Prima di scrivere un pezzo, leggere qualche libro e qualche articolo di giornale, delle poesie. Leggere tre libri "buoni" e tre libri scadenti. Sarebbe buono acquisire una bella amicizia con la grammatica. Ma tutto ciò non basta.
Sarebbe consigliabile acquisire uno stile distaccato, meglio far trasparire poco e niente della propria ambizione, perchè chi scrive è un ambizioso, ambisce ad essere letto dalla maggioranza dei lettori.
Come fare? Classica domanda da un milione di euro.
Essere poco artificiosi, ma fantasiosi. Poco pedanti, ma pungenti. Essere uomini, non prototipi. Dei piccoli principi, insomma. Chiudere gli occhi e pensare alle nuvole, ai colibrì, alle lucciole, ai burattini, ai Pupi siciliani, al mare in tempesta, all'Inferno di Dante.
La storia è poco importante, quel che importa è il come si racconta, tutti abbiamo qualcosa da raccontare. L'importante è non emulare. Essere un io narrante. Staccarsi dal corpo e dalle proprie ambizioni, immaginare di essere l'unico uomo sulla terra e di scrivere per nessuno. Io scrivo per nessuno e leggo per curiosità. La mia cultura è limitata ma, volendo, potrei allargare i miei orizzonti. Come? Leggendo i Veda, per esempio. Oppure, le Ricordanze o ancora leggendo "Porci con le ali".
Per un principiante, è importante non fare troppe acrobazie, scrivere in modo semplice, lineare e scorrevole. Nei vari siti di scrittura, leggo dei veri e propri pasticci che mirano a impressionare il lettore, fumo negli occhi. È come quando s'incontra una persona che indossa un vestito costoso, un Rolex o dei gioielli vistosi e costosi col solo scopo di farsi notare. Bisogna dimenticare di aver indossato un Rolex, come bisogna dimenticare di scrivere per i lettori.
Ricordiamo anche che una bella pagina può essere migliore di un tomo di cinquecento. A questo punto, immagino cosa penserete: da quale pulpito! Io non sono uno scrittore, ma un lettore e faccio i miei pensieri, esprimo le mie opinioni, se vi sta bene... alla prossima!