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Ottava parte-Una semplice vita
Ore 6:50 solita monotona sveglia, è sabato e la voglia di alzarmi dal letto così caldo, oggi come non mai, è davvero poca. Ma tra me e me ripeto che si lavorerà solo mezza giornata e prima mi alzo, prima accetterò questa situazione.
Ore 7:00 in punto, vado lentamente in bagno trascinando le mie comode pantofole sul pavimento. Come ogni sabato la colazione è annullata, troppa pigrizia per arrivare addirittura in anticipo sul posto di lavoro. Chiunque sarebbe capace di capirmi. Apro una busta di biscotti e mi preparo un caffè caldo; in attesa che si prepari mi affaccio alla finestra, ha piovuto tutta la notte. Ad interrompere questo momento è la vibrazione del cellulare che ho trascurato da ieri sera.
Il mio telefonino indica "3 messaggi ricevuti", uno dei quali è la risposta alla buonanotte inviata ieri da Elisa. Gli altri due sono di Marianna, come intuibile.
Elisa: "Buonanotte anche a te, stai tranquillo. Aspetteremo Lunedì allora. Un bacio!"
Sempre più speranzoso che tutto vada per il meglio, evito di risponderle e ripongo la mia attenzione agli altri due messaggi che devo ancora leggere.
Marianna: "Buongiornooo, Matteo mi ha tenuta sveglia tutta la notte. Stasera quindi ci sei per la pizza in famiglia?"
"Non puoi dirci di no!"
Io: "Buongiorno, sì va bene ci sarò. A più tardi!"
Terminata anche la colazione, come ogni giorno oramai, entro in macchina e vado a lavoro. 'Oggi fino alle 14:00, ce la posso fare', mi ripeto e sospiro, quasi a darmi coraggio.
Una volta arrivato e una volta salutati i miei colleghi ed amici, mi chiudo in ufficio e lavoro sodo. Ci sono molte notizie da scrivere e dobbiamo darci una mano in modo da riempire anche le ore libere di domani.
Mentre abbozzo il secondo articolo, sento il mio stomaco brontolare. Sorrido e penso a quanto mangerò stasera.
Oggi faccio più fatica del solito, ho tanti pensieri per la testa e ho una voglia incredibile di scriverle e di vederla; però mi sono promesso di non farlo fino a Lunedì. Alla fine si tratta di appena due giorni e come resiste lei, posso resistere io.
Terminato anche il secondo mi fiondo sul terzo e, mi auguro, ultimo articolo di stamani.
Ore 13:25, il mio stomaco brontola più di un trombone e, come ogni sabato, la nostra collaboratrice, l'adorabile Silvia, ha portato per tutti un panino per spezzare la fame. Per fortuna c'è lei!
Le do un bacio sulla guancia e la ringrazio. Ultimissimo sforzo e, stampati gli articoli e fatti controllare dal sr. Di Cesare, posso tornarmene a casa.
Io: "Grazie signor Di Cesare, ci vediamo Lunedì. Buon fine settimana e un saluto a sua moglie."
Sr. Di Cesare: "Grazie, sempre gentilissimo. Un buon weekend anche a te!"
Oggi io e Maurizio non ci vedremo, nonostante ci sia una partita molto bella da vedere alla quale, ahimè, dovrò rinunciare per via di questa rimpatriata famigliare che raramente riusciamo a realizzare.
Appena chiusa la porta di casa, mi appresto a leggere le varie bollette trovate nella cassetta della posta.
Stappo una bottiglia di birra e mi mangio un altro panino, scamorza pomodori insalata e prosciutto cotto, insomma come sempre molto leggero. Accompagno il mio pasto con le notizie del telegiornale, le solite angoscianti notizie che ti lasciano addosso una tristezza enorme.
Questo momento tutto per me viene interrotto dalla suoneria del telefono di casa, mai al suo posto. "drin-drin-drin" lo cerco dappertutto mentre mi accorgo che scatta la segreteria.
Ritrovato dopo una manciata di secondi nel bagno, clicco su chiamate perse e richiamo il numero che mi aveva cercato; un numero non memorizzato in "RUBRICA".
A rispondermi è una voce femminile, una voce familiare che non riesco però ad associare; sento all'improvviso urlare il mio nome con una risata sonora e lunga quanto l'esultanza di una rete importantissima. Mi rendo subito conto che dall'altro capo del telefono c'è Maurizio che subito prende la parola.
Maurizio: "Ciao lavoratore, sono a casa di Lucrezia e mi è venuta voglia di chiamarti. Bè come stai? Stasera dove vediamo la partita?"
Io: "Solo tu potevi urlare così tanto ahah, comunque mi dispiace ma oggi, dato che è arrivata mia sorella con il figlio, mi tocca una serata in famiglia."
Maurizio: "Ma come? E Roma-Napoli con chi la vedo adesso?"
Io: "Eh lo so guarda, non me ne parlare. Non me la sarei persa per nulla al mondo. Ma purtroppo questo Sabato va così. Tieniti libero Domenica pomeriggio che ci vediamo il posticipo delle 18:00 d'accordo? Scusami."
Maurizio: "Va bene, ti perdono ma solo perché sei incastrato con la famiglia!"
Io: "Grazie, so che avresti capito. Ti devo un favore!"
Maurizio: "Me ne devi più di uno, sia chiaro! Ciao bello a domani!"
Una volta chiusa la chiamata e terminata la conversazione, mi informo sull'orario di stasera.
Ore 20:15 al ristorante "Tre Palme", un po' fuori ma per fortuna agevole e con ampio parcheggio. Io dovrò portarmi quel pestifero di Mattia, mentre mia sorella verrà in auto con i miei.
Avendo ancora qualche ora di pace, preparo il borsone e mi dirigo a piedi in palestra; una boccata d'aria mi farà sicuramente bene.
Ore 20:00 sono già giù al portone dei miei genitori ad aspettare che scenda Matteo, solitamente il primo ad essere pronto dato che è la mamma che lo veste. Scende con i suoi soliti capelli pieni di gel e una felpa gialla e blu con la scritta "VERY STRONG" di cui non sa nemmeno il significato; sotto una camicetta azzurra e dei jeans blu. In più le sue scarpe preferite, blu scuro anche quelle.
"Ciao zioooooooooo" mi urla, abbracciandomi. Sarà anche vivacissimo, ma ha una dolcezza che farebbe rabbonire chiunque. Mi ricorda me alla sua età.
Io: "Metti la cintura e, se fai il bravo, stasera puoi dormire a casa con me."
Mattia: "Woooo davvero?! Sììì grazie zio grazieee!"
Io: "Sì, te lo prometto. Però stasera non devi fare arrabbiare né la mamma né i nonni, d'accordo?"
Mattia: "D'accordo, giurin giurello."
Sorrido guardando il suo sguardo convinto e molto serio.
Arrivati a destinazione, dopo la manovra di retromarcia, usciamo dalla macchina. Marianna era dietro di me e parcheggia proprio accanto. Subito mi domanda: "Come si è comportato?"
Io: "Bene bene tranquilla, gli ho detto che se si comporta bene stasera dorme da me."
Lei mi guarda e mi sorride con una gratitudine indescrivibile, almeno stanotte potrà riposare.
Do un bacio ai miei ed entriamo nel ristorante dove abbiamo prenotato, per fortuna, un tavolo per 5.
Io: "De Angelis, grazie."
Seduti al tavolo scrutiamo con attenzione i Menu, attirati dai diversi piatti, alcuni anche originali. Non ci siamo mai venuti qui. Oltre alla lista delle pizze, ci sono anche tanti primi piatti molto invitanti.
"Antipastino prima?" Domando.
Mia madre sospira sorridendo, conoscendo la mia voracità nel mangiare.
Ordiniamo un quarto di vino, due bottiglie d'acqua naturale e una lattina di coca cola per il piccolo Mattia, antipasti caldi e tre primi con scampi e zucchine, un risotto con speck e radicchio per mia sorella e hamburger e patatine per l'ometto.
Cameriere: " Perfetto, basta così?"
Mattia: " E anche un po' di checiapp per me"
Io: "Guardi sì, grazie mille."
Il cameriere sorride e se ne va a passo svelto. Il ristorante, sebbene silenzioso con un brusio di sottofondo, è davvero pienissimo.
Marianna: "Bel posto quì, secondo me si mangia molto bene!" Esclama, contenta della sua scelta.
Procede tutto al meglio, serata tranquilla. Marianna parla in continuazione di qualsiasi cosa le salti per la testa ed io le faccio l'imitazione mentre Mattia ride a crepapelle.
Marianna: "Smettila scemo, sei sempre il solito!" Immediatamente scoppiamo entrambi a ridere, come due cretini, con quella complicità che si ha solo tra fratelli.
Lei continua a conversare con mia madre ed io ad ascoltare le strambe teorie di mio padre sulla vita, perle di saggezza che cerca di insegnare al suo unico, per ora, nipotino che ascolta quasi con noia e noncuranza. Intanto divoriamo con una fame da leoni gli antipasti, sebbene scottino. Tutto buonissimo per adesso. Adesso siamo in attesa del secondo.
Un paio di minuti di silenzio, forse la cosa peggiore che possa capitare quando hai una sorella che non si fa mai gli affari suoi.
Marianna: "Bè mamma, hai conosciuto la ragazza che piace a Riccardo? Elisa, se non sbaglio..."
Mamma: "E non la sapevi portare qui con noi oggi?!"
Mio padre ride incurante del fatto che lo stia fulminando con lo sguardo.
Mattia: "A zio piace una ragazzaa, neh neh neh neh."
Metto una mano dietro la nuca e, ormai paonazzo, cerco la risposta più adeguata.
Dopo qualche istante di silenzio e di esitazione da parte mia, abbassando la testa rispondo:
"Io credo che sia ancora presto per farvela conoscere. Usciamo ancora da poco insieme e non so ancora come andranno le cose quindi"
Mamma: "Ma tesoro..."
Io: "Mamma non interrompermi." Alzando il tono della voce. "Non voglio accelerare le cose, al momento giusto ve la presenterò. Adesso pensiamo a mangiare; il cameriere sta portando i nostri piatti."
Mamma: "Va bene caro, scusami."
Molto scocciato da questa situazione mi distacco dai discorsi presi, un po' più leggeri e allegri. Rimango taciturno fino all'arrivo del messaggio di Maurizio.
"Ragazzone mio che partita ti stai perdendo! Stanno 2-2 e mancano 7 minuti dalla fine più il recupero. Ben ti sta ahaha ciao bello"
Mi strappa un sorriso e cerco, con l'arrivo del dessert, di addolcirmi un po' anche io. Mi infilo nel discorso con qualche battutina e alla prima disattenzione di Mattia, gli do uno scappellotto amichevole per farlo arrabbiare. Subito però mi sorride.
Io: "Pronto per venire a casa a dormire?" Gli domando.
Mattia: "Quindi vengo davvero? Che bellooo, con lo zio!"
Mi fionda addosso e non si stacca più; Marianna ride di gusto e mia mamma si intenerisce vedendo la scena e cerca di immortalarla con una foto, che esce naturalmente sfocata, vista la sua poca dimestichezza con questi "dannati aggeggi tecnologici", come li definisce lei.
A fine cena e ricevuto il conto, una volta pagato, ce ne andiamo lentamente verso le macchine, in modo da digerire il cibo.
Papà: "Davvero buonissimo. Marianna dovresti venire più spesso, così andiamo fuori a mangiare!"
Mamma: "Cosa vuoi insinuare? Che cucino male?"
Papà: "No cara, no. Però ogni tanto è piacevole mangiare fuori e in compagnia."
Mamma: " Va bene, per questa volta ti sei salvato."
Questo piccolo teatrino fa sorridere e ridere tutti. Prima di entrare in macchina vado da mia madre e mi scuso per aver alzato la voce.
Io: "Scusami per prima mamma, solo che mi avete messo in imbarazzo, soprattutto perché non c'è ancora una storia tra noi due. Il prima possibile ceneremo insieme."
Mamma: "Tranquillo caro, lo avevo capito. Ho già dimenticato. Fai attenzione mentre torni."
Io: "Va bene mamma, grazie."
Marianna: "Mattia fai il bravo da zio! Se no non ti ci faccio più andare. Domattina prima di pranzo lo vengo a riprendere."
Le faccio cenno di sì e ripartiamo per tornare a casa. Tutto tranquillo, Mattia crolla dal sonno già in auto e mi tocca portarlo in braccio fin su a casa. Sorrido pensando a come sarebbe se avessi io dei figli.
'Disgraziato', penso. Poi gli tolgo le scarpe e la felpa e lo metto a letto. Gli rimbocco le coperte, spengo la luce e mi addormento.
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