamo fortunati, si può far felice anche una sola famiglia. Ma se questo non
basterà, dovremmo continuare attendendo la voce degli Uccelli Del Paradiso che ci
indicheranno che il lavoro è concluso.>>
Poi, si rivolse direttamente a Berri e disse:
<<Riguardo alla tua domanda... non ci sarà bisogno di far assolutamente nulla per apparire
umano. Appena sarete in città, già avrete un'immagine ed un aspetto diverso di voi.>>
Rassicurò il piccolo criceto dicendogli che una volta passato il ponte, sarebbero entrati nel
secondo mondo. La prima persona a cui toccò iniziare fu Funny.
Gli capitò davanti una vecchia casa, con delle mura resistenti e dei colori chiari. Assomigliava
ad una - casa dei cartoni -.
C'era anche un enorme giardino attorno alla piccola casa, dove giocava con la mamma un
tenero ragazzo dell'età di quattordici anni. Il padre invece, era in disparte seduto su una sedia a
leggere un giornale. Il quadro era chiaro. Il capo della Foresta sapeva dove intervenire. Doveva
ricordarsi però, di avere sedici anni e dunque di fare discorsi da sedicenne.
<<Tanto io che esisto a fare.>>
Si lamentava il padre posando il giornale sul tavolo e rientrando in casa abbastanza irritato e
giù di morale. La moglie diede giusto un'occhiata senza neanche farci troppo caso. Forse a
quelle scene c'era abituata e non era la prima volta ad assistere... Problema ancora più grande il
non far niente per sistemare la cosa.
Il bambino, poco dopo, si girò dalla parte di Funny e senza farsi notare si avvicinò all'orecchiodella madre.
<<Ma che ci fa quella ragazza lì?>>
<<Non lo so... Si sarà persa qualcosa. Forza, rientriamo a casa!>>
Disse la madre rientrando e osservando per l'ultima volta il viso della sconosciuta. Funny
invece, dopo aver atteso che rientrassero, ritornò nella grande Foresta incontrandosi con Berri,
Andy e Asya.
<<Allora? Com'è andato questo primo giorno d'osservazione?>> Chiesero tutti insieme presi
dalla curiosità della risposta.
<<Abbastanza bene. Ho avuto la fortuna di avere un'ampia immagine della famiglia che sono,
esattamente il giorno che sono arrivata lì.>>
<<E che cosa hai notato?>> Domandò Asya.
<<Molta distanza da parte del padre. Il bimbo e la mamma giocavano tranquillamente tra loro
senza però far condividere il senso di compagnia anche al papà. Non posso dirvi tutto con
certezza, ma da come ho visto, c'è poca considerazione rivolta a lui... che invece dovrebbe
essere un simbolo essenziale e non da buttar via o tenere in disparte!>>
<<Quello che dici è tremendamente vero. Conosco famiglie che sarebbero opere d'arte per
quanta bontà hanno che li accomuna... Ma il più delle volte ci sono casi come questo di oggi o
addirittura peggiori che non s'accorgono che una carezza o anche solo chiamare il nome di
quella persona, può rendere un padreil più felice del mondo. Può farlo essere parte integrante
di una famiglia. Ma questo a volte non si percepisce per chi ci è dentro... ma per chi guarda da
fuori è lampante...>>
<<Infatti presumo che la moglie non se ne sia accorta. Aveva lo sguardo come di chi sta per
mollare.>>
<<Appunto per questo entri tu in azione, Funny! Gli uccelli del paradiso ci hanno mandato in
missione dandoci apposta famiglie che stanno per perdere il controllo o che non hanno più
neanche una minima speranza addosso.>>
<<Noi quindi... siamo come una -salvezza- per loro?>> Chiese Berri aggiungendosi alla
conversazione.
<<Esattamente!>>
Rispose Asya annuendo e... guardando l'orologio, le venne in mente una cosa che gli era
sfuggita da dire.
<<Naturalmente, c'è un orario di rientro da rispettare. Dato che non sei né parente e né un amico,
potresti dare nell'occhio restando lì troppo a lungo. Il tempo stabilito è massimo di pomeriggio.
Verso la sera ti conviene rientrare, anche perché dopo ti faresti notare troppo!.>>
<<Ma non avevi detto che di una bambina mai si insospettirebbero?>>
<<Se capiti sempre lì davanti al cancello allora presumo che non pensino più che ti sia sbagliata
strada, ma che lo fai addirittura apposta... E quindi non è una bella idea... Sempre meglio
rimanere a distanza! C'è di mezzo un bambino, massima cautela!>>
<<Va bene. Ormai nel mondo c'è da pensar male perfino di una creatura!>>
Rispose Funny in tono ironico. <<Ho la sensazione che riuscirò... ma che sarà mostruosamente
difficile convincere una famiglia a riunirsi.>>
<<Riuscirai! Il bene ha la priorità assoluta!>>
Una volta passata la notte e fatte quelle annotazioni, la mattina dopo Funny era vicino al
cancello della famiglia Tulin. La padrona di casa stava uscendo in quel momento ma Funny
fortunatamente riuscì a girarsi in tempo facendo intravedere solo i capelli. La signora, però, la
riconobbe comunque... Ma non ci fece molto caso... anzi, si incamminò dall'altra parte della
strada per andare a lavoro. In casa c'era invece solo il piccolo David che, dal riflesso della
vetrina in salone, vide qualcuno dalle parti del cancello. Non riuscì a riconoscere il volto, non
ricordava di averla già vista il giorno prima.
Funny invece, osservava la finestra del salone aperta con il bambino dentro che guardava la
televisione... Pensava ad un modo per attaccare bottone con il piccolo. Le scelte erano molto
vaste: Poteva chiedergli di giocare con lui, di accompagnarla in un posto o addirittura didomandargli l'ora. Funny decise, scelse l'ultima opzione... cioè la più adatta in quel caso.
Più passava il tempo, più si tirava indietro.
In quella mezz'ora che era passata, il piccolo David prese il telefono che era nella sua stanza e
chiamò rapidamente la madre senza lasciar intravedere nessuno stato di paura.
<<Pronto mamma?>>
<<Sì?>>
<<C'è di nuovo la bambina di ieri affacciata verso la strada del cancello. Fissa la nostra casa.
All'inizio non l'avevo riconosciuta, ma ora ho la certezza che sia lei... Che faccio?>>
<<Ha un vestito blu fatto di pizzo?>>
<<Sì>>
<<Allora era lei che avevo visto...>>
<<Ma perché me lo chiedi?>>
<<Perché appena uscita di casa per andare a lavoro, l'ho incrociata. Era voltata di spalle,
quindi non mi sembrava lei.>>
<<Ah...>>
<<Comunque avvicinati. Forse è intimidita dalla situazione e non riesce a farlo lei. Dovrà
chiederti qualcosa... Non so>>
<<Non ne ho idea! Va bene, a dopo.>>
David riattaccò, andò a riposare il telefono e a prendere le chiavi. Uscì di casa con camminata
decisa, osservava la bambina da dietro il cancello.
<<Ha un qualcosa di sospetto>> Pensava.
<<E adesso che gli dico?>> Pensò Funny, <<Che vorrà chiedermi?>> Si agitava sempre di più e si
toccava istintivamente il braccio ripetute volte.
<<Ti sei persa qualcosa?>>
Una domanda ruppe quel silenzio interminabile. Attese pochi secondi per rispondere, poi si
fece avanti cambiando il tono della voce e facendolo sembrare più sicuro.
<<Oh no... è che volevo sapere se potevano interessarti dei dolci che avevo preparato. Sai... li
ho portati a tutto il vicinato ed ero curiosa di sentire un tuo parere.>>
<<Beh, i miei veramente mi hanno sempre detto che non devo accettare cose dagli sconosciuti.
Specialmente se si tratta di bibite.>>
<<I tuoi genitori devono tenerci molto a te... I miei non si fanno tutti questi problemi! Perchè
credono che ogni essere umano abbia almeno un velo di bontà... e non si capacitano che alcune
persone arriverebbero a fare così tanto male.>>
<<Dovrebbero invece. Gira tanta gentaglia qui in zona!>>
<<Il pericolo è ovunque... questo lo so... Ma diciamo che io sono più una che se l'è cavata da
sola.>>
<<Non credere che per me sia stato il contrario. Con un padre assente e una madre troppo
presente, alla fine, mi sono chiuso nel mio mondo.>>
<<Non sembrerebbe...>>
<<Mh?>>
<<Voglio dire... Ieri vi ho visti lì e...>>
<<Sì ho visto. Ma da quanto ci osservi? Giusto per sapere.>>
<<Da ieri>> Rise Funny.
<<Grandioso! Scusa, ho interrotto il tuo discorso... Dicevi?>>
<<Ho visto il legame di sguardi tra te e tua mamma. Il modo d'osservarvi... l'opposto da quello
con tuo padre. E allora ho percepito che c'era rapporto più con tua madre... Tutto qui. Ma non
sono affari miei...>>
<<Ti sei risposta da sola.>> Dopo che vide la ragazza in silenzio, riprese a parlare... <<Scusa,
non volevo dar l'impressione di sembrare acido. Ma ci sono cose che mi feriscono e che preferisco
non farne centro dei miei argomenti. Capisci?>>
<<Ogni scusa, se sincera, sarà accettata. Quali cose ti feriscono?>> Chiese Funny rivolta
all'ultima frase del ragazzo.<<Tipo che entrando in un negozio di alimentari per far spesa, una signora che incrociamo
ogni pomeriggio io e mia madre, mi dice : -Dev'essere dura non avere il papà.- Sono cose
che se dette, pesano. Per me sopratutto che ho quest'età e prendono mio padre come l'uomo
invisibile o che addirittura non c'è più e pensano che sia morto.>>
<<È sconcertante.>> Disse Funny pensando alla frase. <<Sono rimasta un attimo allibita da
quello che hai appena detto...>> Abbassò lo sguardo quasi pentita per avergli chiesto quella
domanda.
<<Già... Sapessi io che mi vivo il problema dentro e fuori casa. Mi turba il fatto che i miei
rientrino da lavoro e salutano solo me e non si guardano tra di loro per tutto il resto della
giornata.>>
<<Tra loro manca il dialogo?>>
<<Manca una serie di cose: L'affetto, la voglia di raccontarsi le cose, le telefonate appena
entrati a casa. Comunque... parlandone con te non è poi così male. Mi aiuti ad esprimere le mie
emozioni, e non mi sento più solo e demoralizzato. Non sei così tanto strana come pensavo...>>
Sorrise.
<<Strana? Perché che pensavi di me?>> Rise Funny.
Il ragazzo uscì finalmente dal cancello coinvolto da quella conversazione che era iniziata bene
da subito... Prese a camminare con lei.
<<Mi avevi dato l'idea di una persona che teneva a distanza gli occhi indiscreti dei passanti,
una tipa un po' lunatica ma attenta ad ogni dettaglio che le si presentasse davanti. Avevo poi la
paura che te ne saresti andata una volta che ti avessi posto una domanda!>>
<<Addirittura mi trovavi così fifona?>>
<<Un po'. Ma la causa di questo pensiero è sopratutto dovuta al fatto che non ti conoscevo
personalmente. Non si dovrebbero dar giudizi iniziali se prima non si conosce qualcuno. Ma
a volte noi esseri umani siamo poco sensibili, ci creiamo un'idea a parte senza prima valutare o
avere una certezza di ciò che diciamo... Comunque il mio nome è David.>> Strinse la mano della
ragazza.
<<Funny>> Rispose con un sorriso. <<Gran parte del tuo discorso è fenomenale e veritiero.
Sei obiettivo. Ci ostacola il fatto di essere -emotivi- proprio questa cosa... Diciamo che siamo
strani entrambi che ce ne usciamo con le presentazioni dopo una chiacchierata di un'ora!>>
Risero entrambi andando verso un piccolo bar che era a poca distanza da casa di David.
<<Sì in effetti... Se ognuno di noi unisse quel poco di bontà che ha e lo trasferisse nell'anima di
un'altra persona (che non ha mai conosciuto il bene) diventerebbe il paradiso.>> Disse il
ragazzo sedendosi su uno dei tavolini del bar. <<Ma per ora possiamo solo sognare ad occhi
aperti e sperare che un qualcuno spunti fuori e prenda in mano la situazione. Comunque... Hai
già fatto colazione guerriera?>>
<<Distribuivo dolci e non ho avuto occasione. Hai detto bene! Ma il cambiamento avviene nel
tempo...>>
<<Non avviene proprio.>> Aggiunse il ragazzo alla frase di Funny. <<Dai prendiamoci un
cornetto.>>
Appena la cameriera venne verso il loro tavolo, i due ordinarono cornetti alla nutella con due
cappuccini.
<<Se tutti prendessero esempio da noi, cosa pensi succederebbe?>> Chiedeva Funny
attendendo la risposta del ragazzo.
<<Probabilmente si amerebbero tutti. Valli a trovare, ora... C'è gente che non si accorge di
nulla, non chiede agli altri nessun interessamento su di loro. Preferiscono parlare della propria vita.
Il mondo va a rotoli, decisamente.>>
<<Concordo in pieno, David.>>
<<Pensa che, una volta, ero in giro... Intorno a me avevo massimo tredici persone: era una
mattina di sole, ero caduto dalla bicicletta... avevo nove anni circa, ma ti giuro che nel momento
che ero cascato, non c'era una sola anima ad aiutarmi e a preoccuparsi di me... eppure non ero da
solo... Era come se in quel momento non fossi mai esistito, ero diventato invisibile. A nessuno gli passava per la testa che c'era un bambino per terra che attendeva solo di essere
guardato. Ero rimasto imbambolato... Mi sentivo assente e fuori dal
mondo. Mi facevo delle domande da solo e attendevo che qualcuno mi venisse a dar una
mano... ma poi ci rinunciai. Perché più aspettavo e più rimanevo in quel punto lì.>>
<<E che sentivi?>>
<<Una solitudine tremenda ed inimmaginabile, che ti logora e ti fa sentire come una scatola
vuota che nessuno vuole riempire mai.>>
I due si guardarono e in quel momento di sguardi è come se si facessero compagnia senza
neanche dire neanche più una sola parola. Nel frattempo, i cornetti e i cappuccini arrivarono a
destinazione. Iniziarono a mangiare sfruttando quel momento di dolcezza che era appena nato.
<<Conosco la sensazione. Che te ne fai delle persone se poi non ti lanciano neanche un
attenzione? Che te ne fai di quegli occhi che non ti considerano e riempiono d'amore solo chi
gli pare a loro?>>
<<Mi faccio la stessa domanda proprio da quel giorno in cui capii che le attenzioni, al giorno
d'oggi, sono veramente una cosa rara. Il giorno in cui ho visto il mondo per
com'era: Per la sua finta immancabile dolcezza.>>
Rispose David con tono sarcastico bevendo poi il cappuccino.
<<Le nostre teorie sono molto simili!>> Affermò la ragazza. <<Comunque questo bar non è
male.>>
<<Già... Poi affermo che non hanno -manie di protagonismo->>
<<Manie di protagonismo? Che vuoi dire?>> Rise.
<<Alcune cameriere o camerieri vogliono farsi notare girando per il ristorante/bar... facendo
una specie di sfilata che io trovo di pessimo gusto.>>
<<Sfilata?>>
<<Chiamasi così, visto che si fanno un giro turistico per vedere quale occhio stia fissando la
scollatura del loro nuovo vestito appena comprato.>>
<<Agghiacciante! Non ti facevo così terribile. Ma stravedo per i tipi loschi!>>
<<Devo aggiungerti anche a te nella categoria del -farsi vedere-?>> Rise David.
<<Va bene capo, ritorno al mio posto allora!>>
C'era un'affinità diversa tra di loro, come se si coinvolgessero ancora di più nel parlare ogni
volta che uno dei loro discorsi stava per inziare.
<<Ora andiamo d'accordo! Domanda... Tu dove abiti?>>
<<Lontano da qui.>>
<<Di preciso?>>
<<Che importanza ha? Non devi mica farmi le poste!>>
Accennò Funny cercando di portare a termine questo discorso. Si trovava in difficoltà ma non
sapeva che altro aggiungere. Fortunatamente arrivò una chiamata da parte della madre di David
che diceva di ritornare a casa. Con tono scocciato, si rivolse alla ragazza.
<<Scusa... Ma devo andare.>>
<<Tua madre?>>
<<Sì!>>
<<Va bene, grazie della compagnia. A presto!>>
Sorrise Funny salutandolo e vedendo il ragazzo allontanarsi dal bar. Lei invece ritornò nella Foresta
con un sacco di novità da raccontare. Asya attese il suo ritorno ansiosamente, ma quando la vide
arrivare fu come una calamita in preda al panico.
<<Allora?>>
<<Oggi è andata meglio. Siamo stati anche ad un bar lì vicino. Abbiamo affrontato dei discorsi
parecchio pesanti... Discorsi che avevo intenzione di sentire e che ho ricevuto da lui senza
alcuna obbligazione da parte mia.>>
<<Che tipo di discorsi?>>
<<Molti ricadevano sulla solitudine. Essendo molto piccolo, parla come qualcuno di un'età più
avanzata. Che ha già una vasta idea del mondo di come si presenta. Ha perso parecchia dellasua speranza, parecchi dei suoi sogni... E penso si è anche abituato ad affrontare i numerosi
pericoli da solo.>>
<<La sua età la sai?>> Chiese Asya. <<Iniziare già da soli un percorso non avendo l'età matura
è stressante e veramente faticoso.>>
<<No, non abbiamo avuto il momento di parlarne. Date le sue capacità descrittive di porsi
suppongo ne abbia minimo diciotto. Ma vedendolo invece esteriormente si vede che ne ha molti
meno. Devo avere comunque altro tempo per conoscerlo.>>
<<Hai avuto possibilità di vedere la famiglia?>>
<<Ancora no, ma credo manchi poco. Se il rapporto che ho creato con questo bambino diventi
un'amicizia che vale, allora potrei anche salire a casa loro e scambiare una parola con i suoi.
Ma se questo non dovesse essere possibile...>>
<<Dovresti continuare a essergli amica e sperare che lui abbia in te una fiducia che si adegui
poi a come sei tu.>> Aggiunse Asya.
<<Certo! Non c'è un limite massimo di tempo per trasformare le cose nella famiglia, giusto?>>
<<No. Hai tutte le ore necessarie per far cambiare i loro stati d'animo e farli diventare più
felici.>>
<<Ma se non dovesse bastare? Se non dovessi riuscire nell'impresa e dovessi fallire?>>
<<Riuscirai, vedrai.>>
<<E come mai ne sei così sicura di questo?>>
<<Chi ha addosso la sensibilità è alquanto improbabile che non riesca. Ora non farne una
questione di stato. Comunque ho dimenticato di dirti che ho sentito alcune lamentele da parte
di Ellie, la fata delle rocce.>>
<<Ci mancava solo questa! Sai dove era diretta?>>
<<Prova vicino alla Fontana Dell'Amore.>>
<<Un momento...>> Funny ebbe un colpo di genio. <<E se facessi vedere proprio quella ai
genitori di David?>>
<<Troppo rischioso. La Fontana Dell'Amore non va fatta vedere a chiunque. Che ne sappiamo
se loro, una volta vista, non andranno poi a parlarne in città? Il nostro posto deve rimanere
lontano dagli occhi di chi non ha diversità come le nostre. Dobbiamo far attenzione su chi
confidarci. La fontana ha il potere di far vedere nell'acqua il riflesso di tutti i sentimenti più
nascosti... Sarebbe troppo semplice poi. Meglio dunque, con le parole. Sarai in gamba,
vedrai!>>
Asya diede a Funny il coraggio che le mancava. In quella chiacchierata che era appena
conclusa, il Capo Della Foresta raggiunse la Fata della Rocce.
<<Finalmente!>>
<<Lo so... Scusami se ti ho fatto attendere Ellie, ma stavo parlando con Asya di un fatto
importante.>>
<<Fatto importante? Del tipo?>>
<<Tu oltre che piena di polvere, sei anche molto curiosa vedo.>>
<<Hai detto bene! Mi lamentavo appunto per questo: c'è polvere ovunque sulle mie rocce, non
si vuole sedere più nessuno e non c'è una sola creatura che mi dia una mano! Ne ho abbastanza
di questa storia...>>
<<Lascia fare a me.>> Facendo fuoriuscire tutte le farfalle dal suo corpo, Funny diede loro
l'ordine di pulire la polvere che si era accumulata. <<Comunque sto cercando di aiutare una
famiglia, ma non è un caso semplice. Non è che i sentimenti si possono comandare... Non puoi
nemmeno prevedere che questa famiglia lo voglia veramente il cambiamento.>>
<<Ma se gli Uccelli Del Paradiso ti hanno chiesto di aiutare proprio loro, evidentemente
sapranno quello che fanno. Non penso che ti diano famiglie a caso e ti facciano perdere tempo
inutilmente. Sai quanto me quanta serietà ci mettono nel sviluppare le cose. Si saranno accertati
già in che famiglia andavi in contro...>>
<<Ad ogni famiglia corrisponde il carattere di uno di noi quattro, mi hanno detto. Quindi vale
a dire che se io mi occupo di loro, significa che ho un atteggiamento che potrebbe spronarli afare meglio?>>
<<Esattamente Funny. Hai colpito in pieno! Le famiglie non vanno mai affidate a chi ha un
carattere con la quale gli Uccelli del Paradiso sanno che non avrà mai successo. Anche perché
sarebbe solo uno spreco. Ipotizziamo che il bambino sia d'animo pesante e accattivante... Tu
manderesti in suo aiuto una persona che non ha la minima pazienza di sciogliere quella
pesantezza?>>
<<Beh... direi di no. Manderei invece una persona che ha le giuste doti e qualità per cavarsela e per
non perdere la testa tra la folla.>>
<<Combattere con gli umani non è mai stato un mestiere semplice.>> Aggiunse Ellie.
<<Perlomeno per me e te che abbiamo assaggiato il gusto dell'orrore e che siamo sulla stessa
barca.>>
<<Sì. Gli altri non hanno conosciuto bene la realtà della città. Non quanto noi... Questo è
chiaro. Ma la domanda è: Da dove cominciare?>>
<<Ti consiglio di iniziare dalle insicurezze. Cerca di scovare le loro paure più grandi, che
tendono a non mostrare. Il difficile è proprio nel tirare fuori quello che loro vogliono che
rimanga nascosto. Il voler scoprire un'anima non è mai un gioco da ragazzi. E il più delle volte
ti becchi solo sgridate per non esserti fatto gli affari tuoi.>>
<<È proprio questo che mi fa rimanere distante.>>
<<La testa ti implica a non fare certe scelte. Ti mette avanti motivi, scuse. Sta a te poi
liberartene.>>
<<Non puoi darmi una mano?>>
<<Lo sai meglio di me che non posso mettermi in mezzo, Funny. Ormai hai iniziato da sola e
dovrai essere proprio tu a proseguire trovando una soluzione che non faccia star male
nessuno. Vedrai che ne sarai capace. Quante volte ci ritroviamo a finire dei percorsi senza fine
da soli?>>
<<Sempre.>>
<<E quante volte ci siamo ritrovati poi a vederli realizzati?>>
<<Ogni attimo. Ma questo non significa nulla... Ci sono anche dei percorsi con mete faticose
che rendono insopportabile e seccante il cammino.>>
<<Ma viene proprio lì il bello. Non è una vittoria per te di aver avuto la prontezza di superare
simili problemi? È un vantaggio, no?>>
<<Sì lo è. Forse mi sono lasciata troppo avvolgere dall'ombra della paura che non ho fatto caso
al minuscolo strato di luce che si intravedeva nella mia anima.>>
<<A volte non lo vediamo quel minuscolo strato di luce... Eppure è lì accanto a noi. Non ha
nessuna forma né si può riconoscere o ritrovare... ma se tenti di osservarlo, ti regala tutta
l'energia necessaria per superare quei percorsi turbolenti di cui hai paura.>>
Mentre quella conversazione continuava sembrando rassicurare l'animo di Funny, il piccolo
criceto si radunava con gli altri scoiattoli per vedere quello che stava succedendo lì nella
Foresta. Una scena quasi inaspettata: Un bambino che, in punta di piedi e allungando il braccio,
raccoglieva una mela sul ramo di un albero. Quel bambino non era mai stato visto lì, gli occhi
di Berri erano increduli e quasi meravigliati a quella immagine.
<<Dovremmo chiamare qualcuno per parlarne... Voi restate qui, io arrivo fra un attimo!>>
Disse il Predatore di Stelle ai scoiattoli che lo guardavano. Intanto ritornò dopo mezz'ora
trascinando Andy per farle vedere cosa stava accadendo, ma il bambino non c'era più davanti
a loro.
<<Scusate ma non vi avevo detto di tenerlo d'occhio?>> Chiese Berri agli altri.
<<Lo abbiamo fatto! È entrato dentro al -Pozzo Della Fantasia->>
<<Per la barba di Merlino... Potevate fermarlo!>>
<<Sei tu che ci hai detto di stare fermi!>>
<<Non preoccuparti, lì è al sicuro. >> Rispose Andy. <<Dentro è tutto illuminato dalle tue stelle
e le mura sono ricoperte di panna. Come minimo si farà una mangiata! Forza, andiamo!>>
Tutti insieme entrarono nel grande pozzo, il bambino con un colpo di tosse li fece spaventareuno ad uno.
<<Perdonatemi! Non volevo spaventarvi!>>
Berri rimase scosso senza fare un fiato, mentre Andy prese coraggio e rispose alla sua frase.
<<Tranquillo... Noi veramente non ci aspettavamo di trovare un bambino qui.>>
<<In verità mi sono perso. Anzi, volevo perdermi. Non ci crederete, ma la cosa strana è che lì
in città vedevo una farfalla fare sempre lo stesso giro della piazza, per poi andare in una
direzione a me nuova... Quindi ho pensato un giorno di seguirla... Ed eccomi qui.>>
Il piccolo criceto e gli scoiattoli guardarono Andy come per far notare che la colpa era la sua
che si era fatta seguire.
<<Perché guardate tutti lei?>>
<<Quando mi guardano così, i signorini hanno una leggera fame e sperano che io gli dia
qualcosa!>>
Rispose imbruttendoli e cercando di evitare il discorso.
<<Ora si capisce tutto!>> Sorrise. <<Pareti fatte di panna?>> Chiese il piccolo infilando il dito
su quelle mura.
<<Non toccarle, giovanotto! Ci servono anche per noi! Poi per riprodurle ci vorrà un sacco...>>
Disse Berri.
<<Non ti ci facevo così egoista!>> Rispose Andy. <<Tieni, prendine un po'. Il tuo nome?>>
<<Dean. Ho tredici anni e sono fuggito di casa.>>
<<Come fuggito? I tuoi genitori saranno in pensiero adesso...>>
Il piccolo prese la panna e iniziò a mangiarla con gran passione.
<<Non lo so... Penseranno ancora che sono con la bici credo, data l'ora. Ma non ha
importanza...>>
<<Ha importanza, invece. Io avviso gli altri...>>
<<No! Aspetta, per favore. Posso rimanere qui solo per altri due giorni? Non mi va di
ritornare.>>
<<Posso farti rimanere solo se mi spieghi il motivo preciso di questa fuga.>>
<<Poi te ne parlerò. Adesso non voglio.>>
<<Testardo il ragazzo.>> Affermò Berri. <<Perdindirindina, hai tutte le scarpe sporche di
fango! Che diamine ti è successo?>>
<<Prima di arrivare da voi ho avuto uno spiacevole incontro con degli scoiattoli. Ho imboccato
ad una strada, ma evidentemente era quella sbagliata visto che poi c'erano una serie di trappole
che non sono riuscivo ad evitare!>>
<<Sì, purtroppo quella è una strada che usiamo per chi si impiccia degli affari altrui! Niente
contro di te. Sappilo.>>
Rispose Andy con una buffa risata incrociando lo sguardo di uno dei cinque scoiattoli
intimidirsi.
<<Ci conviene andare.>>
<<Perché?>> Chiese Dean.
<<Il pozzo non è un posto dove fare affidamento... Vedi questa panna? Ad una certa ora cadrà
dalle pareti perché se ne dovrà creare dell'altra nuova più resistente... Infine, si chiuderà il pozzo
per una decina di giorni. Per cui, se non vuoi rimanerci dentro e far imbestialire i tuoi genitori,
ti consiglio di uscire con noi! A te la scelta mio valoroso amico.>>
<<Penso proprio che prenderò la scelta più intelligente. Vengo con voi!>>
Uscirono finalmente da quel luogo che stava per crollare. Funny ritornò dalla sua chiacchierata
e non poté non intravedere il ragazzo che era con il gruppo.
<<Qualcuno mi deve dare una spiegazione plausibile, ora!>>
<<Vieni...>> Disse Andy avvicinandosi a Funny. <<Lo abbiamo conosciuto oggi. Si chiama
Dean ed ha tredici anni.>>
<<Ma com'è venuto a sapere di noi? Perché è qui da solo? Spiegatemi...>>
<<In realtà mi ha seguita.>>
<<Che intendi per -seguita-?>><<Quando finivo il mio lavoro ad Huden Dearth e quindi mi ritrasformavo in una farfalla, lui
era presente.>>
<<E come mai in tutto questo tempo tu non ti sei accorta che questo ragazzo era lì ad osservare
le tue mosse?>>
<<Non lo so! Veramente Funny... Non ne ho la minima idea! Eppure penso di essere stata
abbastanza attenta a non essermi fatta scoprire quando veniva il momento della trasformazione
per ritornare qui nella Foresta...>>
<<Evidentemente non lo sei stata. Non penso che ti fissava da un cannocchiale!>>
<<Sì signora!>> Rispose Dean ascoltando la viva discussione che c'era tra le due e con mezzo
sorriso facendosi ancora più dietro al corpo di Berri.
<<Vedi? Cosa ne potevo sapere?>>
<<Si dia il caso che gli Uccelli Del Paradiso dovevano setacciare tutto il territorio prima di
mandarti libera nella Foresta... E a quanto pare non l'hanno fatto!>>
<<Funny... non possono avere mille occhi aperti.>>
<<È loro compito averli! Quindi non si accettano scuse che spieghino l'inconveniente!>>
<<Oltre questo... Adesso cosa facciamo?>>
<<Questa domanda devo rivolgerla io a te semmai. Che avevi intenzione di fare con gli altri
che vi vedevo tutti abbastanza tranquilli e rilassati?>>
<<Beh... abbiamo deciso di tenerlo con noi. Almeno per qualche giorno.>>
<<Sei fuori di testa per caso? Come si può tenere un bambino umano arrivato dall'altra parte
della città di cui non sappiamo praticamente niente?>>
<<Scusa ma non è successa la stessa cosa per Asya? Eppure non hai mosso un capello quando
doveva rimaner qui. Perchè per lui non può esser lo stesso?>>
<<Asya non è la stessa cosa. Lei è la padrona di un libro che svela la nostra realtà. È un caso
totalmente diverso... Se ricordi, ai primi inizi, non ero neanche d'accordo sul fatto di farla
entrare nella Foresta... Perché non credevo ad una sola parola di quello che raccontava. Ma poi
alla fine mi sono ricreduta col tempo. Ma non puoi paragonare lei a lui! Sono contesti
diversi!>>
<<Francamente mi sembra un'assurdità. Allora se lei ha creato quel libro, saprà anche chi è
questo ragazzo... no?>>
<<No. Anche se ha creato il libro, non può avere il potere di sapere cosa accadrà
successivamente. Di alcune parti sa, di altre non ricorda. Ma possiamo chiederle se sa
riconoscere dagli occhi quanta bontà ha.>>
<<Cioè?>>
<<Se vedi, lei sapeva di ognuno di noi, com'era fatto caratterialmente. Può riconoscere le
persone buone dalle cattive! Chi ha malvagità o no... Gli occhi di qualcuno di cui ci si può
fidare. Ma non è sempre possibile rintracciare dei pericoli.>>
<<Quindi posso chiamarla ora per chiedergli un opinione di lui?>>
<<Ma certo!>>
Rispose Funny. Intanto che Andy correva per chiamare Asya, tutti rimasero in completo
silenzio nell'attesa che qualcuno parlasse.
<<Allora...>> Prese a parlare Funny. <<Come mai qui tutto solo?>> Chiese a Dean.
<<In verità non sono solo. Ma sono scappato dalla casa dove abitavo.>>
<<E posso sapere il perché?>>
<<Diciamo che non c'è un motivo ragionevole...>>
<<Dev'esserci se hai avuto la prontezza di scappare!>>
<<Te lo spiego in modo semplice... Mi ignoravano ogni maledetto giorno. Da quando non c'è
più mia sorella, è come se di me non abbiano più la pazienza di venirmi in contro ed
abbracciarmi. Perché ogni volta che lo fanno, gli ritorna in mente il suo viso davanti... Che li
guarda e gli ricorda quant'è bello essere una famiglia.>>
In quella sua spiegazione, arrivarono Andy e Asya che riuscirono a sentire parte del discorso
che aveva appena raccontato il piccolo giovanotto. Asya restò un attimo a fissarlo per qualchesecondo, dopodiché prese parola.
<<Ci si può fidare.>>
<<Che cosa hai sentito nel guardarlo?>> Chiese Funny.
<<Ho avvertito come tranquillità. Nessuna pesantezza... Nessun pericolo...>>
<<D'accordo. Allora se ne sei sicura...>>
<<Benvenuto nel club!>>
Disse Berri, il predatore di stelle.
<<Ma io non ho compiti da svolgere qui?>> Chiese il ragazzo, curiosamente.
Andy ci pensò un attimo.
<<Potresti prendere i sacchetti dove dentro c'è il cibo e portarli qui da noi. Ma attenzione...>>
Abbassò la voce. <<Solo gli scoiattoli possono crearli, perciò ti consiglio di coprirti la testa.
Te li tirano invece di passarteli cordialmente. Ma questo è un fatto normale per loro...>>
<<Non sono molto dolci a quanto vedo>> Sussurrò Dean facendo una piccola risata senza farsi
sentire.
In quel momento tutti si sparpagliarono e ognuno andò per la propria strada. Solo Funny, Andy
e Asya rimasero insieme per discutere della cosa.
<<Allora... Che ne pensate?>> Chiese Andy.
<<Penso proprio che lui sia il bambino della seconda famiglia da salvare.>>
La risposta di Funny era chiara e diretta.
<<Suppongo di sì. Non ci sono altre spiegazioni del perché è fuggito di casa... ci ha trovato e
infine ha raccontato dei suoi problemi. L'unico modo per saperlo è chiederlo agli Uccelli Del
Paradiso... ma hanno già tante cose a cui pensare, e non vorrei creargli altri problemi a quelli
che hanno già. Dunque scopriamolo da noi. >>
<<Ma del bambino chi se ne dovrà occupare?>> Chiese Berri rimanendo ancora
nell'indecisione di restare lì con loro oppure andar via.
<<Stavolta Andy. Occhi aperti, sguardo vivo.>> Rispose Asya.
Intanto, iniziarono in televisione le ricerche riguardo a un piccolo bambino dai capelli ricci e
dagli occhi color nocciola. Quel bambino era Dean. Forse neanche si aspettava che ormai la
città parlava solo di lui e della sua scomparsa... ma erano passate parecchie ore da quando era
uscito di casa... La polizia iniziava ad andare per le varie case chiedendo se qualcuno lo avesse
visto attraversare la strada o dirigersi da un'altra parte più lontana. Ma nessuno seppe dare risposte.
Soltanto una signora anziana, dall'aspetto strano e dal carattere irascibile, raccontò di averlo
visto dalle parti di una grande foresta dove spesso, lei, andava a raccogliere dei funghi per la
cena. Era dall'altra parte della città. I poliziotti erano increduli al racconto, non pensavano che
un bambino dell'età di Dean fosse in grado di fare così tanta strada da solo. Ma poteva anche
essere vero... D'altronde era pieno giorno e stava con una bicicletta. I bambini amano
immergersi nelle avventure, questo era chiaro. Ma nessuno di quelle persone che erano presenti
lì, aveva mai sentito parlare di quella foresta tanto lontana e nascosta dai cespugli... La vicenda
suonava strana e poco chiara a molti abitanti. Infatti, le parole della signora non erano
abbastanza convincenti per farli smuovere da quella posizione... Perciò continuarono le ricerche
abbandonando un attimo le parole della signora davanti a loro.
Gli uccelli del paradiso vennero avvertiti dal trambusto che si sentì lì in città e corsero nella
Foresta direttamente verso Asya, Berri e Andy.
<<Il bambino! Va subito riportato in città!>>
<<Perché mai?>>
<<Diamine, Andy! Non ti mettere in mezzo!>>
<<Posso non essere d'accordo, scusate? Della famiglia me ne devo occupare io, quindi spetta
a me la decisione di farlo andare via oppure no.>>
<<Ti caccerai nei casini. Tutta la città sta parlando di lui adesso! Se poi gli umani arriveranno
alla Foresta saremo fregati e sarà un bel casino... Lo capisci?>>
<<Sarà un problema mio. Devo sapere o no com'è fatto questo ragazzo? Per saperlo devo
passarci del tempo.>><<Che sia un tempo breve! La responsabilità è tua.>>
<<Va bene!>>
Gli uccelli del Paradiso se ne andarono lasciando il compito alla ragazza.
<<Che hai intenzione di fare?>> Chiese Asya.
<<Farlo venire a vivere con noi.>>
<<Che cosa?! Non dici sul serio, vero?...>>
<<Sì invece!>>
<<Andy... Non puoi fingere che questo bambino non ha mai avuto una famiglia.>>
<<Spiegami un attimo... La sua famiglia che ha da dargli ormai?>>
<<Molto di più di quello che pensi. Non puoi portare via un bambino solo perchè pensi che
loro non siano in grado di regalargli più un attenzione. Hanno avuto dei momenti critici, ma
non è detto che smetteranno di guardarlo. Sono sempre delle persone unite e legate da un bene
che nessuno mai saprà manifestare e raggiungere... ricordalo! Lui ha perso una sorella... Vuoi
fargli perdere anche i suoi genitori?>>
<<Non farmi passare per cattiva.>>
<<Lo sei in un certo senso! Ti stai mettendo contro di loro.>>
<<Va bene... Forse ho esagerato. Mi ero fatta prendere dal momento, scusa.>>
<<Può capitare. È comprensibile. Ma in questi casi bisogna cercar di diventare più freddi
possibile e non lasciarsi coinvolgere troppo... Non è irripetibile, non è l'ultimo regalo che Dio
ti darà... Sai quante occasioni come questa, o meglio di questa, ti si presenteranno davanti? Non
è meglio avere un figlio proprio invece che rubarlo al cuore di altri?>>
<<Hai ragione... Non saprò mai quanto fa male la mancanza di un bambino dentro una
famiglia... Mi sento un mostro ora.>>
<<Non lo sei. Inizierai ad esserlo quando non farai assolutamente niente per rimediare al tuo
errore. Ma mi sembra che ora hai capito, no?>>
<<Grazie a te.>>
Le due si diedero forza a vicenda, si abbracciarono e iniziarono insieme la ricerca del piccolo
bambino che sembrava essere scomparso. Si unì a loro anche Funny.
<<Tu sai in che direzione è andato?>> Chiese Andy a Berri.
<<No... Purtroppo quando tutti si sono mossi per andar via, anche lui è andato con loro. Non
sono riuscito a vederlo bene, erano in tanti...>>
<<Sai almeno con chi è andato?>>
<<Nemmeno questo. Non riesco a ricordare con chi fosse.>>
<<Bene. Mi beccherò una sgridata dagli Uccelli Del Paradiso. Ho fatto scappare un bambino
che mi era stato affidato.>>
<<-Ci beccheremo! È compito di tutti proteggerlo, Andy.>>
<<Sì lo so. Ma gli altri avrebbero dovuto avvertirci che andava con loro... Una distrazione non
è accettata qui, lo sapete benissimo.>>
<<Lo troveremo. Invece di star qui a pensare a chi ha colpe, diamoci una mossa. La foresta è
grande e piena di pericoli... lui non c'è mai stato finora, quindi non può sapere!>>
Disse Berri saltando poi di un ramo all'altro, mentre le due iniziarono a camminare cercando
di mostrare un'aria serena. Se gli Uccelli Del Paradiso vedevano che erano preoccupate per
qualcosa, l'interrogatorio veniva fuori in meno di due secondi. Perciò finsero che tutto andasse
bene.
Fortunatamente era vicino a due persone affidabili: Tya e Chloe.
Si stavano dirigendo verso la Palude Nera. Entrambe volevano fargli vedere un posto.
Posto che spaventava, ma se si osservava l'ambiente a grandezza naturale non terrorizzava così
tanto.
Non c'era nessuna palude né animali che potevano metterti ansia.
Ma c'erano grandi colonne sospese in aria, ricoperte da cioccolato a latte sciolto con pezzetti
di fragola e lamponi ripieni avvolti da zucchero filato... Seguiti da cubetti di cioccolato sommersi da
panna liquida.<<Questo è il posto dove puoi custodire la tua -voglia di mangiare->>
<<Forte...>> Dean si guardò attorno. <<Ma ci sono solo colonne?>>
Chloe e Tya fecero una risata. <<Ragazzo, questo posto credo che sia quello che arricchisce di
più la Foresta. Aspetta di vedere che altro c'è ... Guarda dentro una colonna di quelle e poggia
la mano dritta su di essa... vedi cosa succede. >>
Dean fece come gli avevano consigliato... Appena arrivato davanti ad una colonna vicino a lui,
la toccò delicatamente e guardò in alto.
<<Cadono piume dal cielo e... I miei piedi scivolano su questo pavimento!>>
Il ragazzo fece una faccia sorpresa e non sapeva dove reggersi visto che le colonne erano
ricoperte da tutti quei dolci messi insieme.
<<Ora guarda il pavimento.>>
Dissero entrambe.
Sotto gli occhi di Dean c'era uno specchio e dentro questo specchio si intravedevano piccoli
animali di ogni genere dall'aspetto dolce e fragile.
<<Sono animali... Ma come mai si vedono solo da uno specchio?>>
<<Le creature che stanno per nascere o per crescere, si trovano tutte dentro uno specchio. Solo
una volta che saranno mature, potranno essere libere di vagare nella foresta. Questo posto per
loro è un rifugio, una protezione.>>
<<Non si può entrare per vederle più da vicino?>>
<<Purtroppo no, non è concesso neanche a Funny, la padrona della foresta.>>
<<Nemmeno i genitori?>>
<<Già. Bisogna solo aspettare che crescano. Solo da allora si potrà avere un contatto diretto.>>
<<Perchè?>>
<<Perché tendiamo a proteggere sempre chi è più piccolo. Una volta grandi, si sapranno
difendere da soli. >>
<<Ma quando riuscite a capire se uno di loro è pronto per uscire da lì?>>
<<Beh... è semplice... Lo specchio si spezza un po', noi andiamo dalla parte dello specchio che
si è rotto e chi sentiamo urlare lo facciamo uscire. Non urlano mai se non sono cresciuti
completamente.>>
<<Ma non avete paura che qualcuno possa spezzare questo specchio e dargli la libertà?>>
<<Impossibile. Lo specchio è ricoperto da rami invisibili che la nostra Penny ha costruito
personalmente col suo corpo. Sono indistruttibili. Solo un amore tanto grande può renderli più
morbidi, ma mai spezzarli...>>
<<Un amore?>>
<<Sì, tipo quello di una madre verso un figlio. La dolcezza sorpassa l'animo a tutti.>>
<<La dolcezza non è mai rifiutata.>> Rispose Dean. <<Scusatemi... Chi è Penny?>>
<<Una persona dall'animo innocente e puro, che ti presenteremo più tardi.>>...<<Adesso si va
a caccia di canguri!>> Disse Tya.
<<Canguri? Posso sapere di che parli?>> Chiese il ragazzo sgranando gli occhi.
<<I canguri escono solo a un certo momento della giornata e li vedi passare solo due volte a
settimana.>>
<<Ma quando non sono qui, che fanno?>>
<<Si procurano dei cibi non conosciuti presi da altre foreste. Viaggiano molto. E hanno un
senso dell'orientamento pari a quello di un umano!>>
<<Dipende... Ci sono umani, come il sottoscritto, che hanno senso dell'orientamento pari a
zero.>>
<<È comprensibile... sei ancora piccolo. Ne hai da vedere!>>
<<E se non volessi vedere?>>
<<Ti perderesti il mondo, che a nostro parere è magico senza parti di noia.>>
Tutti e tre videro i canguri saltare e spostare la terra sotto a loro.
<<Non terrorizzarti amico. Hanno una forza micidiale nelle zampe.>> Affermò Chloe.
<<In sintesi.. dovrei.. stare alla larga da quelle zampone?>> Rise.<<é meglio per la tua salute, poi fai te.>>
<<Non mi gioco la vita, quello è sicuro!>>
Esclamò Dean chiedendosi se i suoi genitori lo stavano ancora cercando. Le due fate di guardia
non poterono non notare la faccia pensierosa del ragazzo e quindi senza dir niente fecero un
fischio abbastanza grande da attirare l'attenzione di tutti. Andy, Asya, Funny e Berri capirono il
significato di quel rumore e si precipitarono dalla parte più vicina. Appena compresero dov'era
il suono, raggiunsero il grande specchio.
<<Allora era con voi!>> Sbottò Andy.
<<Dateci almeno una spiegazione valida.>> Ribatté Funny alle due fate di guardia.
<<Senza che vi abbandonate alla rabbia... Vi abbiamo chiamato!>>
<<Sì ma quando? Dopo mezza giornata vi siete ricordate di avvertirci che era con voi?>>
<<Era in mani sicure! Quale creatura non ha mai avuto fiducia in noi?>>
<<Io. Avete avuto sempre il vizio di non avvertire e ogni volta vi siete impicciate di cose che
non vi riguardavano! Un'altra mossa falsa e qui nella Foresta non ci mettete più piede. Intesi?>>
Le sgridate brusche di Funny fecero zittire le due fate di guardia che annuirono e se ne andarono
via con un leggero nodo alla gola, lasciando Dean ai quattro.
<<Che dite? Ho esagerato secondo voi?>> Chiese Funny girandosi verso gli altri.
<<A mio parere no. Il regolamento della Foresta parla chiaro... Anch'io sono molto arrabbiata
nei loro confronti. Non è stato saggio prendersi la responsabilità di tenere un bambino
nascosto.>> Rispose Andy. <<È una cosa che, personalmente, non avrei mai eseguito. Né in
compagnia né tanto meno da sola.>>
<<Posso dire la mia?>> Domandò il piccolo Dean con voce bassa ascoltando gli innumerevoli
discorsi.
<<Certo.>>
<<Alla fine non è che abbiamo affrontato pericoli o ci siamo messi nei guai... Anzi, sono state
molto gentili dal mio punto di vista. Credo che non si meritino una sgridata.>>
<<Questo è vero... Ma tenerci aggiornati è importante. Questa non è sempre una foresta sicura,
come molti pensano. Gli umani potrebbero entrare e uscire quando vogliono da qui... Potremmo
rischiarci la pelle.>>
<<Basta che ora Dean è qui.>>
Rispose Berri entrando nella maglietta del ragazzo e accoccolandosi sul suo collo.
<<Fa sempre così?>>
<<Solo con chi gli è simpatico!>> Sorrise Asya guardando la scena e facendo una buffa risata.
La sera entrò in scena. Funny era ancora insicura del fatto di voler chiedere scusa alle due Fate
Di Guardia, perciò per ora non se la sentì e rimase nelle sue decisioni. Berri e Dean presero
posto in un vecchio albero di ciliegio. Tanto largo da poter far entrare tutti e cinque
appassionatamente.
<<Pronto?>>
<<Per cosa?>> Chiese il ragazzo a Andy.
<<Beh... Domani ti riporteremo a casa.>>
Il piccolo abbassò per un momento lo sguardo.
<<So che significa quello sguardo... Ma non preoccuparti, vieni a trovarci quando vuoi! Le
visite sono sempre accettate se sono fatte con amore...>>
<<La smettete di parlare? Voglio dormire!>> Disse Berri.
<<Hai preso il mio collo per un cuscino tu?>>
<<Sì Dean! Sai, ho una leggera sensazione che non ci lasceremo mai.>>
<<Ecco! Quando dice così, è finita la pacchia!>> Rise Funny.
<<Ti credo sulla parola Berri.>> Rispose il ragazzo con una leggera risata accarezzando il
piccolo criceto rannicchiato su di lui.
<<Io intanto vado a controllare gli altri, voi non muovetevi da qui>>
<<Penso sarà ultra difficile muoversi!>>
<<La vedo dura anch'io... Ci vedremo al mattino!>>Sorrise Funny a Dean andando a perlustrare il posto, cercando di capire se tutti stavano bene
e nessuno si era fatto male. Era suo compito e non poteva permettersi di lasciar fuori posto
niente.
Nel frattempo, sul suo cammino, incontrò Chloe e Tya.
All'inizio, prese dall'agitazione, non controllarono le loro emozioni e rimasero pietrificate dallo
sguardo di Funny perché pensavano che era ancora furiosa per quello che era accaduto oggi.
Ma alla fine si ricomposero e presero coraggio.
<<Senti... Volevamo chiederti scusa per l'errore che abbiamo fatto. Sappiamo che non è la prima
volta che non avvertiamo chi di dovere...>>
<<No dai... Sono io che ho esagerato e non riesco ad avere fiducia. Alla fine siete state
premurose col ragazzo e questo è quello che conta di più.>>
<<Come mai non riesci a fidarti molto?>> Si fece avanti Chloe.
<<Perché quando ti sta molto a cuore una cosa, vedi sopratutto il lato negativo fuori. Vedi che
può farsi male, che qualcuno potrebbe ingannare solo per portarsela via...>>
<<Come mai questo?>>
<<Tutti pagherebbero oro per ritrovarsi attorno un viso d'angelo che li osserva con lo sguardo
carico di amore... Quel bambino è veramente tanto buono. Non ho mai sentito così tanta bontà
in vita mia.>>
<<È riuscito a sorprendere anche noi. Mi dispiace che domani dovrà andarsene...>>
<<Già... Ma sarà prima di tutto per il suo bene. Però, mi raccomando... non fategli pesare
questo. Alla fine lo rivedremo ancora... Non sarà tutto perso. Perciò salutiamolo come è giusto
che sia. Non con le lacrime, ma con la gioia.>>
<<Sarà fatto, Funny.>> Dissero in coro. <<Per la Barba Di Merlino, sono già le sette del
mattino! Chi porterà via il ragazzo?>>
<<È da decidere. Dobbiamo arrivare ad un compromesso...>>
<<Berri?>>
<<No... Lui in umano sarà un uomo! Se i genitori o i poliziotti lo vedono accompagnato da un
adulto, creeremo problemi ed io non voglio averli!>>
<<Problemi di che tipo?>> Chiese Tya.
<<Beh... Se tu sai che tuo figlio è scomparso da giorni e lo vedi tornare con un uomo adulto,
che pensi?>>
<<Che quell'uomo è svitato perchè, avrebbe dovuto avvertire la famiglia della scomparsa del
bambino. E non avrebbe dovuto nasconderlo...>>
<<Brava Tya!>>
<<Quindi che si fa?>>
<<Dovremmo mandare un'altra persona in città che abbia la stessa età di Dean.>>
<<Ma Berri non si può trasformare in un bambino?>>
<<All'inizio credevo di sì. Infatti avevo scelto anche lui perché pensavo che andando in città,
avrebbe preso le sembianze di un ragazzo dell'età di Dean... Ma mi sbagliavo. Dopo mi sono
accorta che lui era l'unico che entrando in città, sarebbe sembrato un adulto.>>
<<Peccato... Mi sarebbe piaciuto vedere Berri all'azione!>> Esclamò Chloe con un velo di
delusione.
<<Già, anche a me. Penso allora che ci manderò Asya a questo punto.>>
Funny fece un fischio e tutti si risvegliarono dal sonno e vennero davanti a lei.
<<Ehi! Ne ho chiamata una, ed è arrivata tutta la banda!>>
Rise.
<<Dov'è Asya?>>
Chiese la padrona della foresta. Lei spuntò fra le tante teste e code degli abitanti della foresta
che non la lasciavano passare.
<<Eccomi. Dimmi tutto Funny!>>
<<A te ho dato il compito di andare in città e riportare il bambino... Non hai bisogno di
trasformarti perché sei già umana, quindi sei perfetta.>><<È impossibile. Anch'io provengo da una di quelle case. Molti mi riconosceranno... Se mi fate
andare, mi toccherà rientrare a casa, tra gli umani>>
<<Forse era questo il finale del libro...>>
<<Forse sì. Ma scusa... perchè io e non altri?>>
<<Perché Berri entrando in città avrà le sembianze di un uomo adulto, quindi sarà rischioso
per lui farsi vedere con un bambino. Andy è già destinata ad un altro bambino e io devo
controllare la Foresta. Non è proprio possibile far entrare uno di noi. Capito?>>
<<Sì... tutto chiaro...>>Abbassò lo sguardo. <<Chiamate il ragazzo.>>
Dean si fece avanti spostandosi dalla folla e andando vicino ad Asya.
<<Pronto?>>
<<Con te, sempre.>>
Entrambi si presero per mano e andarono verso la città. I genitori di Dean erano sconvolti e
accecati dalla rabbia. Ancora fuori da quella casa, nonostante il gelo e la nebbia ingombrante,
attesero ansiosamente i suoi passi verso di loro. Erano stati giorni a dir poco pesanti e
angoscianti. Passavano più tempo fuori casa, che dentro. Non ne avevano idea che il loro figlio
venisse accompagnato da una strana bambina dal viso mai conosciuto e mai ritenuto famigliare
lì. Al loro arrivo, tutti si catapultarono di fronte a loro non dando modo a Dean di spiegare
cos'era accaduto. Le voci iniziarono ad innervosire il ragazzo facendo scomparire la tranquillità
che aveva acquisito all'interno della Foresta. I poliziotti guardarono la bambina a lungo, aveva
un viso già visto, ma non si insospettirono più di tanto...
<<Pensi di cavartela così? Dico... Ma che ti dice il cervello? Perché sei scappato? Abbiamo
passato giorni infernali, e tu vieni tutto tranquillo sottobraccio a questa ragazza di cui non so
neanche il nome!>>
Chiese Eric, il padre del ragazzo.
<<Sapete qual è il motivo? Eravate diventati pesanti e irritanti. A tavola mi ritrovavo a mangiar
da solo. La mattina a svegliarmi da solo. Avete idea di che cosa vuol dire? Ho dovuto iniziare a
cucinare da solo perché non c'era nessuno ad insegnarmi e a dirmi come fare. Ero io a dovermi
occupare di nonna perché voi due non ve la siete mai sentita di vedere altre persone soffrire.>>
Dean alzò un po' la voce, ma Asya mise una mano sulla spalla del ragazzo cercando di farlo
tranquillizzare. Era un modo per dirgli di rimaner calmo, visto che la situazione era già grave di suo.
<<Comunque.. lei è Asya. Ma non ha assolutamente nessuna colpa. Anzi, direi che è stata più
presente lei.. di voi!>>
I genitori rimasero per un paio di secondi in totale silenzio dopo le numerose frecciattine che
il figlio gli aveva fatto... dopodiché proseguirono con i loro discorsi.
<<Sappiamo dei nostri sbagli. Non serve esagerare con le parole... Anche dopo queste assenze,
siamo sempre ritornati.>>
Rispose Lily, la madre.
<<No invece! Non lo sapete! Sì, siete ritornati... ma per quanto? Mezz'oretta o massimo due
ore? E neanche mi parlavate. Diamine appena mi avete visto arrivare, invece di darmi contro,
potevate darmi uno di quegli abbracci che non mi avete mai dato da quando è morta...>>
Dean non finì la frase. Lo aveva detto inconsapevolmente. Ma quelle parole fecero imbestialire
il padre mandandolo su tutte le furie e facendo intervenire i due poliziotti che erano accanto a
loro.
<<Papà non c'è bisogno che fai così... Senti, ormai è successo. Non potete continuare ad
abbandonare la casa soltanto perché poi il ricordo di Valerie ritorna nella vostra mente... Vi
dimenticate una cosa fondamentale: Che esisto anch'io. Basta piangere e sentirsi colpevoli... Non
eravamo lì con lei, non possiamo incolparci di niente... E non possiamo stare con l'anima in gabbia
solo perché non siamo arrivati in tempo per salvarla. Voi l'avete protetta come i migliori genitori
potevano fare... Non vi basta questo?>>
Dopo il discorso di Dean, Eric e Lily lo abbracciarono. La gente li lasciò da soli facendo spazio
a quell'amore che non era mai stato mostrato e che forse stava riaffiorando dal
profondo dell'anima. La polizia, invece, chiese ad Asya se voleva essere accompagnata a casa.<<No tranquilli, amo le passeggiate alla luce del sole... andrò da sola. Arrivederci!>>
E andò via lasciando il ragazzo in buone mani. Dean sentendo la sua voce allontanarsi, si
distaccò un attimo dai genitori.
<<Ehy!>>
<<Sì?>>
<<Noi ci rivedremo, vero?>>
<<Probabilmente la piccola-palla-di-pelo di Berri vorrà ancora dormire attorno al tuo collo.
Quindi.. sai già la risposta!>>
<<Piccola palla di pelo? Ma di che parla? Di un gatto?>> Chiese la madre a suo figlio non
capendo le parole di Asya.
Dean rise.
<<Niente mamma. Un giorno ti spiegherò.>>
<<Non ti libererai facilmente di noi... Anche se sai che la Foresta non è più il mio posto ora.
Ma per me e te sarà più facile ritrovarci.>>
<<È proprio quello che speravo di sentire>>
<<Foresta? Ma di che parla?>>
La madre continuava a non capire e alla fine si arrese. L'importante per lei era avere di nuovo
a casa sano e salvo suo figlio. Quel che aveva fatto o che era successo, rimase quindi un grande
mistero. Dean sorrise ad Asya guardandola andar via e salutandola con la mano. Non era affatto
un addio, sapeva in cuor suo...
Gli uccelli del Paradiso avvertirono tutta la Foresta che Dean e Asya erano rientrati nelle
rispettive case. I genitori di Asya non si preoccuparono più di tanto per lei, ma non perché non
la amavano abbastanza, ma perché sapevano della sua voglia d'avventura. Lo faceva spesso di
allontanarsi. Era una tipa molto fantasiosa con occhi ben attenti e la grinta di un leone. Anche
i suoi genitori erano stati così da giovani. Sempre pronti all'avventura, ma capaci di riconoscere
e sfuggire ai pericoli.
Mentre nella Foresta, il famoso -Glicine- (ovvero l'albero dell'amore), continuava sempre di
più a crescere facendo da grande coperta per le creature che dormivano lì... L'Inverno era giunto
alle porte.
Arrivato il pomeriggio, era l'ora delle Visite. Spettava a Il Predatore di Stelle farsi conoscere e
fare da guida.
Tutti i nuovi e le nuove arrivate venivano per osservare la grande Foresta incantata... e Berri
gliela mostrava dando loro informazioni complete e dettagliate su tutto ciò.
<<Bene. Benvenuti a tutti voi. Qui vi illustro le creature con le maggiori qualità e stranezze... In
un area privata abbiamo una -Susa indopacifica- che si chiama Afila. Ha un corpo grande
quanto un umano e il peso è di quasi 150 chili. Si nutre di nuvole... Infatti, quando salta
dall'acqua, non è consigliabile stargli vicino... La nostra povera Elly (La creatrice di nuvole),
dopo che ha visto distruggere i suoi capolavori così brutalmente, deve ricostruirli tutti da capo
con l'aiuto dei nostri amici scoiattoli. Poi, non può mancare il nostro Coato... Totalmente
innocuo, ma da tener d'occhio. Il cibo nella foresta non gli è particolarmente di buon gusto,
quindi a volte può scappare andando dentro le case della città ed entrando nelle cucine.
Fortunatamente abbiamo tante guardie qui a controllare gli spostamenti vari!>>
Nel frattempo il piccolo criceto si spostava per far vedere loro anche delle miniature di piccole
case costruite da lui e Funny. Erano realizzate talmente bene che superavano di gran lunga le
enormi case che vedevi lì ad Huden Derth. Si sa, i particolari affascinano... se eseguiti in modo
eccellente e pulito, possono mischiarsi con la fantasia degli umani creando uno spicchio di luce
nell'anima di chi sa circondarsi di immaginazione. C'è sempre qualcosa di cui gli occhi sono
attratti. Non potrai mai fermare due occhi che vogliono assaggiare l'infinito... la dolcezza... la
purezza.
Mentre proseguirono tutti il cammino, a pochi passi da lì si preparava Funny per andar a trovar
David... Ma non sapeva della sorpresa che le spettava di sentire. Arrivata davanti il cancello
della casa di David, vide il padre parlare con una strana signora con il berretto rosso e con unagonna ricamata. Aveva sui 60 anni. Ascoltò il discorso in gran silenzio senza farsi vedere dai
due, mentre cercava con lo sguardo il piccolo ragazzo.
<<I caratteri deboli a volte vanno messi spesso da parte... E ci si arrabbia appunto per questo:
Perché si ha voglia di gridare che esistiamo e che anche noi dobbiamo avere la nostra parte di
mondo come tutti.>>
Disse Wed.
<<A volte non sono solo le domande a far avvicinare due persone. Lo possono essere anche
due carezze date nel silenzio di una casa.>>
Rispose la signora con tono calmo e fermo. Conosceva quella famiglia da tempo ormai.
<<Come se non ci avessi provato... Sai Sarah, ogni notte: quando David dorme
nel suo letto, mi avvicino a lui e gli bacio la fronte. Ma la mattina, al suo risveglio, il suo
pensiero è che quei baci li abbia dati sua madre. E quindi mi tocca vedere che quel calore
d'abbracci se lo becca lei.>>
<<-Quel calore d'abbracci se lo becca lei?- L'errore di molti umani è proprio questo...
Scambiare l'amore per i propri figli per una specie di gara. Ma non è così: Ognuno dei due
genitori fa la propria parte, senza però avere quella superiorità che li rende antipatici e sleali.
Sono cose che nell'amore non dovrebbero esistere.>>
<<Hai detto bene. Ma sono iniziate ad esistere da quando mia moglie ha fatto di lei la padrona
di casa. Detta regole senza rendersene conto.>>
<<Immagino... ma se tu mano a mano inizi ad approcciarti con lui, lentamente questo -essere
invisibile- andrà a svanire. Non vedere tua moglie come un avversario... La gelosia porta
sempre alla rovina e a farci pensar male di ogni cosa... non facendoci sentire realizzati e
compresi.>>
Dopo quel discorso, Wed diede un'occhiata all'orologio. Suo figlio stava per rientrare a
casa... Diede un ultimo abbraccio alla signora che aveva accanto e rientrò a casa sperando di
avere quel coraggio che tanto cercava di trovare.
Funny si spostò in una parte più nascosta quando vide da lontano arrivare David. non che non
volesse salutarlo, ma voleva vedere che accadeva in quel preciso momento... senza mettersi in
mezzo.
In quei pochi minuti che passarono, Funny alzò lo sguardo e potè intravedere solo un abbraccio
tra i due. Un abbraccio che sembrava essere interminabile. Restò lì a guardare finché David
uscì di casa con addosso un sorriso. Chiuse il cancello.
<<Cos'è quel sorriso che vedo spuntare?>>
<<È opera tua, ragazza!>>
<<Mia? Ma che dici?>>
<<Non vorrai dirmi che il fatto di venire da me è stata idea di mio padre... Vero? Gli avrai fatto
uno dei tuoi discorsi filosofici che convincono le menti umane.>> Rise.
<<No davvero, è stato lui personalmente a venire da te.>>
<<Ma perché?>>
<<A volte i padri s'accorgono dopo che il silenzio di un figlio sia solo un allarme o un modo
per dire -vieni qui, guardiamoci un film insieme-. Si rendono conto che il silenzio (sia di un
padre che di un figlio), crea solo distanza... Amplificando il dolore e facendo nascere un dubbio
ancora più profondo.>>
<<Sai, un pomeriggio andai a casa del mio migliore amico... avevo cominciato a notare che non
era così... Che i suoi genitori prestavano al mio amico attenzioni che i miei a me non davano.
Decisi così di andare ad osservare in giro tutte le famiglie che mi capitavano davanti, per
vedere come si comportavano. E lì mi resi conto che mi mancavano le carezze, le attenzioni
dei miei genitori.>>
<<Non star a guardare molto le altre famiglie. Ognuna di esse è diversa. Non ritenere gli altri
più fortunati di te. Ciò che conta è la forza che si usa per far sì che le cose cambino.>>
<<Sei una meraviglia divenuta spettacolo, davvero!>>
<<Potrei dire lo stesso di te, se tu dessi a tuo padre la possibilità di mostrarsi a te.. per quelloche è davvero.>>
<<Ma io gli do l'opportunità.>>
<<Sì ma da solo non riesce a farlo... Nell'amore tra padre e figlio non esiste che si muova solo
una parte. Non avrebbe senso altrimenti. Bisogna viaggiare insieme con la mente.>>
<<Me lo ricorderò.>>
Una scia di stelle si spingeva oltre un incantevole gazebo dalla forma rotonda e contornata di
minuscoli fiori bianchi che si ricreavano nello scadere del tempo. Funny seppe che cosa stava
per accadere, la sua missione ormai era compiuta. Quello che aveva da dirgli, l'aveva detto. Gli
uccelli del Paradiso vennero tutti di fila uno dietro l'altro spargendo dalle loro bocche delle
piccole lucciole che fecero un intensa luce sui corpi dei due bambini che osservavano stupiti lo
spettacolo che si stava creando davanti loro. In quella luce opaca che serviva a non dar più
nessuna ombra, Funny ritornò inconsapevolmente nella magica Foresta. Si guardava attorno
chiedendosi che fine avesse fatto David.
<<Non c'è.>>
<<Come non c'è? Io credevo che lui poteva rimanere una volta finito il mio compito...>>
Gli occhi dispiaciuti del Capo Della Foresta fecero intenerire lo sguardo di Asya che non poté
non guardarla. La piccola ragazza era ritornata quando aveva saputo di ciò che stava per
accadere. Non poteva mancare.
<<Abbiamo fatto avvicinare le lucciole apposta. Lo sai che potere hanno, no?>>
<<Il potere di far dimenticare... Ma lasciando solo il ricordo integro del loro ascolto e dei nostri
consigli. Allora perché su di me non hanno avuto effetto?>>
<<Esattamente. Bruciano un solo ricordo: il più grande. Abbiamo pensato di non fargli
ricordare più chi eri... In modo che così non ne soffrirà... Lo stesso per i genitori. Si ricorderanno
solo dei consigli, ma non di chi l'ha dati.>> Prese a continuare. <<Le lucciole non hanno la
potenza massima di far ricadere il potere su entrambi. Purtroppo funziona solo su una persona.
Siccome lui era veramente piccolo, e tu avevi appena trent'anni... Ho pensato che serviva più a
David ricevere quel potere: Perché i bambini ne soffrono molto di più di un'assenza.>>
<<Non avrei mai sopportato le sue lacrime.>>
<<Le lacrime di un bambino ingigantiscono il nostro dolore, moltiplicandolo sempre di più e
facendoci intristire...>>
<<Hanno un effetto devastante.>> Disse Funny.
<<Già... A quelle lacrime gli dovrebbero dare un nome. Sanno essere potenti più delle nostre
qualità che abbiamo. Raggiungono il livello superiore della nostra sensibilità.>>
Rimasero entrambe ad osservare il cielo mentre Berri, con la sua squadra, si riunì tutta di fianco
a loro mettendo una zampa sulla schiena del Capo.
<<Allora?>> Chiese il piccolo criceto rivolto a Funny.
<<Allora cosa?>>
<<Com'è il cielo?>>
<<Lo sento.. pesante, vuoto... come se mi cadesse addosso. Come se fosse un grido
impercettibile che mano a mano si fa sempre più grande e mi fa venir l'immensa voglia di
correre via e rintanarmi sotto le coperte.>>
Una carezza, da parte di tutti quelli che vagavano con lo sguardo nella bellezza del cielo, fece
scendere una lacrima dal suo volto ormai immune.
<<Non fare così, ti prego. Le tue lacrime sono una porta sempre aperta dell'inferno. Non
conosco una sola anima che mi faccia addolcire come sai fare tu.>>
<<Chiudiamola questa porta. Tutti insieme.>> Dissero in coro.
<<È che... Non pensavo che la voce di un bambino potesse entrarmi così velocemente dentro
l'anima... facendola tremare..>>
<<Certe voci fanno molto di più. Alcune sono silenziose, armoniose... ma poi è estremamente
difficile dimenticarle e cacciarle via da noi perchè curano le nostre più grandi ferite.>>
Arrivarono infine gli Uccelli Del Paradiso dalla parte più luminosa della Foresta e si posarono
dinanzi a loro.<<Da adesso in poi non ci sarà più bisogno di salvare nessun'altra famiglia. Gli occhi degli
sconosciuti ci hanno penetrato l'anima profondamente, trafiggendola col tutto il loro amore... e
questo ci è bastato per rivivere.>>
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