Sono seduta sul letto, quella cornice colorata, con all’interno i nostri volti è appoggiata sulle mie gambe, su quella gonna nera, troppo corta per i miei gusti, mentre con un dito vado ad accarezzarti quel viso così allegro e spensierato, ma sotto i miei polpastrelli sento solo il liscio del vetro. Quel vetro freddo che rinchiude il tuo sguardo in una foto di 15 x 20cm. Quel vetro così simile al cuore di quell’uomo che, impugnando una pistola, ti ha sparato, solo perché i tuoi bellissimi occhi innocenti avevano visto cose che non avrebbero dovuto vedere. Ricordo l’ultima volta che mi hai parlato, l’ultima volta che mi hai sorriso, l’ultima volta che le tue labbra hanno incontrato le mie, l’ultima volta che mi hai detto “Ti amo”. Ed ora? È tutto finito. E ora? Tu non ci sei più. Ed ora? Ora sono sola. È successo tutto troppo in fretta, non dovevi lasciarmi, non ora!
Mi alzo e ripongo quella cornice sopra al comodino, prendo in mano il cuscino, lo annuso, il tuo odore mi inebria, e mi ricorda l’ultima volta che quel profumo è giunto al mio naso. Esco dalla tua camera e scendo le scale, all’ingresso la gente mi guarda, nei loro occhi vedo compassione, tenerezza, pietà. Mia madre si avvicina e mi mette un braccio al collo, la guardo, nei suoi occhi pieni di lacrime si riflettono i miei, vuoti, stanchi, ogni movimento mi sembra pesante, ogni parola inutile, ogni sguardo colmo d’odio, di disprezzo per quel mondo che mi ha portato via lui... la persona che amo! Non ho la forza per andare avanti, mi sembra di morire, sprofondare in un abisso senza fondo. Anche le lacrime si rifiutano di scendere dai miei occhi, dopo averlo fatto per 3 giorni. La gente mi stringe la mano e mi fa le condoglianze, mi conforta dicendomi che tutto si sistemerà, che tutto passerà, che sono giovane, mi viene da ridere, nessuno di loro sa cosa sto provando, nessuno! Eppure parlano, parlano e parlano, che stupide le parole, si dice che servano a spiegare tante cose, a capire davvero le situazione, a interpretare sinceramente ogni idea, ma lo dice solo chi non conosce il silenzio, il silenzio di un sogno, il silenzio di una carezza, il silenzio di un bacio. Chiedetemi di sorridere, chiedetemi di provare a dimenticare, ma non chiedetemi di perdonare, dicono che il perdono è solo per i forti, se è vero datemi pure della debole, perché non perdonerò mai quell’uomo che ha dato un paio di ali al mio amore, al mio piccolo amore, e che poi, con un soffio di vento, l’ha fatto volare via. Ora però sei un angelo... aspettami su una nuvola mio dolce tesoro, arriverò, stanne certo!