È un pomeriggio novembrino. La pioggia regna incontrastata. Dopo tanto tempo, faccio ritorno alla mia vecchia casa di campagna. Cara nonna, ancora penso a te, al tuo sorriso dolce e rassicurante, al tuo bel viso, al tuo modo di fare garbato, elegante. In questa casa abbiamo vissuto gli anni della mia fanciullezza e di tutto quel tempo che mi hai potuto regalare. Cara nonna, ti vedo ancora seduta su quella poltrona di velluto rosso, mentre mi racconti la storia del tuo tempo passato, di una vita non facile, perchè c'erano la guerra e la miseria, ma ugualmente c'era l'amore della famiglia e della povera gente, che nelle difficoltà era propensa ad offrire aiuto, un pezzo di pane, una bottiglia di vino, le cose più semplici. Poi nell'aprire la porta che dà sul balcone, ricordo ancora le nostre passeggiate in giardino, all'ombra di un possente pino austriaco. Rammento il il giorno in cui mi hai insegnato ad andare in bicicletta, percorrendo il selciato fiancheggiato da vasi con larghe foglie verdi e oleandri rosa. Serbo in memoria il tuo sguardo deciso che mi accompagnava durante i primi giri, facendomi sentire tranquilla, sicura. In seguito con i tuoi saggi consigli, imparavo a crescere:per questo ero il tuo orgoglio. Nonna cara, oggi che sono madre, parlo di te ai miei figli, e riferisco loro che ci sono persone, nella vita, il cui rimpianto resta indelebile. Posso dirti che mi manchi moltissimo, soprattutto mentre cerco delle risposte, che non sempre trovo da sola, nel trascorrere dei giorni, e allora rivolgo a te, il pensiero, e ciò mi dà forza e coraggio. Sai se guardo una tua fotografia, non ti nascondo che a volte, una lacrima mi scende sul viso, ma il nostro affetto è stato così forte, che ritrovo nuovamente la pace e la serenità nel cuore.