Questa pagina vuota che mi chiama a gran voce, vuole che scenda a patti con lei e trovi un'ispirazione che produca segni neri sul bianco immacolato.
Vestito di sposa che rotola giù dalla scala della chiesa tra lo stupore e l'ilarità dei presenti.
Tracce nere e percorsi segnati, solchi di esistenze che sembrano non essere esistite. Eppure l'alito di quella vita valeva in quanto tale e la storia lo recupera e lo stratifica come segmenti di un albero, che saranno misurati quando lui non produrrà più ossigeno.
Ossigeno l'umanità ha bisogno d'ossigeno, lo si sente nell'aria, lo si legge negli occhi gonfi di questa gente che urla, lo urlano gli altoparlanti anonimi della stazione.
L'eterna lotta del povero per affermare di esistere ad una classe dirigente che calpesta teste umane sfoggiando un sorriso compiacente e quasi tenero. E quel popolo bocconi con il sangue che fuoriesce silente da narici universali che quasi si commuove di quel sorriso e perdona, perdona sempre perché?
I giornali son pieni d'immagini di busti umani disperati che strappano capelli inconsapevoli, poveri diavoli in preda alla tempesta, lo tsunami che travolge il consumismo ha capacità distruttive che potevano essere previste, ma l'avidità di pochi non lascia scampo per sopravvivere.
Qualcosa sta sfuggendo alle maglie fitte dell'oppressione, la rete che avevano costruito per inebetire la mente è stata manomessa e adesso li stringe in una morsa sottile e silenziosa, come i serpenti intorno ai corpi di Lacoonte e dei suoi figlioli.
Noi siamo la rete, noi la possibilità di riscatto per l'umanità, noi la liberazione della donna dalla sua condizione di schiavitù, noi la certezza di un mondo migliore.