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Qualcosa più grande di noi

“Amore ti amo lo sai?!”
Perché parla così? le sue parole sono dolci e melodiose, ma il suo viso è triste, il suo sguardo assente, o troppo presente. A che pensa? Perché giocherella con la mia mano? La sua gamba va su e giù, è nervoso.
“Anch’io tesoro”
Faccio finta di niente? Forse è la cosa migliore, almeno finché non capisco cosa gli prende, non è solito comportarsi così, ride e scherza sempre, e ora il sorriso è sparito dalle sue labbra, quelle labbra che hanno il sapore di pulito, di fresco, di candido. In lui qualcosa è diverso, è cambiato, e ho paura di scoprire cosa succede. Alza lo sguardo e lo sposta a guardare qualcosa dietro di me.
“Devo parlarti”
Il cuore mi batte, mi batte all’impazzata, che cosa mi deve dire di così serio? Ho paura, ho tanta paura, perché non mi guarda? Sono così belli i miei occhi, lui diceva sempre che riflettevano tutto quello che provavo, che in quella celeste presenza rispecchiavano ogni parte della mia anima, e allora perché non li ammira? Un bel respiro.
“Dimmi…”
È tutto quello che riesco a proferire, la voce tremolante si rifiuta di aggiungere altro. Lui abbassa di nuovo lo sguardo. Guardami maledizione! Guardami e contempla ciò che sto provando, comprendi la mia sofferenza, la mia incredibile ansia e il mio immenso amore per te. Se mi vuoi lasciare non farlo, o mi uccideresti, siamo stati insieme tanto, non puoi abbandonarmi adesso.
“Vedi non è facile da dire, non trovo le parole, a casa ho provato tante volte a preparare questo discorso, ma ora non ne ricordo una sola lettera”
Le tue parole sono lente, fragili, pronunciate con un’inspiegabile ritmo e un’immensa difficoltà. Ci giri intorno. Perché? Dimmelo, dimmi qualunque cosa tu mi debba dire, e finiamola con questa situazione, perché a me viene da piangere, e tremo, tremo dalla testa ai piedi, e la colpa non è del freddo di questa gelida nottata.
“Insomma io…”
Ti blocchi di nuovo, chiudi gli occhi, mi stringi la mano, con forza. Mi fai quasi male, ma magari è solo la mia sciocca impressione. Rialzi le palpebre, sono lucidi, i tuoi occhi sono lucidi. Amore cosa hai? Non ti ho mai visto piangere, tu non versi mai neanche una lacrima. Ti mordi il labbro, fai fatica a parlare, hai qualcosa dentro di te che mi devi dire, ma non ci riesci, e la stessa domanda ritorna nella mia testa. Perché? Alzi finalmente lo sguardo, i tuoi occhi incontrano i miei, la tua tristezza mi invade, la tua paura mi travolge, e mi investe ogni tua sofferenza. La mia a paragone è un nonnulla. La tua bocca si apre, quello che ne uscì lo ricordo come un pugnale che mi trafisse il cuore.
“Ho il cancro”
La più nera oscurità mi avvolse, nulla esisteva più accanto a me, se non tu con le tue lacrime, con il tuo ormai svelato dolore. È uno scherzo vero? No non lo è. I più tetri pensieri si fecero padroni della mia mente. Sembrava tutto così irreale, tante volte se ne parla, ma mai mi sono fermata a pensare, quando si è giovani è strano. Certezze che crollano, sogni che si infrangono. Ma una domanda è certa, ed ora? Che ne sarà di me? Di noi? Era così bello passeggiare al tramonto, quando la sera lentamente tingeva il cielo di rosso, e immaginare la nostra vita, le nostre avventure, i nostri desideri realizzati, noi due insieme. Ma ora tutto era finito. Ogni cosa aveva perso il suo perfetto senso.

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4 commenti:

  • Ivan il 15/10/2007 18:06
    Bello stile, forma scorrevole. Brava.
  • zagor _ il 30/09/2007 10:19
    brava anna, bell'inizio
  • Ugo Mastrogiovanni il 28/09/2007 09:07
    Stile corretto e privo di retorica; linguaggio piacevole.
  • Cinzia Gargiulo il 27/09/2007 20:10
    Anna sei molto brava, complimenti! E proprio perchè sei giovane e prometti bene per il futuro continua a coltivare l'interesse per la scrittura...
    Ciao.

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