IL CONIGLIO ULTERIORE
In una splendida mattinata di giugno, nascevano, in una buca tra i campi, sei leprotti.
Uno di questi, però, era troppo piccolo ed inerme rispetto agli altri.
Fu messo subito in disparte ed abbandonato al suo tragico destino.
La natura vera è istintiva e spietata. Sempre. Ne va della sopravvivenza della specie.
Nel frattempo, poco lontano, in una tana scavata, venivano alla luce quattro coniglietti selvatici. Vispi e affamati.
Tanto affamati che la madre doveva continuamente cercare erba fresca da mangiare per essere in grado di nutrirli.
Durante una di queste uscite si imbattè nel leprotto lasciato solo e preda sicura di volpi e faine.
Lo prese con sè, in bocca, delicatamente, e lo portò nella sua tana.
Nessuno se ne accorse. Per tutti era solo un coniglietto: erano cinque, non quattro. E lo nutrì come gli altri.
Passarono i mesi e la cucciolata crebbe in salute e forza. Erano cinque magnifici conigli.
Uno, in particolare, era decisamente robusto e particolarmente atletico. Correva velocissimo e saltava come un campione.
Divenne ben presto un riferimento per tutti i conigli selvatici della zona.
Conseguentemente divenne un capo indiscusso e ammirato.
Era veramente fiero di se stesso, ma non quanto la sua madre adottiva, che, ora si sentiva più al sicuro e protetta da questo stupendo animale.
Un coniglio ulteriore che metteva ordine nelle liti e criterio nelle scelte di vita del gruppo.
Pensare a quale sarebbe stata la sua sorte se fosse rimasto con le lepri svela una parte di ciò che noi chiamiamo destino.