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Ottavio Pratesi

La sua casa era diventata una Sant'Elena, lui che aveva partecipato a giri d'Italia e tour de France con Binda e Girardengo, Calzolari e Bottecchia.
Come una punizione dantesca la sua era nei pressi della ferrovia, vicino alla stazione di Antignano e tutti i giorni attraversava le rotaie per andare al distributore che gestiva sull'Aurelia nell'ultimo tratto rettilineo verso sud, prima che diventasse un serpente che avvolgeva il Romito.
La bici un ricordo lasciato sulle strade polverose delle Alpi e dei Pirenei, ed ora solo un mezzo ormai inutile tra il ferro dei treni che sfrecciavano senza fermarsi davanti casa ed il rumore delle auto immerso tutto il giorno nell'odore della gomma e della benzina.
Quando io l'ho conosciuto o inizio a ricordarlo era già vecchio, o così a me sembrava. Mio nonno lo salutava ogni volta che passavamo dalla via di Banditella, dopo il campino di calcio, come si fa con un vecchio compagno di scuola schivo e riservato.
La sera, nelle estati degli anni sessanta accanto alla sua bici, si godeva il tramonto, uguale ed opposto a quello goduto al di la' del mare di Nizza nel suo primo tour del 1911, ricordando il sole che spariva ad ovest dietro ai monti.
E "nell'onda dei ricordi l'assalse il sovvenir..."

 

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1 commenti:

  • Floriana Bianchi il 23/03/2019 16:46
    bello, descrittivo nel senso e nelle immagini... bravo!

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