Correvo, un platano attendeva al mio riposo sotto casa.
Irte braccia con cascanti movimenti cercavano di elargire un sollievo inaspettato. Freddo montano sferzava una giovane vita smaniosa di viversi.
Vagabonda pascolava in attesa di donazione a bimbi pallidi e inermi, una giovane senza pretese di cultura manifesta.
Correvo, verso la vita matura non avvezza a dolori umani.
Bionda, piccina confessa su carta bianca seduta su vecchi banchi ammuffiti: violenza privata avvolta da etilico gas.
Lacrime silenti apparvero e impotente restarono parole inespresse.
Correvo alla vita impreparata a incesti nascosti. Morbi genetici arruolavano pallide vite.
Venti anni: vite a me affidate. Comunità montana accattivante nella sordida omertà.
Correvo ignara cresciuta in fretta.
Corro ancora oggi impotente a tanto delitto.
... piccola Silvia, non ho mai potuto difenderti.