Viaggiare in uno stretto scompartimento del treno, nel cuore della notte, è un'esperienza mistica, condividere pensieri e sensazioni, riscoprirsi piccoli e vulnerabili.
A Messina il lungo serpente verrà sistemato sul traghetto, è l'ora di attraversare lo Stretto e tutti non vedono l'ora di potersi affacciare sul ponte ad osservare le luci e la Madonnina. La magia di questo luogo non potrebbe tollerare la presenza di un ponte. Scilla e Cariddi. Due mostri marini.
In realtà, Scilla era una ninfa bellissima trasformata in mostro dalla gelosia di Circe. Cariddi, figlio di Poseidone, faceva affondare tutte le navi che gli capitavano al suo passaggio.
Sono sceso sul ponte con due amici di scompartimento ed ecco il mare nero, le luci scintillanti, la Madonnina laggiù, ecco la nave di Ulisse alle prese con il terribile Cariddi, lo vedo aggrapparsi al fico. Man mano che il traghetto Caronte si addentra nelle pericolose acque, riesco a sentire persino il dolce profumo di Scilla, sono testimone oculare della sua terrificante trasformazione, da splendida ninfa a mostro con dodici piedi e sei teste.
Ci vuole coraggio a proseguire, ma Caronte imperterrito, prosegue la sua timida navigazione verso le coste della Calabria, verso la salvezza. La notte è splendida, il vento una carezza e un brivido, il tempo cristallizzato, centellinato, scomposto, personificato. Finalmente si attracca. Da Villa san Giovanni lo Stretto sembra meno minaccioso, Cariddi s'è placato, Scilla scomparsa tra i flutti, la Madonnina è un punto luminoso.
Ci attende una lunga notte, tra confidenze e pennichelle, i passeggeri si ricompongono prima di scoprirsi in una terra che scivola lentamente verso l'ignoto.